Qualche mese prima che iniziasse ufficialmente la fase congressuale del Partito Democratico, Cuperlo era uno perfetto sconosciuto. L’ala bersaniana e dalemiana del partito ha trascorso settimane intere cercando disperatamente un candidato che potesse tener testa a Renzi. Avevano sperato in Barca ma questi ha rifiutato e proprio recentemente ha addirittura annunciato che voterà per Civati. Hanno quindi sperato nella Serracchiani ma ha risposto picche e si è anzi schierata con Renzi.
Quando ormai tutto sembrava perso ecco che invece spunta fuori un nome, il nome: Cuperlo.
Ora, a distanza di mesi, possiamo dire che quel nome era ed è sbagliato. Più che lanciarsi alla corsa per la segreteria, Cuperlo è stato lanciato. E non lo dico io ma lo dice il diretto interessato.
Trasmissione Che Tempo Che Fa, 19 ottobre, Cuperlo: “Non avevo mai coltivato questa ambizione, non avevo mai ambito a questo ruolo o a questa funzione (di segretario)”. Continua poi dicendo che ci sono momenti in cui una persona si deve assumere le sue responsabilità e non può disertare. Più chiaro di così: lui non aveva neanche mai minimamente pensato di candidarsi; lo hanno supplicato e per responsabilità ha accettato, assicurando di dedicarsi “a questa avventura con tutto l’entusiasmo di cui è capace”, ben poco quindi.
Cuperlo sta giocando una partita che non è la sua e questo lo si vede nella disastrosa campagna elettorale che sta conducendo.
Per giorni interi ha focalizzato l’attenzione mediatica sui tesseramenti truccati in astratto mentre avrebbe sicuramente ottenuto più risultati denunciando i singoli casi che ci sono stati. Il lato buffo della vicenda è però un altro: mentre da una parte gridava ai falsi tesseramenti, dall’altra sosteneva di essere in vantaggio rispetto a Renzi, un vantaggio che quindi gli derivava dai tesseramenti falsi che lui stesso denunciava? Proprietà transitiva: i tesseramenti sono tutti truccati; possono votare solo i tesserati: il voto finale è truccato.
Alla fine ha perso, anzi, non ha vinto. Nonostante ciò è “contentissimo della partecipazione” (non erano falsi i tesseramenti?) e sostiene che “il risultato è clamoroso, sorprendente e confortante”. Se lo dice lui.
Nel frattempo la disastrosa campagna elettorale continua.
Come nella migliore tradizione della sinistra, rincorre e commenta le proposte degli altri candidati: avevamo iniziato con l’amnistia, fortemente criticata da Renzi e abbiamo finito con il caso Cancellieri da cui è emersa una posizione netta soprattutto di Civati. Cuperlo? Non pervenuto. Ha balbettato qualcosa ma non ne è emersa un’immagine chiara come quella degli altri candidati e in politica è fondamentale saper trasmettere idee e messaggi.
Una posizione chiara di Cuperlo a dire la verità è emersa: a seguito dell’endorsement di De Benedetti su Renzi, ha sostenuto che “c’è un’OPA esterna sul Pd”, dimenticandosi prima di tutto che c’è libertà di espressione e in secondo luogo che De Benedetti fino all’altro ieri sosteneva Bersani, il suo sponsor.
A proposito di sponsor, per finire, D’Alema sta letteralmente affossando la visibilità del suo candidato (sempre Cuperlo) con continui insulti a Matteo Renzi. Ogni volta che D’Alema parla, Renzi guadagna qualche migliaio di voti.
Insomma, una campagna elettorale per niente “bella e democratica”.
Profilo di Ivan Lagrosa
Nato nel 1994, studente di Economia e commercio, da sempre appassionato di giornalismo. Mi interesso principalmente di economia e di politica nazionale. Le mie passioni sono la musica, la scrittura e il nuoto.
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