Maria Domenica Lo Faro 15 febbraio 2013 arte, luoghi, primo piano, visitare Nessun commento
Lo scorso 21 dicembre 2012 è stata inaugurata a Catania la mostra Da Evarco a Messalla. Archeologia di Catania e del territorio dalla colonizzazione greca alla conquista romana, che resterà aperta al pubblico fino al 10 marzo 2013. La mostra è ubicata nell’ampio spazio espositivo del Museo archeologico regionale “Ignazio Paternò Castello V principe di Biscari” (via Garibaldi n. 233), collocato all’interno dell’ex Manifattura tabacchi. Già dal titolo, programmaticamente, viene circoscritto l’arco cronologico illustrato dai reperti presentati al pubblico: Evarco è il mitico fondatore della città di Katane, che guidò i coloni provenienti dalla città di Calcide nel 729/728 a.C., mentre il console Massimo Valerio Messalla era il condottiero romano che conquistò la città nel 263 a.C., all’inizio della prima guerra punica. I reperti presentati al pubblico, pertanto, sono stati selezionati con l’intento di illuminare attraverso le testimonianze archeologiche una fase poco nota della storia di Catania, relativa alle prime fasi della vita della città, e quindi la mostra offre ampio spazio alle testimonianze di età arcaica e classica (VI-V a.C.), accompagnando il materiale con pannelli dettagliati e ricchi di immagini. La mostra prende le mosse dall’esposizione di una selezione di reperti risalenti alla fase preistorica, con alcune testimonianze relative ai rituali funerari dell’età del Rame (in particolare, brocche globulari deposte come offerte all’interno di sepolture nelle grotte indagate alle pendici collinari di Barriera), accanto a frammenti ceramici che testimoniano contatti con il mondo egeo.
Se il quadro delle testimonianze relative all’occupazione preistorica è relativamente povero di testimonianze, decisamente più nutrita appare la sezione relativa ai reperti di epoca arcaica e classica, provenienti sia da esplorazioni condotte negli ultimi 20 anni dalla Soprintendenza nel territorio cittadino, che da scoperte più antiche, come i materiali della celebre stipe di piazza San Francesco, un ricchissimo deposito votivo relativo a un santuario di Demetra, il cui culto, molto diffuso a Catania, è testimoniato anche attraverso un interessante rilievo in marmo ateniese del V sec. a. C. rinvenuto in via Manzoni nel 1939 e raffigurante Demetra che procede con una fiaccola in mano, seguita dalla figlia Kore colta nell’atto di sollevare un lembo della veste. Il deposito, venuto in luce nel 1959 in piazza San Francesco, è costituito da ceramica e coroplastica sia importata che di produzione locale, databile tra la fine del VII e il IV secolo a.C. Alla coroplastica, ossia la tecnica di modellazione dell’argilla per realizzare figurine in terracotta, è dedicato un approfondimento tematico che analizza le varie tecniche di fabbricazione. Un altro approfondimento tematico è riservato ai profumi e ai loro contenitori, che avevano un ruolo significativo nei rituali sacri e funerari. Inoltre, vengono presentati esemplari relativi alla monetazione dell’antica Katane ed alcune interessanti monete facenti parte del ripostiglio di Ognina, rinvenuto nel 1923 e contenente pregevoli pezzi, frutto della perizia dei più grandi maestri incisori sicelioti.
Inoltre, molte delle dieci vetrine centrali sono riservate all’esposizione dei materiali relativi a scavi condotti nella provincia, in particolare a Monte S. Mauro (Caltagirone), Monte Iudica, Grammichele, Licodia Eubea, Ramacca e Piano dei Casazzi (Mineo) sia in contesti abitativi che funerari e santuariali. E ancora, sono stati presentati alcuni reperti della collezione Vagliasindi del Museo Archeologico di Randazzo, rinvenuti alla fine del 1800 in contrada Santa Anastasia, ove fu individuata una necropoli databile tra il VI e il III-II a.C. Altre sezioni della mostra sono dedicate al teatro di Catania in età greca, e alla città di Adranon, ove recenti esplorazioni hanno interessato le mura di fortificazione e sono stati individuati ambienti abitativi e tracciati stradali. La città era un fiorente centro commerciale, come dimostra l’interessante produzione di terrecotte di argomento teatrale, recuperate in abbondanza, una selezione delle quali è stata esposta. Il quadro complessivo che viene presentato al visitatore restituisce l’immagine di una Catania vivace, di cui restano ancora segni dell’abitato e delle sepolture, fiorente di attività commerciali, ma anche rilevante centro di culto. Sicuramente lodevole è il tentativo di superare le molte difficoltà che, fino a questo momento, hanno privato Catania di un adeguato Museo archeologico che potesse rendere fruibili le testimonianze della storia della città, e bisogna sottolineare che il catalogo della mostra, distribuito gratuitamente all’utenza, è pregevole e scientificamente accurato; tuttavia, non può passare sotto silenzio la mancanza di una adeguata traduzione dello stesso materiale in altre lingue, e particolarmente in inglese, così come si nota la mancanza di pannelli in inglese a corredo delle vetrine, nonché delle stesse didascalie, presenti esclusivamente in italiano. Sarebbe auspicabile, in futuro, prevedere degli strumenti di divulgazione che possano rendere immediatamente fruibili tali eventi anche ai molti visitatori stranieri della città di Catania.
La fotografia in copertina è stata scattata da Maria Domenica Lo Faro
Da Evarco a Messalla
Archeologia di Catania e del territorio
dalla colonizzazione greca alla conquista romana
Museo archeologico regionale “Ignazio Paternò Castello V principe di Biscari”
Via Garibaldi n.233 – Catania
dal 21 dicembre 2012 al 10 marzo 2013
Apertura da martedì a sabato dalle ore 9.00 alle 13.00, domenica su prenotazione
Ingresso libero
Info: soprict@regione.sicilia-it / Tel. 095.7472111 – 095.7472304