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Arrivato l'autunno, con il camino acceso, sentì crescere, crepitare e infiammarsi nel cuore uno strano desiderio d'onestà. Forse era più corretto definirla voglia di normalità, ma, per come stavano le cose, l'onestà era tutto fuorché normalità.
Corruzione, ruberie, sprecopoli, "tangentopoli atto secondo"... forse avrebbe anche tollerato tutto. Il genere umano aveva ancora tempo per crescere e maturare, soprattutto l'italiano, nonostante ottimi esempi di rettitudine provenissero dai più svariati angoli del mondo.
Ma i tagli alla sua amata istruzione e quelli alla sanità... no. Quelli proprio non li riusciva più a giustificare. La parola 'riforma', sinonimo di innovazione e miglioramento per moltissime generazioni, ora spaventava i suoi figli più dell'uomo nero. Il boogeyman delle riforme. Il terrore delle venti regioni.
Nuove tasse sulle pensioni e sulle case. Anziani allo sbando e diversamente abili costretti a reinventarsi la vita ogni giorno perché soprovvisti degli aiuti degni di una democrazia vera. Il suo cuore bruciava al pensiero di sperperi e facce toste in televisione incapaci di dire 'mea culpa'.
Esodati, disoccupati, precari. Possibile che nessuno ricordasse che l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro? Ma non perché il lavoro sia un diritto.
Il lavoro è sacro perché dà uno scopo alla vita di ciascuno di noi. E tutti hanno diritto a un motivo per cui alzarsi la mattina. Il diritto ad avere un ruolo all'interno della società.
Pianse. L'Italia infiammata non poté far altro che mettersi a piangere lacrime amare. Si sarebbe mai sollevata? L'autunno avrebbe mai portato a una svolta?