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Cuori di frolla, pioggia e visciole

Da Pamirilla

 

Cuori di frolla, pioggia e visciole
 

Quando ero piccola mi innamoravo di tutto, ancora troppo giovane mi innamorai di lui.
Perché era bello. Ed io così spaventosamente impreparata alla vita.
Non sapevo niente di quel che lui facesse davvero con il mio cuore e non me lo chiedevo perché ero troppo giovane per saper fare domande.

Lui è il pianista che suona la pioggia, lui è l’artista che scrive poesie nell’aria; le parole si sciolgono nella rugiada e si posano sui fiori alle prime luci del giorno che nasce.

L’ho incontrato di nuovo dopo così tante tempeste da sembrare che fossero passati mille anni, cambiato al punto che è costato fatica riconoscerlo.
La vita lo ha sferzato malamente, il mio musicista della pioggia, si è piegato ma il vento non ha avuto la meglio. Lui ha chiuso gli occhi e sopportato la frusta. Si è piegato, sì, ma non è stato vinto.
Ha cominciato a suonare e già alle prime note ho riconosciuto il suo volto, ho viaggiato a ritroso mille anni in un secondo; senza saperlo non avevo dimenticato, senza accorgermene il battito della sua musica era rimasto intrappolato nel mio sangue.

Lui è il pianista che suona nella pioggia, lui è l’artista che trasforma l’acqua in musica e la musica vola così lontana che presto non la puoi più vedere. La musica vola così lontana che non la puoi perdere mai.

Scoprendo cosa fare del mio cuore ho preso ad osservarlo con attenzione: dentro vi ho scorto minuscoli granelli, polvere della bellezza antica di quel musicista più forte del vento. E anche grossi pezzi di musica sorprendente, lame di specchio, taglienti come la verità, leggeri come una promessa sincera.
L’ho guardato, dopo tutti questi anni, lui che è diventato saggio e calmo, con la sua nuova tristezza negli occhi, suonare la pioggia e domare la tempesta. L’ho guardato come fosse una quercia, mi sono sentita al sicuro, come se lui fosse una quercia. Mi sono nascosta nella sua ombra come se fosse invincibile perché aveva vinto il vento, la tempesta ed ora eccolo lì, che suona la pioggia.

Oggi non sono ancora saggia abbastanza ma nemmeno tanto sciocca da guardare dalla parte sbagliata.
Resto vicina ed ascolto il pianista che scrive musica nelle nuvole, sopra cieli colmi di troppa rabbia e poche certezze.
Ogni volta in un giorno nuovo, nessun momento mai più lo stesso, in ogni nota un significato imprevisto.
Lui è il musicista che non crede nelle lacrime perché lui è il pianista che suona la pioggia.

 

 



Cuori di Frolla


per la frolla ricca :
250g farina
120g di zucchero
150g di burro
1 uovo + 1 tuorlo per sigillare e glassare

200g di confettura di visciole

Impastare velocemente gli ingredienti per la pasta e farla riposare in frigorifero per un’ora. Stendere la pasta ad un’altezza di circa 3 mm e ritagliarla con un taglia biscotti. Con il mattarello e molta delicatezza rendere un poco più sottili e larghe quelle che saranno le parti superiori. Disporre un cucchiaio colmo di confettura di visciole al centro della base, pennellare i bordi con il tuorlo e sovrapporre la metà superiore. Pennellare ancora con il tuorlo e spolverare con zucchero semolato. Cuocere in forno a 180° per circa 20 minuti.

  

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