A Mantova il sindaco Fiorenza Brioni, Ds, non ha esitato un attimo nel far sospendere i lavori, chiedere la VIA (Valutazione d’impatto ambientale) e a far intervenire il Ministro per l’Ambiente per un insediamento residenziale davanti al Castello di San Giorgio approvato dal precedente Sindaco Burchiellaro, neoparlamentare Ds. Ma non stiamo parlando di Mantova. A Cremona le istituzioni non hanno mai chiesto la Valutazione d’impatto ambientale della Regione sull’ampliamento del gruppo Arvedi: anzi si sono costituiti contro i cittadini che l’hanno chiesta. Si tratta di giunte di centrosinistra molto arvediche. Che non la pensavano così diversamente dagli arvedici di destra. Bene, il cavaliere ha vinto contro tutti. E oggi Perri guida una giunta in cui pullulano persone che non sono diventate famose per alcun gran rifiuto.
Diciamo i nomi e soprattutto i cognomi degli amministratori di centrosinistra che hanno contrastato come potevano gli ambientalisti, prendendoli da una bella pagina della Rete di Lilliput.
E per finire, ricorrono al TAR, utilizzando fondi e strutture pubbliche pagate dai cittadini, a fianco di un cittadino (Acciaieria Arvedi) contro i cittadini di Cavatigozzi, Spinadesco, Sesto Cremonese, Pizzighettone, Crotta d’Adda, Cremona, che si battono contro l’inquinamento, per la difesa della salute e dell’ambiente, perché si attuino la Valutazione di Impatto Ambientale, Valutazione di Incidenza e Valutazione Ambientale Strategica sull’ ampliamento dell’acciaieria Arvedi.
Per la cronaca hanno votato a favore del ricorso al TAR per il Comune di Cremona gli Assessori: Luigi Baldani (Margherita), Campagnolo (Margherita), Dal Conte (Margherita), Polenghi (PdCI), Ruggeri Caterina (Cremona Futura), Daniele Soregaroli (DS). Assenti il Sindaco Corada (DS) e gli Assessori Berneri (DS), Ruggeri Maura (DS), Lorenzo Saradini (indip.).
Per la Provincia di Cremona hanno votato a favore: il Presidente Torchio (Lista Torchio), gli Assessori Allooni (DS), Biondi (Margherita), Guarneri (Verdi), Lazzari (DS), Morini (PRC), Piloni (PRC), Rozza (PRC), Savoldi (Lista Torchio) Toscani (DS). Assente Spingardi (Margherita).
I cittadini ringraziano.
Ma stavolta è il caso di parlare di Crotta D’Adda.
Una riflessione ci vuole, con la precisazione che il Comune di Crotta D’Adda, come altri, si è fidato di enti superiori, come l’amministrazione provinciale e la Regione. Si è fidato come tutti, come il coro di coloro che dicono sempre “sì tutto va bene signor cavaliere”, salvo poi deluderlo per il caos che combinano, mentre quegli ambientalisti che escono dal coro “Arvedi per voi” vengono considerati “screditati” dagli ambienti politici, tutti o quasi ne parlano male, i sindacati Cgil, Cisl e Uil li hanno denigrati per primi nelle recenti vicende di Cavatigozzi. E guarda un po’ non manca l’ambientalista (Ezio Corradi) denunciato per un volantino che chiedeva aria più pulita nel 2008! Lo stesso anno in cui Arvedi ha versato 300mila euro a Pd e Pdl. Congratulazioni. Questa sarebbe “politica”.

L’assessore alle politiche educative Jane Alquati
“Era una discarica per rifiuti inerti, non pericolosi e inquinanti” ricorda Jane Alquati. Era una discarica di quel tipo, sì, ma dopo l’ampliamento l’Autorizzazione Integrata Ambientale è stata rinnovata dall’amministrazione provinciale con prescrizioni. Il gruppo Arvedi ha avuto l’obbligo di mettersi in regola, poiché stava lavorando in deroga: c’era un eccesso di produzione di sostanze inquinanti. Il progetto di Cremona Ecologia srl, per Crotta D’Adda, prevedeva una fornitura di 81mila tonnellate: serviva argilla per impermeabilizzare i rifiuti. 81mila tonnellate, ovvero fino a 106 viaggi giornalieri. Molti camion.
Di meglio non si può fare vero? Una discarica dopo l’altra, decidendo caso per caso, sempre pensando che se no i posti di lavoro possono essere a rischio. Queste sono politiche ambientali? 
