Curiamoci con i libri! (Curarsi con i libri di Ella Berthoud e Susan Elederkin)
Titolo: Curarsi con i libri
Titolo originale: The Novel Cure
Autore: Ella Berthoud e Susan Elderkin
Curatore: Fabio Stassi
Traduttore: Roberto Serrai
Editore: Sellerio
Pagine: 644
Prezzo: €18,00
Isbn: 9788838931130
Data di pubblicazione: 2013
Si può curare il cuore spezzato con Emily Brontë e il mal d’amore con Fenoglio, l’arroganza con Jane Austen e il mal di testa con Hemingway, l’impotenza con Il bell’Antonio di Vitaliano Brancati, i reumatismi con il Marcovaldo di Italo Calvino, o invece ci si può concedere un massaggio con Murakami e scoprire il romanzo perfetto per alleviare la solitudine o un forte tonico letterario per rinvigorire lo spirito. Questo suggeriscono le ricette di un libro di medicina molto speciale, un vero e proprio breviario di terapie romanzesche, antibiotici narrativi, medicamenti di carta e inchiostro, ideato e scritto da due argute e coltissime autrici inglesi e adattato per l’Italia da Fabio Stassi, autore de L’ultimo ballo di Charlot. Se letto nel momento giusto un romanzo può davvero cambiarci la vita, e questo prontuario è una celebrazione del potere curativo della letteratura di ogni tempo e paese, dai classici ai contemporanei, dai romanzi famosissimi ai libri più rari e di culto, di ogni genere e ambizione. Queste ricette per l’anima e il corpo, scritte con passione, autorevolezza ed elegante umorismo, propongono un libro e un autore a rimedio di ogni nostro malanno, che si tratti di raffreddore o influenza, di un dito del piede annerito da un calcio maldestro o di un severo caso di malinconia. Le prescrizioni raccontano le vicende e i personaggi di innumerevoli opere, svelano aneddoti, tratteggiano biografie di scrittori illustri e misconosciuti, in un invito ad amare la letteratura che ha la convinzione di poter curare con efficacia ogni nostro acciacco. Non mancano consigli per guarire le idiosincrasie tipiche della lettura, come il sentirsi sopraffatti dal numero infinito di volumi che ci opprimono da ogni scaffale e libreria, o il vizio apparentemente insanabile di lasciare un romanzo a metà.
I DIECI MIGLIORI ROMANZI PER TRENTENNI
London Fields, Martin Amis
La scimmia sulla schiena, William Burroughs
La giornata di uno scrutatore, Italo Calvino
Middlesex, Jeffrey Eugenides
Fiesta, Ernest Hemingway
Il meglio della vita, Rona Jaffe
Schiavo d'amore, William Somerset Maugham
Billy Budd, Herman Melville
La vita breve, Juan Carlos Onetti
Orfero in paradiso, Luigi Santucci
(Prima di cominciare a parlarvi di questo libro: ecco il consiglio che mi ha mandato in crisi. Ancora pochissimi anni e concludo la mia passeggiata nei trenta. Che tragedia scoprire che per un trentenne questi sono i dieci migliori e io ne ho letto, per puro caso, solo uno... ho ventiquattro mesi per correre ai ripari, che poi dovrò mettermi in pari con quelli consigliati per i quarantenni, e anche lì...)
Nella mia libreria ho riservato uno scaffale per quei libri che parlano di libri.
Consiglio...
