Classico irrinunciabile o vecchiume da buttare nella carta straccia? Quando ho ripreso in mano Cuore di De Amicis, pubblicato nel 1888, ero io stessa molto scettica.
Questo romanzo non ha nulla di attuale ed è proprio questa la sua forza dirompente. Per il gusto odierno, è così stucchevole da non sembrare credibile, così sdolcinato che alla fine, però, quasi quasi, ci si prende gusto! Io, dopo quindici pagine, avevo già le lacrime agli occhi. Starò diventando vecchia? Sicuramente sì, ma una cosa è certa: le cose genuine non passano mai di moda.
Non ci sono solo i celeberrimi personaggi, come “la maestrina dalla penna rossa” o “la piccola vedetta lombarda”, entrati ormai nel nostro immaginario culturale. C’è “il piccolo scrivano fiorentino”, che lavora di notte, di nascosto, per aiutare la famiglia. C’è Robetti, che per salvare un bambino da un incidente si fa schiacciare il piede da un carro. Così tanti altri: figure ben delineate o a malapena tracciate, che rimangono impresse nella mente per le loro azioni.
Questo libro parla di un’Italia che non c’è più, ma che sarebbe bello esistesse ancora. L’Italia della civiltà, del rispetto, dello spirito di sacrificio, della capacità di affrontare le disgrazie con eroismo. Come si fa a non rimpiangere tutto questo, in un’Italia, oggi, dove chi dice «Ladrone!» è il primo a rubare, dove chi dovrebbe mettere in salvo l’equipaggio scappa a gambe levate e chi è onesto, ahimè, viene considerato quasi scemo, perché l’importante è arricchirsi, non importa se a spese degli altri.
Il romanzo di De Amicis, alla sua pubblicazione, divenne il libro più letto d’Italia, il simbolo e il divulgatore delle virtù del nostro paese. Peccato, che oggi la letteratura non sia più in grado di intersecarsi con la vita, con il tessuto sociale. Perché manca, oggi, una mitologia del sacrificio, manca l’idea che si dovrebbe, come è naturale, fare fatica per ottenere qualcosa, che non basta premere un bottone per ottenere ciò che si desidera, che anzi, forse, il risultato dei propri sforzi arriverà tardi o magari, chissà, non arriverà mai.
Allora, lasciatemi dare un consiglio assolutamente controcorrente, anacronistico e sovversivo: leggete (o rileggete) il libro Cuore. Noi non siamo solo quello che abbiamo o che produciamo, siamo ben altro e molto di più: questo romanzo lo dice a gran voce.
Lara Cappellaro
Edmondo De Amicis, Cuore, Mondadori, Biblioteca per ragazzi