Enti locali allo sbando, a tu per tu con capitalisti di importanza internazionale, come Giovanni Arvedi, discariche enormi. E un’area che si chiama Tencara che da tanti anni poteva essere la soluzione di molti problemi e non è stata utilizzata.
La politica ha bisogno di qualcuno che sappia dire no, e magari coordinarsi, controproporre per tempo. Non è iniziato tutto a Crotta: ma anche lì è stato posto un delizioso tassello. Una megadiscarica. Avanti così?
A quando la prossima discarica? Quante saranno le discariche Arvedi? Ci si penserà all’ultimo minuto e si dirà sempre di sì?
Non servono grandi competenze tecniche. Occorre solo affrontare i problemi per tempo: qui la politica è venuta meno.
Invece di conficcare per sempre il gruppo Arvedi fra le case di Cavatigozzi e Spinadesco, l’acciaieria poteva godere di sistemazione assai più adatta e la zincheria pure. Il ministero esisteva, il governo pure, dal ’70 c’è anche la Regione. Programmare si poteva, far le cose meno a caso era un’opportunità molto interessante, perché l’industria deve prosperare nelle condizioni adatte.
Ma ci vuole la politica. Che sembra in vacanza perpetua: di politica industriale in Italia è difficile parlare.
Sarà un caso, è ovvio, ma il senso d’impotenza di Jane Alquati, la sua fiducia nel sindaco Biacca, si somma al sì convinto di Luigi Amore, col suo bel convinto sì all’affarone della Stogit a Bordolano e una bella promozione a Cremona, con la linea immutata del sì. C’è sempre qualcuno da accontentare, se no come si fa a lavorare? Sarò io il sospettoso, il maligno, ma tutto questo non mi piace perché dire no ha un senso, per sottolineare che occorre programmazione, da parte della Regione, che ha fatto di tutto in vari casi anche per creare problemi alla Provincia presieduta da Giuseppe Torchio, imponendosi con arroganza indicibile sul successore ciellino. Lo stesso Torchio poteva ottenere una programmazione? O è stato lasciato solo anche lui, vista la bella truppa del coro “Arvedi per voi”? E adesso il centrosinistra ce la farà a uscire dalla palude, o non ne uscirà mai? Jane Alquati proseguirà il suo lavoro, con tanti sinceri auguri, visto il suo lungo precariato, ma il forte centrosinistra dalle molte menti colte e raffinate? “Probabilmente abbiamo perso le elezioni per quel sì alla discarica Arvedi” ha commentato Jane Alquati, allineata e coperta dietro Libero Biacca.
Ci sono Comuni che hanno la tentazione di fare i furbi, a quanto si vocifera, che farebbero a gara per far costruire sul proprio territorio certi impianti che prevedono consistenti opere di compensazione. Paghi e costruisci ed è tutto legittimo.
Se in Regione Lombardia l’ambiente dà fastidio e la superficie agricola utilizzabile è scesa per la prima volta sotto il milione di ettari, c’è un motivo: che del suolo si fa mercato, si vende a buon prezzo, addirittura qualche volta con la conseguenza dell’apertura di inchieste penali, che a Crotta D’Adda non ci sono state, non era il caso. Il problema è diverso. Ed è che l’industriale guarda caso ha sempre ragione, perché la ricchezza è confusa regolarmente col merito, e si conquista sempre molta fiducia: “Arvedi ha tanti lavoratori”. In provincia di Cremona alcuni sindaci anche di centrodestra hanno detto no sul progetto di Cappella Cantone, ben più pesante di quello di Crotta, altri sindaci – di centrodestra o centrosinistra, non fa necessariamente differenza – invece il fatidico sì lo pronunciano. E’ vero che la grande industria contro il piccolo Comune ha mezzi molto maggiori, per questo gli enti superiori, l’amministrazione provinciale – che il presidente sia stato Giuseppe Torchio non impedisce di sollevare l’amaro dubbio – e la Regione dovrebbero essere vicini, perché gli uffici del settore Ambiente li hanno ancora e qualche anno fa erano un po’ più forti. E ha ragione l’ex sindaco Libero Biacca, che si occupò direttamente della richiesta del gruppo Arvedi, che si stava ampliando: “Al giorno d’oggi i sindaci devono avere conoscenze tecniche dettagliati in ambiti molto diversi tra loro. Con la riforma delle Province e del Comune, se il sindaco con i pochi assessori che avrà non è dotato di spirito manageriale e di conoscenze sarà molto difficile andare avanti”.
