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Da dove arrivano le armi per i terroristi in Siria: non solo Qatar e Arabia, ma anche Usa, Croazia e ora…

Creato il 29 maggio 2013 da Informazionescorretta

siria armi ribelli terroristi UeLa rete che rifornisce di armi i ribelli siriani passa per Qatar, Arabia Saudita, Turchia, Giordania, Stati Uniti e persino Croazia. Finora non ha fatto consegne paragonabili alla potenza di fuoco del regime di Assad che, oltre ai propri agenti chimici, può contare sull’appoggio di Russia e Iran. I ribelli però non sono disarmati, e la decisione presa dalla Ue potrebbe avere due sbocchi: convincere Mosca a fermarsi, o aumentare quantità e pericolosità degli aiuti offerti agli oppositori.

Sul piano ufficiale, gli americani e gli altri alleati danno solo assistenza non letale: comunicazioni, intelligence, trasporti di aiuti. In segreto, però, si calcola che il solo Qatar abbia speso circa 3 miliardi di dollari in due anni, per far arrivare ai ribelli almeno 3.500 tonnellate di armi, secondo lo Stockholm International Peace Research Institute. L’emiro Sheikh Hamad bin Khalifa al- Thani ha preso l’iniziativa perché vuole un ruolo di leadership nella rifondazione del mondo arabo dopo la «primavera», e vuole ostacolare le manovre dell’Iran sciita.Quindi si è mobilitata anche l’Arabia, per il sospetto che il Qatar aiutasse estremisti siriani, mentre Turchia e Giordania hanno dato supporto logistico e politico, per evitare che la crisi di Damasco contagi il loro territorio. Gli Stati Uniti hanno fornito quanto meno assistenza non letale, copertura politica, e intelligence, compreso il «vetting » dei destinatari delle forniture, per evitare che le armi finiscano a gruppi legati ad al Qaeda come al Nusra.Voci sono corse anche sul coinvolgimento di Israele, che in ogni caso non si è opposto alle forniture. L’operazione più impressionante è quella condotta in Croazia, e rivelata dal giornale «Jutarnji ». Sotto il coordinamento americano, l’Arabia Saudita ha acquistato armi rimaste dall’epoca della guerra civile, inclusi lancia missili M79, Rpg 22,

lanciagranate Rbg-6. Quindi a partire dal novembre scorso sono decollati almeno 75 voli da Zagabria, che hanno portato le forniture in Giordania per la consegna via terra.

Gli aiuti del Qatar, invece, hanno seguito principalmente la rotta dell’aeroporto turco Esenboga, vicino alla capitale Ankara. Gli atterraggi qui sono cominciati all’inizio del 2012, ma si sono intensificati alla fine dell’anno scorso, con oltre 160 voli anche da Giordania e Arabia. Il primo atterraggio documentato fu quello di due cargo C- 130 della Qatar Emiri Air Force, arrivati ad Istanbul il 3 gennaio 2012. Tra l’aprile e l’agosto dell’anno passato il traffico era cresciuto, ma la vera accelerazione è avvenuta da novembre in poi, dopo le presidenziali americane.

I ribelli hanno ricevuto armi da vari fronti, compreso il contrabbando locale dagli Stati vicini, e quindi hanno un arsenale molto vario: fucili belgi, munizioni ucraine, granate svizzere.

Il blogger Brown Moses fa da tempo uno studio minuzioso di immagini e video in arrivo dalla Siria, controllando governativi e ribelli. Ha documentato la presenza nelle mani dell’opposizione di missili terra-aria SA-7, lanciarazzi Type 63, sistemi anticarro russi 9K115-2 Metis-M, e mitragliatrici pesanti contraeree ZU-23-2.

I ribelli si sono sempre lamentati del fatto che non ricevono abbastanza armi, e soprattutto della loro potenza. Questo, però, potrebbe cambiare in fretta. Infatti non solo la Ue ha tolto il suo embargo alle forniture, ma una settimana fa la C ommi s s i o n e Esteri del Senato americano ha approvato la legge presentata dal democratico Robert Menendez e dal repubblicano Bob Corker per autorizzare il governo Usa ad armare direttamente i ribelli.

Paolo Mastrolilli da New York per La Stampa


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