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Cuosi ri fimmini*

Creato il 08 settembre 2011 da Abattoir

giovedì 8 settembre 2011 di Manuela Lino

Cuosi ri fimmini*
Come sappiamo bene, esistono cose da maschi e cose da femmine. Cucinare, fare la spesa, stirare i colletti delle camicie, andare dal parrucchiere, parlare di trucchi e vestiti, piangere e voler fare la ballerina: queste sono cose da femmine. Mangiare, occuparsi della manutenzione della propria automobile, gualcire i colletti delle camicie, andare dal barbiere, parlare di culi, azioni in borsa e calcio, alzare la voce e battere i pugni e voler fare il calciatore: queste sono cose da maschi. Fare sport? Dipende. In generale, roba con la palla è da maschi, clavette cerchi nastri e tutù sono da femmine. Nuoto va bene per entrambi, ma le donne con le spalle larghe non ci piacciono. Lancio del giavellotto? Uomini, in entrambi i casi. (Le chiami “donne” quelle?) Pattinaggio artistico, ginnastica artistica, danza e compagnia bella, roba da donne. Se sei un maschio e ti piace l’idea di mettere una calzamaglia o di piroettare, non prendertela se poi ti sfottono. Rugby? Ovviamente da uomini. Una donna non potrebbe reggere agli urti. Ne siete convinti? Ok, mentre vivete le vostre vite tranquille divise in compartimenti stagni, vi parlerò di una realtà parallela che sputa sulle vostre convinzioni: si chiama Roller Derby.

Il Roller Derby è uno sport che si pratica sui pattini a rotelle, divisi in due squadre da cinque elementi ciascuna, su una pista ovale. Come si gioca? Ogni squadra è formata da un “pack”, un gruppetto di quattro giocatrici poste a difesa, che al primo fischio dell’arbitro iniziano a pattinare sulla pista, tentando di placcare le avversarie. In posizione posteriore troviamo una “jammer” per squadra, che deve superare due volte il pack avversario (e la jammer nemica!) per fare punti. Esiste poi un ruolo intermedio che è quello della “pivot”, che alternativamente può essere messa a difesa o essere la jammer. Sono vietati e puniti i colpi alle spalle e al viso, il contatto in tutti i casi, deve essere motivato dal placcaggio. Chi si comporta in maniera anti-sportiva esce dalla pista e rimane a guardare la gara nella Penalty Box, “in panchina” diremmo noi.

Questo sport nasce negli Stati Uniti negli anni Trenta, come incontro-spettacolo a metà strada tra pattinaggio e wrestling. Nel tempo si evolve, e lentamente passa in secondo piano, ripudiato sia dagli sport su rotelle che da quelli di contatto. Dal 2000 è tornato in voga esclusivamente come sport femminile e a partire da Austin, in Texas, si è diffuso prima negli Usa e adesso anche in Europa. Non esistono ancora squadre italiane ufficiali di Roller Derby, ma qualcosa si sta muovendo.

Per ovviare alle continue cadute dovute a spallate, gomitate e colpi di anca, le giocatrici sono dotate di protezioni per ginocchia, gomiti e polsi, e di un caschetto. I pattini usati per il roller derby sono dei quad con scarpetta bassa. In sostanza, le ruote sono simili a quelle del pattinaggio artistico (non sono in linea), ma la scarpa è priva di tacco e molto simile ad una scarpa sportiva, che permette movimenti più liberi della caviglia, ancora una volta per permettere cadute e movimenti veloci.

Le giocatrici sfoggiano divise diverse per ogni squadra, una certa libertà nello scegliere tessuti, colori, e simboli. Ognuna sceglie un nome da derby, caratterizzato da doppi sensi aggressivi, o divertenti. Spesso le giocatrici sono legate all’ambiete punk-hc, e le gare ufficiali sono accompagnate da concerti o feste di questo genere, ma tra le rollerderbiste troviamo mamme, donne in carriera, amanti della musica classica, fattorine, professoresse, medici, e così via. Insomma, in un certo senso, qualunque donna potrebbe far parte di una squadra di Roller Derby, qualora lo volesse.

Le ragazze del Roller Derby sconfessano quanto si pensa delle donne: che non sanno sopportare il dolore fisico, che non sanno “fare a botte”, che non sono competitive, leali, sportive, che non vogliono saperne di sudore, lividi e fratture. Inoltre, mi pare interessante notare come la visione del corpo “sportivo” sia diversa dall’ordinario. Le giocatrici sono alte, basse, magre, abbondanti, muscolose, mingherline, eppure giocano tutte la stessa partita, una partita in cui ci si può far male, e si può fare del male, ma sempre rispettando le regole. Alla fine di ogni derby ci si stringe la mano, e le rivalità si lasciano sulla pista, si ascolta la stessa musica e si confrontano i lividi, con un sorriso, e senza piagnucolare: cose decisamente da ragazze.

Il video da cui ho preso ispirazione per il titolo: clicca qui.

* siculo per “cose da donne”

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Tags: donne, genere, lividi, pattinaggio, roller derby, roller girls, sport


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