”La nostra – ricorda la zia Barbara nel lavoro di Mele – era una famiglia modesta. Mamma casalinga e babbo agricoltore. Lui era stato insignito della Medaglia al Valore, ma derubato della vista all’occhio destro perso al fronte, nel Monte Sief, nell’agosto 1916. Sono nata a Olzai il 27 ottobre 1927. Da mamma ho imparato a lavorare s’iscraria, un arbusto primaverile, particolarmente elegante, che raccolto quando lo stelo e’ giovane e il fiore e’ in boccio regala gioielli di artigianato artistico a chi lo sa trattare”.
”L’impegno letterario di Annino Mele – prosegue la Caligaris – conferma quindi la sua presenza a Cagliari non solo come un gesto umanitario nei confronti di una persona che sta scontando, da quasi cinque lustri il suo debito con la giustizia, non avendo mai usufruito prima di periodi di avvicinamento colloqui. Acquista un significato sociale e rieducativo in quanto s’inserisce nel percorso personale di crescita e nella volonta’ di recuperare e valorizzare la cultura della comunita’ d’origine che peraltro – conclude Caligaris – ha sempre mantenuto viva con lavori di artigianato realizzati durante la detenzione”.
Autore di sei libri, Annino Mele, oltre a dedicarsi alla ricerca sui cestini di asfodelo, e’ coinvolto in un vero e proprio progetto didattico con due classi terminali del Liceo Scientifico e Classico “Marie Curie”, Meda (Monza-Brianza), con periodiche lettere individuali e/o collettive che rispondono a quesiti posti dagli studenti.