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Cupio dissolvi (di L. Polastri)

Creato il 31 gennaio 2014 da Conflittiestrategie

riceviamo e pubblichiamo

La globalizzazione, oltre che usufruire del potere economico per soggiogare le popolazioni, ha a disposizione anche altre armi di distruzione di massa. Una di queste è l’obbligo da parte della nazione ospitante di integrarsi con la forza alle culture emergenti. Si tratta spesso di subculture che, con le loro richieste “umanitarie”, distruggono il patrimonio del cosiddetto welfare. Con l’accondiscendenza della classe politica i poteri economici tendono a neutralizzare le conquiste che ha fatto una nazione in tanti anni per farla riprecipitare in una situazione “medioevale”. E’ solo grazie all’impoverimento e alla distruzione del benessere, della cultura e delle sicurezze sociali che la popolazione (resa ignorante) sarà più predisposta ad essere dirottata verso i lavori meno qualificati, ad accettare decurtazioni salariali (si veda il recente caso dell’ Elettrolux) e diventare serbatoio di manodopera a basso costo, supina ai dettami delle multinazionali. I pilastri da distruggere sono diversi. In questo articolo toccherò quello culturale e sanitario. E’ solo così infatti che l’accesso alle migliori scuole ed alle cure sanitarie potrà essere riservato alle elites benestanti in centri esclusivi e selezionati.

Nell’anno 2012 in Italia si sono registrati 612.883 decessi contro 534.186 nascite con un saldo negativo di 78.697 unità. Il 15% dei nuovi nati è straniero. Per contro la diminuzione percentuale di bambini italiani nell’ultimo triennio è stata del 10%. Di questo passo, tenendo conto del tasso di natalità delle etnie straniere che si stabiliscono in Italia, tra pochi decenni la popolazione autoctona dell’ Italia sarà scomparsa. Già ora ci sono intere classi elementari composte esclusivamente da bambini stranieri. Anche la lingua italiana è destinata a scomparire. Se infatti i figli degli stranieri impareranno, oltre la lingua di appartenenza che verrà comunque parlata nella famiglia di origine, anche l’italiano, i bambini italiani non impareranno bene né l’italiano né un’altra lingua straniera. La grammatica resterà stentata, appresa in maniera sempre più approssimativa e basica perché il nostro sistema scolastico impone non più l’eccellenza ma che le nuove generazioni multietniche debbano “parlucchiare” l’italiano. Il livellamento verso il basso è d’obbligo perché nessuno deve “rimanere indietro”. Il risultato sarà quello di avere futuri cittadini che non si sapranno esprimere in maniera corretta nella lingua che fu di Dante. Saranno molto abili però a scrivere sms con abbreviazioni che neppure gli uomini primitivi avrebbero concepito. La nostra lingua, che è stata fondamento linguistico per quasi tutte le lingue europee, sta evolvendo verso idiomi trogloditi, degni di un paese in totale dissoluzione.

Se le nuove generazioni si vorranno salvare dalla rovina di questo paese non resta che emigrare, abbandonandolo prima che sprofondi. I nostri studenti universitari pensano quasi tutti ad andarsene. L’ Italia, del resto, ha una particolarità di cui va fiera: esporta intelligenza, mentre importa gentaglia senza nessuna istruzione, spesso delinquenti (si legga lo studio del prof. Barbagli che dimostra come più di un terzo dei reati sia ascrivibile a stranieri, che sono “solo” il 7% della popolazione totale) e che non apporteranno nessun beneficio allo sviluppo del paese. Sono quelle che l’abusivo Napolitano ha definito “spiccate professionalità”. Per spiccate professionalità invece bisognerebbe intendere quei ricercatori che si sono aggiudicati i 46 grant (si tratta di fondi di ricerca attribuiti a scienziati nel pieno della loro carriera per progetti piuttosto onerosi) su 312 (pari al 15%) messi in palio che posizionano l’Italia seconda a livello mondiale e che dovrebbero portare più di 100 milioni di euro nel bel paese. Dovrebbero, perché già si sa che molti di essi prenderanno il volo verso l’Inghilterra, la Germania e l’America. Quarantasei grant sono uno di quei sogni, a fare il ministro della ricerca, da svegliarsi tutti sudati nel cuore della notte e, increduli, darsi pizzicotti alle guance per convincersi di essere svegli, ci ricorda Marco Cattaneo, direttore de Le Scienze. Quando sarà finita quest’ ultima ondata di alunni della “vecchia scuola” non resterà più neppure il ricordo di quello che era stata l’Italia, patria non solo di cantanti e navigatori ma anche di scienziati.

