Ma io direi che non sono nuovi, anzi!
Il problema, comunque, sta nel come poi le Aziende o i Brand Personali declinano queste indicazioni. Troppo spesso, infatti, le politiche social sono distanti da quelle sociali, frutto di un marketing che - per quanto etico debba essere per sua stessa definizione - di etico, purtroppo, non ha nulla.
Fioccano in rete le raccomandazioni (questa è l'ultima che mi è capitata) per un buon utilizzo delle piattaforme di Social Networking, su come - ad esempio - usare gli hashtag su Twitter. Capita, però, che importanti agenzie, dimentichino completamente il buon senso e utilizzino improbabili hashtag per dare vita a pietose iniziative come quella amaramente descritta da Gianluca Diegoli.
A chi pensa che la Rete sia qualcosa di virtuale, rispondo sempre che i Social Networking sono delle semplici Reti Sociali per dire che la Rete e le Reti Sociali sul Web (cioè i Social Network) riproducono (declinano) in grande dinamiche da sempre in atto. Prima, forse, c'era solo il racconto delle televisioni e dei giornali, quelli di carta. Ora, invece, grazie al Web, di quelle storie, siamo protagonisti o, almeno, testimoni sicuramente più diretti. Di cosa parlo? Della distanza abissale che c'è tra noi e loro, tra l'1% e il 99%. Tra la vita vera e quella ovattata, tra il pieno di benzina da fare al mattino e l'autista che passa a prenderli con l'autoblu, tra il panino consumato di fretta a pranzo e il conto al ristorante pagato con la carta aziendale, tra il biglietto in curva pagato risparmiando su una birra e l'accredito gratis in tribuna vip.
Forse l'accostamento è azzardato, ma a me, Scosse contro Tweet, ha tanto ricordato l'accordo dei politici per le nomine AGCOM: tutto e solo ciò di cui non abbiamo bisogno! Il problema è che, tra l'ovatta, l'autoblu, la carta di credito e la tribuna vip, loro, poverini, come fanno a saperlo?
Altro che ScosseVSTweet, qui è CurvaVsTribuna!