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Cupio dissolvi: BLIND GUARDIAN – Beyond The Red Mirror (Nuclear Blast)

Creato il 06 febbraio 2015 da Cicciorusso

Cupio dissolvi: BLIND GUARDIAN – Beyond The Red Mirror (Nuclear Blast)

Questo disco è una merda. Ho voluto togliermi subito il dente anche se questo incipit, oltre a non essere elegantissimo, non è neanche lontanamente esaustivo per spiegare quanto faccia schifo Beyond The Red Mirror. Avrei voluto utilizzare l’epitaffio, sublime, con cui Matteo Cortesi salutò l’uscita di Lulu anni fa:

esiste e non ci puoi fare un cazzo

ma i Blind Guardian del 2015 non meritano neanche un tale apice lirico: meritano solo insulti, bestemmie e abbondanti pallonate di merda in faccia. Beyond The Red Mirror fa talmente schifo che non si trovano le parole giuste per far comprendere davvero quanto faccia schifo. In confronto il precedente era un capolavoro e comunque non lasciava prevedere un tracollo improvviso del genere. Ci ho provato ad ascoltarlo fino allo sfinimento, a cercare sfumature nascoste e sottili rimandi, ci ho provato a convincermi che in realtà questo non fosse un pacco di maleodorante letame lasciato a fermentare sotto al mio letto; ma che meritasse un altro ascolto, e ancora un altro; ma più lo ascolto e peggio è; e mi sento Richard Benson quando, durante una puntata del suo programma tv, presentò Bananas dei Deep Purple dicendo “Mah, è un disco da riascoltare molte volte, è un po’ ostico, sicuramente con gli ascolti crescerà” per poi presentarsi nella puntata della settimana dopo bestemmiando e gridando “QUESTO DISCO E’ UNA MERDA! NON VALE UN CAZZO! E’ BUONO SOLO SE TE LO MANGI”, e quindi mangiarsi il booklet, in diretta. Fortunatamente ormai la musica la sento quasi sempre su Spotify quindi col cazzo che gli do pure la soddisfazione di farmi venire il mal di pancia a mangiare la loro odiosa copertina fantasy sbrilluccicante da bimbiminchia. Esiste e non ci puoi fare un cazzo, già, e vaglielo a spiegare che erano il mio gruppo preferito, e lo sono tuttora se consideriamo la loro discografia fino a un certo punto, mentre adesso sono finiti nel peggior modo in cui potevano finire: una caricatura di sé stessi, ma non dei migliori sé stessi, eh: perché la caricatura dei migliori Blind Guardian sono al massimo i Persuader, e i Persuader in confronto a questa scarica di diarrea di disco sono i Black Sabbath del periodo 1970-73; Beyond The Red Mirror è una caricatura dei peggiori Blind Guardian, o più precisamente la distorsione e degenerazione di quegli elementi pomposi e iper-corali introdotti con Nightfall In Middle-Earth e A Night At The Opera. Dischi che io adoro, sia chiaro, e su cui ho versato innumerevoli lagrime e che probabilmente a breve dovrò pure ricomprare da quanto li ho consumati. Però appunto Beyond The Red Mirror ne è una degenerazione, senza idee, senza spunti, senza passione, senza un cazzo di un cazzo di niente che non sia depressione e mancanza di voglia di lottare perché una vita che trasforma i Blind Guardian in un gruppo di merda è una vita che non merita di essere vissuta. 

il NULLA

il NULLA

Esempio. L’inizio di Ashes of Eternity è un plagio dell’inizio di Precious Jerusalem. Contestualizziamo la cosa: Precious Jerusalem è l’opener di ANATO, ed era a sua volta un plagio dell’inizio di Refuse/Resist, che come chiunque saprà è l’opener di Chaos AD dei Sepultura. Da dove devo cominciare a bestemmiare? Dal fatto che, porca puttana, se devi plagiare una tua canzone quantomeno plagia, che so, Welcome To Dying; o quantomeno non plagiare una canzone di apertura di un altro disco, che è impossibile che la gente non se la ricordi; o quantomeno non plagiare una canzone che già plagiava un’altra canzone, che peraltro TUTTI conoscono. Il singolo era pessimo, ma avevo fatto orecchie da mercante perché già era capitato con A Twist In The Myth che il singolo fosse la canzone di gran lunga peggiore del disco; qua invece non dico che sia la migliore (non esiste una canzone migliore perché fanno tutte schifo, ma i pochissimi spunti discreti di tutto l’album si trovano in Prophecies),  però c’è da dire che il singolo era solo una frociata happycore zumpappà trullallero zumpappà che ti dimenticavi dopo cinque secondi, mentre nell’album c’è roba ben peggiore. Verso la fine del disco ci sono degli esempi di come i Savatage abbiano fatto danni irreparabili in tutti quelli che non hanno il senso della misura e della decenza e pensano che buttarla sulla metal opera sia una buona idea. Sarebbe anche fuori luogo parlare dei Savatage però, perché qui il contesto è quello del symphonic metal degli anni 2000, quella roba indifendibile e totalmente contraria al comune senso del pudore come Epica, ultimi Nightwish e chissà che cazzo d’altro, roba che per l’appunto ascoltano solo i ragazzini, le ragazzine e quelli che vanno al concerto degli Slipknot nel 2015 pensando che siano la cosa più trasgressiva e cazzofiga della storia. Questo è l’ambito in cui si muovono i Blind Guardian adesso. Non c’è più magia, fiaba, crepuscolo, epica, mitopoiesi: solo magliette colorate a 25 euro della Nuclear Blast, loudness war, facce cattive da mettere in copertina su Metal Hammer Germany, e vaffanculo a tutti noi che su Somewhere Far Beyond abbiamo forgiato il nostro carattere, la nostra weltanschauung e la nostra sensibilità. Non c’è più niente. Esiste e non ci puoi fare un cazzo: è l’inanità della vita, la vacuità della nostra stessa esistenza: siamo soli, scagliati fuori in una fredda oscurità senza fine, senza appigli, senza riferimenti, senza certezze, senza nulla in nessuna direzione; le cose succedono, ci piovono addosso, e intanto i nostri simboli finiscono gettati nella polvere, banalizzati, fraintesi, calpestati da un inesorabile sprofondamento nella mediocrità, usati come oggetti di marketing in colossali tour da leggenda a supporto di dischi sempre più brutti e, ancora peggio, di rimasterizzazioni e rifacimenti di ciò che era talmente perfetto da non necessitare di nulla più. Il remake di The Bard’s Song – In The Forest grida ancora vendetta e forse è stato quello il momento preciso in cui avevamo capito che stava finendo tutto a puttane. In Beyond The Red Mirror la chiusura è affidata a Grand Parade, il cui titolo dice tutto: un climax orgiastico di orchestrazioni posticce, cori sfiatati e pretenziosissima grandeur in cui si ritrova un po’ di tutto quello che fa schifo nel metal europeo. Il peggior pezzo dei Blind Guardian di sempre. Ora lo scioglimento è un atto dovuto nei confronti di chi vi ha davvero amati; perché noi potremo pure non farci un cazzo, ma voi sì, voi potete porre fine a questa inutile e sadica agonia. Aspettiamo speranzosi. (Roberto ‘Trainspotting’ Bargone)



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