Da, dà, da’ : leggendo anche testi brevi è purtroppo raro trovare scritto correttamente da (o dà o da’), spesso sembra che le persone tirino a indovinare spargendo accenti e apostrofi nei posti sbagliati.
La difficoltà è che in questo caso si infrange il mito secondo il quale nella lingua italiana le parole si scrivono come si leggono (e viceversa). Infatti qui si legge comunque “da” indipendentemente dal fatto che sia scritto da, dà o da’, ma a seconda di come lo si scrive ha un significato ben preciso. La fortuna è che esiste una regola semplice da applicare che ci permette di evitare brutte figure.
“Da’ da bere del rosso a Mario che il il bianco gli dà acidità”
Entriamo nel dettaglio:
- da (senza accenti, né apostrofi):
presposizione semplice esprime origine e provenienza da un luogo (vengo da Roma), oppure il moto verso un luogo (passo da te), una distanza temporale (non sostengo esami da 2 anni, da domani mi impegnerò di più…), una separazione (la signora si è separata da suo marito, sto male lontano da te). La preposizione da sostiene anche alcuni verbi all’infinito: cosa c’è da mangiare? non ho niente da fare, il gol era da annullare.
La preposizione da è molto comune, la usiamo con disinvoltura un sacco di volte e non ci prestiamo attenzione, l’importante è che non la appesantiamo con inutili accenti o apostrofi. - dà (con l’accento sulla a):
terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo dare. Quindi quando si esprime l’azione di dare al presente si scrive dà. Es. Mario non mi dà niente, se tanto mi dà tanto, la squadra dà grandi soddisfazioni …
Quando si tratta di una terza persona (Egli, Ella) quindi scriviamo dà e ci mettiamo l’accento, ma mai l’apostrofo. - da’ (con l’apostrofo dopo la a):
seconda persona singolare dell’imperativo del verbo dare. Qundi quando si dà (terza persona singolare indicativo) a qualcuno l’ordine di dare occorre mettere l’apostrofo. Es. Alino, da’ via quella palla! Da’ qua che non sei capace! da’ la mancia al cameriere…
Quando il verbo è imperativo scriviamo da’, mettendo un bell’apostrofo dopo il nostro da, che quindi è scritto senza accento.
La regola è semplice, ora basta sapere distinguere un verbo da una preposizione e il modo indicativo dal modo imperativo.
Corollario
dà è l’unico monosillabo verbale che vuole l’accento (proprio per distinguerlo da “da preposizione”). Su do l’accento è facoltativo: scrivere ti dò un krafen non è errore. Tutti gli altri (va, fa, sa … etc. etc.) NON VOGLIONO L’ACCENTO