Su chi invece investe la nostra classe politica? Investe sui Kobobo, il negro che ha piantato il piccone sulla schiena di tre passanti e a cui la negra Kyenge non ha neppure dedicato una parola. Del resto se si mette al potere una negra quest’ultima farà gli interessi dei negri. In una nazione qualunque un fatto così grave avrebbe immediatamente bloccato qualunque iter per l’integrazione; invece la nostra corrotta classe politica attuale, compreso il M5S, si sta mettendo in moto per abolire il reato di clandestinità. Investiamo sulle bande di rumeni che vanno a rubare il rame nei cimiteri, sulle bande di albanesi che scorrazzano di notte utilizzando le auto come ariete per spaccare le colonnine dei self service delle stazioni di rifornimento, sui rom a cui deve pur essere data una casa (gratuitamente), sui clandestini che devono avere, non appena sbarcano, cure sanitarie ottime e gratuite quando l’italiano invece deve pagare per servizi sempre più fatiscenti. Già perché non tutti forse sanno che se per esempio un padre pakistano vive in Italia il suo comune di residenza deve stanziare fondi per il mantenimento dei suoi figli in Pakistan (sì, avete capito bene, in Pakistan). E gli stranieri specialmente arabi, pakistani, indiani sono molto prolifici. Pensate che una ragazza italiana che ha sposato un arabo scriveva su un blog che suo marito vuole accoppiarsi, tra una preghiera e l’altra, almeno 5 volte al giorno. Ecco perché hanno bisogno di più mogli.

A proposito di cure sanitarie riservate agli stranieri voglio dilungarmi un po’. Un mio amico che si è trasferito in Svezia per lavoro mi ha detto che per i primi tre anni non ha diritto a nessuna prestazione in quanto deve versare un minimo di contributi per iniziare ad usufruire dei servizi sanitari svedesi. E in Italia? In Italia non solo importiamo “cervelli” da barcone ma “patologie quali la scabbia, la tigna e la pediculosi che sono in aumento trovando l’humus nell’ immigrazione sconsiderata cui si è assistito negli ultimi decenni”. Lo dice la dottoressa Antonia Galluccio, dermatologa dei frati del Fatebenefratelli, che denuncia una recrudescenza di queste malattie a seguito dello stesso fenomeno migratorio incontrollato verso il nostro Paese, tutte malattie endemiche che si trasmettono per contatto diretto. Il professor Roberto D’Antonio, medico dell’Ospedale romano Forlanini, segnala tutta la gravità del ritorno della tubercolosi. Su 962 pazienti ricoverati nell’ospedale negli ultimi sei anni, il 61% erano stranieri e il 25% rumeni, dati che sono stati confermati anche da uno studio del professore Giuseppe Alma primario dell’unità operativa pneumologica respiratoria dello stesso nosocomio. Una infinitesima parte di tutte le problematiche che gli stranieri portano a gravare economicamente il SSN.

Si pensi che la legge assicura agli stranieri clandestini il diritto ad avere un codice, definito STP, che garantisce l’accesso alle cure essenziali, urgenti e continuative. Per quanto riguarda il rimborso delle prestazioni erogate attraverso l’STP, la legge prescrive che “l’Unità Sanitaria Locale territorialmente competente dovrà richiedere al Ministero dell’Interno il rimborso relativo all’onere delle prestazioni ospedaliere urgenti o comunque essenziali, per malattia ed infortunio, e cioè quelle urgenti erogate tramite pronto soccorso e quelle essenziali o continuative, erogate in regime di ricovero, compreso il ricovero diurno (day hospital), o in via ambulatoriale, mentre sarà richiesto alla Regione il rimborso relativo all’onere delle prestazioni relative alla tutela della gravidanza e della maternità, alla salute del minore, alle vaccinazioni e agli interventi di profilassi internazionale e profilassi, diagnosi e cura delle malattie infettive dello straniero”. In altre parole paghiamo noi. Per chi poi ha il permesso di soggiorno, fin dal primo giorno può aver accesso a tutte le cure; e tenendo presente il reddito familiare, aggiungo io, gratuitamente.

Non esiste al mondo nessuna nazione che esprima una così netta volontà al “cupio dissolvi” come l’ Italia. Ricordatelo sempre: l’Italia è l’unico paese al mondo che ha una classe politica che disprezza il proprio popolo.


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