Non parlo di romanzi che ruotano intorno ad altri romanzi (anche se in passato ho avuto un debole anche per questi. E nel novantanove percento dei casi si sono sempre rivelati una fregatura), stavolta mi riferisco a saggi, a volumi creati non per raccontare una storia ma esclusivamente per parlare di libri. Ho volumi sul piacere di leggere, sui perché del leggere, sul come leggere, sulla necessità di leggere ogni giorno, sul pericolo di leggere. E ancora volumi che si dedicano a giocare coi libri tramite quiz interessanti e carini. Volumi elaborati dai lettori per i lettori, o solo per le lettrici. Volumi che mostrano le connessioni tra romanzi e quadri. Per la maggior parte non si tratta di opere memorabili ma di piccole perle di cui una persona normale potrebbe tranquillamente fare a meno mentre il lettore compulsivo sente il bisogno di avere. Come poter resistere pertanto al richiamo dell'ultima pubblicazione appartenente a questa categoria? Curarsi con i libri dell'accoppiata Elderkin-Berthoud è una chicca, di quelle da tenere a portata di mano. Nasce come prontuario per dare una soluzione ai mali della vita attraverso i libri. Ora un tentativo del genere potrebbe suonare un po' troppo ambizioso, e un tantino pretenzioso. Chi saranno mai queste due per ritenere di essere in grado di dare una risposta ai problemi attraverso le letture? Avranno letto abbastanza nella loro vita per arrogarsi un diritto del genere? Bè, diciamo che della biblioterapia hanno fatto una professione e la svolgono ormai da anni. Ma ci sanno fare o si spacciano per profonde conoscitrici della letteratura mondiale (nonché dell'animo umano)? Ritengo che la risposta ognuno possa trovarla da sé, leggendo il volume pubblicato da Sellerio. Sì, perché io potrò ad esempio ritenere azzeccatissimo il loro consiglio inerente al disturbo della lettura quale può essere Faccende di casa, essere distratti dalle. Soluzione? Creare un angolo per la lettura. Cito questo caso giusto a titolo esemplificativo e giusto perché, dopo averlo letto, mi sono detta che quella era la soluzione più ovvia, più semplice, più banale di tutte al mio problema e nonostante ciò non avevo mai preso in considerazione di creare quell'angolino. Detto fatto, l'angolino è nato: è bello accogliente e perfetto, leggere lì è un sogno per me. Senza quel volume forse non avrei mai dato il via all'idea. Vero che in questo caso il consiglio non è stato direttamente letterario, ma le biblioterapeute si prendono cura del lettore a 360 gradi ;)...applicazione del consiglio!
Andando ai disturbi e ai rimedi che propongono, devo ammettere che a volte mi sono risultati fin troppo superficiali, della serie: ma a quello ci sarei arrivata benissimo da sola! In effetti questo volume l'ho vissuto e lo vivo come uno spunto: uno spunto per abbinare certe letture a certi "malanni" che non avrei mai preso in considerazione. Uno spunto da cui partire per proporre il mio rimedio personale e non accontentarmi del loro. Uno spunto per immaginare una malattia non presente e riflettere sulla possibile cura. Ovviamente la mia cultura non è pari alla loro, perciò le mie armi a disposizione saranno in numero minore... ma così la sfida che mi autopropongo è ancora più avvincente! Concludo dicendo che questo è un volume perfetto per i curiosi. Se lo siete, non potete evitare di dargli un'occhiata in libreria, di sfogliarlo e di interrogarlo. Ci saranno disturbi di cui non vi fregherà un accidenti, ma vi troverete a leggere i rimedi come se fossero tutto ciò di cui avete bisogno in quel momento. Sì, perché a un certo punto non ci interessa del binomio malattia-cura ma solo dei titoli che vengono proposti e di come ci vengono presentati: ci troviamo a cercarli avidamente, sperando di non averli mai incrociati nel nostro percorso di lettori, per avere nuove magari meravigliose letture da trovare e a cui dedicarci. (La mia wish list si è allungata paurosamente dopo aver chiuso questo libro e questo mi fa venire in mente un'altra cosa, che dirò appena chiudo la parentesi). Eccola. Ho preso questo libro con l'intenzione di metterlo sul comodino e di usarlo all'occasione. Di leggerlo un malanno alla volta, o magari un paio di malanni alla volta. Ecco, non funziona così. Ne leggi uno, li vuoi leggere tutti. Pensi che quello dopo potrebbe essere il tuo malanno, quello che manco sapevi di avere ma che le due bibliowomen sapranno risolverti proponendoti la lettura che cercavi da una vita. Insomma, lo inizi e non lo metti più giù. Potrà pure restare sul comodino, ma solo dopo essere stato portato a termine.Curarsi con i libri è una missione.