La diffusione dei test genetici porterà al sistema sanitario americano un risparmio compreso tra i 30 e i 110 miliardi di dollari ogni anno. A dirlo è Alan Mertz, presidente della American Clinical Laboratory Association (ACLA). Mertz si riferisce in particolare ai test di farmacogenomica, che hanno lo scopo di individuare il farmaco ottimale per ogni singolo paziente sulla base del suo profilo genetico. Gli Stati Uniti spendono ogni anno circa 300 miliardi di dollari in medicinali, ma in molti casi i trattamenti non funzionano proprio a causa di incompatibilità a livello molecolare tra il paziente e il farmaco. Con i test genetici si potrà non solo tagliare gran parte di questa spesa, ma avere anche cure più efficaci.
Gli esempi portati da Mertz riguardano principalmente l’oncologia. “Il 30% delle donne affette da cancro al seno producono elevate quantità della proteina HERC2 – ha dichiarato – Per queste persone è meglio utilizzare il farmaco Herceptin piuttosto che praticare la chemioterapia.” Con i test genetici è possibile classificare i pazienti e dare a ciascuno il trattamento che si rivelerà più efficace: alcuni studi hanno dimostrato che l’informazione genetica consente un risparmio annuo di 24mila dollari per paziente, riduce il rischio di morte del 33% e abbassa del 52% il rischio di recidive. Lo stesso discorso vale per il cancro al colon: Mertz stima una riduzione di 700 milioni di dollari ogni anno se si facessero dei test genetici ai pazienti. Ancora più impressionante il crollo dei costi che si otterrebbe con i test genetici per la sensibilità all’anticoagulante warfarina: più di 1 miliardo di dollari. E si ridurrebbero del 31% i ricoveri a causa di dosaggi sbagliati.
Fonte: PRNewswire