Peggio ancora “se si eliminano alcune Province – continua Libero Biacca, oggi capogruppo d’opposizione – A chi possono rivolgersi i sindaci se non alle Province?”.
L’ex sindaco Biacca spiega di essere stato illuminato da un assessore competente (non era la Alquati, che era assessore alla cultura e alle politiche giovanili: si capisce il suo senso di disagio nel riparlarne, non era la sua materia, ma un no lo possono dire tutti). In effetti irregolarità non ce ne sono. C’era solo qualche ricorso al Tar contro il gruppo Arvedi. Ma qui interessa il problema politico.
Interessa che la programmazione territoriale regionale, che lo sviluppo e anche l’impiego delle tecnologie avanzate per passa anche per dieci o cinquanta o cento Comuni che dicono no e chiedono alla Regione di cambiare registro.
Libero Biacca si è fidato, nel contesto in cui ha operato lo si capisce: “Si trattava di rifiuti inerti, non speciali, e di scorie che non credo che il signor Arvedi lasci uscire senza controlli; poi la Provincia aveva detto sì e la Regione aveva detto sì”. L’ex sindaco è andato personalmente a vedere altre discariche di quel tipo. Ha notato che i bambini vi giocavano sopra (a lavori ultimati, s’intende), e che gli impianti erano prossimi ai centri abitati.
“Se le scorie rientrano nella casistica perché devo dire di no? Gli enti locali devono assumersi responsabilità. Mi fa più terrore – incalza Biacca, e dice proprio ‘terrore’ – lo spandimento dei fanghi da parte di una ditta di Meleti (Lodi), che paga gli agricoltori e mette fanghi sui loro terreni. Io non so quali sono le conseguenze. Mi preoccupano anche certi impianti a biogas: le aziende agricole devono avere una certa dimensione per poter digestare quelle sostanze”.
Molto di quel che dice Libero Biacca è condivisibile, è plausibile. Il voto su un progetto è libero. Ma l’ampliamento dell’Arvedi, ricorda l’ex sindaco, “interessava soprattutto Spinadesco, Sesto e Cremona. Noi avevamo un’area adatta alla discarica e l’abbiamo usata”. Questo è il punto.
Ma vogliamo avere tanti sindaci che dicono sempre sì? Soprattutto nei prossimi anni quando le Province saranno ridotte? Avranno meno personale e più problemi, grazie alle dimensioni più ampie? E meno soldi.
Jane Alquati, oggi assessore alle politiche educative di Cremona, era allora assessore alla cultura e politiche giovanili di Crotta D’Adda: “Ho seguito quel che ha deciso il mio sindaco. Si è occupato lui del problema. Ma non vedo perché parlarne adesso”.
Perché c’è un uomo denunciato per diffamazione, perché c’è un assessore che passa da Crotta a Cremona guarda caso. E l’Osservatorio Arvedi, non sarebbe meglio convocarlo invitando anche una delegazione di cittadini di Cavatigozzi e Spinadesco? “Chieda pure all’assessore Bordi, che segue l’argomento con molta attenzione. A me la tutela dell’ambiente interessa e quel che posso lo faccio, con progetti anche negli asili nido”.
Jane Alquati si ripara, sta allineata e coperta e incassa un buon assessorato. Va apprezzata la sua schiettezza ma Crotta D’Adda non dovrebbe dire: “In fondo l’ampliamento dell’Arvedi riguarda altri Comuni”, proprio quelli confinanti.
E se Jane Alquati avesse detto no che cosa sarebbe successo? Non lo sapremo mai: nessuno ha mai detto no. Si ricorda un forse dell’ex sindaco di Cremona Paolo Bodini. “Sì alla centrale se il bilancio ambientale è positivo, no se il bilancio ambientale è negativo” era la sua formula per la centrale a turbogas che non fu mai realizzata. Non era un buon esempio da seguire? “Se l’inquinamento si riduce, negli effetti complessivi di un intervento che comprende anche la diffusione del teleriscaldamento e la riduzione dei camini e quindi dell’inquinamento, alla fine la centrale conviene”. A qualcuno è parso un discorso insensato. Forse non era male.
Allora nella giunta Perri, Perri compreso, c’è qualcuno che riesce a dire no o sono tutti capaci solo di dire sì ai grandi interessi economici? A loro volta poi strapazzati dalla crisi internazionale ma non ancora autorizzati a trasformarci in una grande discarica?
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