Roma, 11 gen. - "Non sto nè con Marchionne, nè con la Fiom, non è questo il compito di un partito". Lo dice Massimo D'Alema a Otto e mezzo replicando al sindaco di Firenze, Matteo Renzi che si è schierato apertamente con l'ad della Fiat. In vista del referendum il presidente del Copasir spiega che "si tratta di una scelta difficile: accettare un accordo che impone sacrifici gravi e discutibili oppure perdere il lavoro, perciò gli operai meritano rispetto e non si bisogna fare loro lezioni su cose fare e dire, soprattutto da parte di chi, come noi, vive condizioni molto più comode". La vicenda Fiat secondo D'Alema "è uno degli aspetti della crisi del paese. Io non sono d'accordo con la Fiom perché un sindacato negozia anche arretramenti concessioni, esuberi, a volte necessari per salvare un'azienda ma non mi convince neanche l'esltazione del caso Fiat come esempio di modernità, caso mai è emblema di arretratezza. In Germani ci sono salari più alti e automobili più competitive. La vicenda Fiat dimostra che l'assenza di una politica che investa sull'innovazione scarica su operai e aziende i costi della competitività internazionale". A chi gli fa notare che Renzi dice di stare con Marchionne, D'Alema risponde: "Io non sto né con la Fiom né con Marchionne, il compito di un partito non è questo ma questa vicenda sollecita la politica a riprendere in mano il problema della competitività perchè se la situazione è arrivata a questo punto è anche perché in questi anni non è stata fatta nessuna politica per sostenere lo sviluppo".
E quale sarebbe il compito di un partito se non esprimersi rispetto ad una questione che concerne i diritti dei lavoratori e le loro condizioni di lavoro? Nulla è cambiato dai tempi di....
Qui invece c'è qualcosa di sinistra ma, soprattutto, di civiltà....