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Cura delle varici: La terapia sclerosante e i tronchi venosi

Da Euplio

Cura delle varici: La terapia sclerosante e i tronchi venosi

La terapia sclerosante e i tronchi venosi

La Scerosi degli sbocchi safenici

La sclerosi degli sbocchi della vena Safena con insufficienza valvolare è molto importante ai fini della stabilità dei risultati. La sclerosi degli osti (in medicina per ostio si intende un’apertura o un orifizio, attraverso cui un canale o una cavità vengono a comunicare fra loro o con l’esterno) tuttavia è difficile da ottenere soprattutto quella della giunzione safena-femorale.

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La sclerosi dell’ostio della safena interna richiede soluzioni forti e concentrate:salicilato al 40-60%, iodio al 2-4%, tetradecilsolfato di sodio al 3-5%.

Per evitare che il liquido sclerosante passi subito nella vena femorale è consigliato di praticare un’iniezione 8-9 cm al di sotto dell’ostio e, l’iniezione deve essere molto rapida.

Per ottenere invece la sclerosi del tratto ostiale  della vena safena esterna non occorre invece che il liquido sclerosante sia molto concentrato, perché questa vena è molto sensibile alla terapia sclerosante.

La sclerosi delle vene perforanti

La sclerosi delle vene perforanti è molto efficace nei casi di persistenza di focolai ulcera attivi o ipodermitici mantenuti da voluminose perforanti insufficienti basse.

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Per la sclerosi delle vene perforanti si può ricorrere alla telesclerosi a vena chiusa o a vena aperta oppure all’iniezione diretta nella vena perforante.

La telesclerosi a vena chiusa consiste nell’iniettare il liquido sclerosante nel tratto efferente della vena superficiale dalla quale si riparte la perforante. Tenuto conto che le vene perforanti sono più resistenti alla sclerosi delle vene sottocutanee, spesso l’obliterazione resta limitata al tronco superficiale.

Il metodo della telesclerosi a vena aperta (Glauco Bassi) consiste in questo: incisa la vena trombizzata e liberatala dai coaguli, viene introdotto il beccuccio della siringa nella vena e vi si inietta il farmaco sclerosante.

Il beccuccio della siringa deve restare inserito nell’incisione per qualche minuto per impedire la fuoriuscita all’esterno del liquido.

Alla fine viene applicata una garza sterile sulla ferita e si pratica una fasciatura complessiva.

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Il terzo metodo consiste nell’iniettare il farmaco sclerosante direttamente nella vena perforante. Questo metodo è molto efficace, ma non sempre privo di pericoli, perché, per quanto eccezionalmente, si possono verificare trombosi o necrosi profonde.

Bene per oggi è tutto

Un caro e cordiale saluto

Cura delle varici: La terapia sclerosante e i tronchi venosi

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