Scritto da: Luisa Cassarà 8 gennaio 2014 in Tecnologia Inserisci un commento 7 visite
Dal click del telecomando, al click di un "mi piace"
Un tempo si diceva “La pubblicità è l’anima del commercio”, ma anche la pubblicità dovrebbe avere un anima, no?
Intere generazioni sono cresciute canticchiando i motivetti degli spot televisivi ed oggi proprio i filmati degli anni Ottanta e Novanta sono diventati oggetti di culto, sulla scia della nostalgia. Vogliamo forse negare di ricordare perfettamente lo spot Barilla con la bambina che trova un gattino in un giorno di pioggia o l’animazione delle caramelle Tabù, con due grandi mani in movimento? Se vi chiedessi qual è la vostra pubblicità preferita del momento, probabilmente avreste molta difficoltà a dare una risposta in tempi brevi (e io stessa non saprei cosa dire).
Ancora più indietro nel tempo, l’esperienza di Carosello ci ha insegnato che la pubblicità era in grado di incollare tutti al televisore, mentre oggi persino pochi secondi di spot prima della visione di un video su YouTube ci infastidiscono. L’advertising è ovunque e ci circonda costantemente: se originariamente si è spostato dalla carta stampata alla radio e alla tv, adesso ha sconfinato fino agli schermi dei pc e degli smartphone, e riesce sempre a trovarci, sotto forma di pop-up o di un inserimento di prodotti commerciali persino in un talk show.
L’advertising oggi: siamo noi a guardare la pubblicità o è la pubblicità a guardare noi?
La differenza fondamentale con il passato è proprio la mancanza di tempo dell’osservatore: in tempi così frenetici, nessuno può fermarsi per ben 60 secondi a guardare uno spot pubblicitario, così come non si può perdere tempo ad osservare un cartellone per strada, a meno che questo non abbia qualcosa di veramente interessante. Che succede, allora? Succede che la pubblicità deve farsi strada, in un modo o nell’altro. “Catturare” l’attenzione dello spettatore nell’epoca in cui persino la realtà virtuale sta diventando un concetto superato è una grande sfida e non bastano i tradizionali trucchetti degli esperti di advertising. Succede quindi che si debba ricorrere a tutte le strategie possibili, inventandosi campagne pubblicitarie sempre nuove: è così che hanno preso piede i concetti di marketing non convenzionale (che probabilmente diventerà convenzionale nel giro di poco tempo), di promozione tramite i diversi social media, a colpi di “mi piace” (che poi un prodotto ci piaccia davvero, è tutta un’altra storia) e di campagne “virali”. Torneranno i tempi delle proposte di scambi di fustini al supermercato? Potrebbe succedere anche questo…