Da Fiat Melfi al Senato: intervista a Giovanni Barozzino

Creato il 27 febbraio 2013 da Cassintegrati @cassintegrati

Queste erano le elezioni in cui gli operai sarebbero dovuti entrare in parlamento. Ma Rivoluzione Civile non ha passato la soglia del 4%, e oggi tutta la responsabilità di portare il ‘Lavoro’ alla camera resta sulle spalle di Giovanni Barozzino, neo eletto senatore Sel. Giovanni è uno dei primi lavoratori di cui abbiamo scritto su questo blog:  uno dei tre operai Fiom, della Fiat di Melfi, licenziati il 14 luglio 2010 a causa di uno sciopero con l’accusa di sabotaggio. Reintegrati dal giudice, poi isolati dai colleghi e impossibilitati a svolgere attività sindacale.

Nel marzo 2011 Barozzino ci diceva: “Non auguro a nessuno di vivere quello che stanno facendo vivere a noi perché c’è in gioco la dignità del lavoro e dell’uomo. Stiamo in una stanzetta a mezzo chilometro dalla produzione e a malapena riusciamo a svolgere l’attività sindacale”. Avevamo poi pubblicato sugli sms di minacce da lui ricevuti, così come il documento firmato da tutti i sindacalisti presenti la sera del 14 luglio – poi ritrattato – che assolveva Barozzino e gli altri dal sabotaggio. Esattamente un anno fa pubblicavo su L’Espresso l’audio registrato di nascosto in cui il caporeparto di Melfi ammetteva con due operai che Barozzino era stato allontanato perché: “Difendeva i lavoratori fino allo spasimo”, documento poi ripreso in tv da Presa Diretta. Abbiamo intervistato Giovanni Barozzino.

Da operaio licenziato a Senatore, cosa cambia?

È una bella responsabilità ma sono abituato, se pensi alla mia vicenda con la Fiat di questi ultimi anni. Cosa cambia? Non molto: abbiamo fatto una campagna elettorale senza un soldo, coi volantini senza neanche le foto. E non mi trasferisco a Roma, sarò pendolare. Non posso e non voglio lasciare Rionero e Melfi.

Il Pd vincitore sconfitto, Berlusconi in rimonta, Grillo vero vincitore. Che succede ora in parlamento?

Succede che il Pd paga le sue politiche troppo a favore di Monti. Negli ultimi giorni di campagna elettorale sembrava davvero strano: da una parte Bersani a difendere le riforme di Monti, dall’altra lo stesso Monti che si tirava indietro… e alla fine Bersani non ha capito bene cosa sia successo.

Perché Grillo ha preso così tanti voti?

Perché le persone sono stanche, distrutte dalla crisi. Quanto a lungo abbiamo detto, ad esempio, che i lavoratori sono stati lasciati soli dalla politica… e quella di Grillo non è antipolitica e non va sottovalutata.

I lavoratori chi hanno votato?

A me, per esempio, mi hanno votato i lavoratori. Ho preso circa 15.000 voti e la Basilicata è la seconda regione dopo la Puglia per Sel. Ma è indubbio che probabilmente molti lavoratori, nel resto d’Italia, hanno votato Grillo. Lo ripeto: i lavoratori sono stati lasciati soli in questi ultimi anni. Bisogna starci in mezzo ai lavoratori, andare in mezzo alla gente, per poter riportare le loro rivendicazioni in politica. Questo è sempre stato il mio impegno, ma non da adesso…

Cosa farai ora in Senato?

Sul lavoro: serve la legge sulla rappresentanza nelle fabbriche. Il discorso è semplice: gli operai prima di tutto sono cittadini. Tutti si riempiono la bocca oggi parlando di partecipazione e legalità, ma nelle fabbriche non si può votare liberamente. Questo è il primo punto, che poi consiste nell’abrogazione dell’art.8 della manovra finanziaria, e sicuramente subito dopo si parla di articolo 18 e del licenziamento per giusta causa, per cui abbiamo raccolto migliaia di firme in giro per il paese. Poi: intervenire sulla Riforma Fornero, che finora non ha portato alcun beneficio, e anzi, stando alle inchieste di questi ultimi giorni, pare abbia peggiorato la situazione dei precari.

Riuscirete a risolvere lo stallo della maggioranza in Senato?

Penso che dovremo confrontarci col Movimento 5 Stelle, ad esempio su lavoro, pensioni, l’articolo 18, la legge sulla rappresentanza, l’Università, i precari… sono tutti ambiti su cui si può collaborare, credo.

di Michele Azzu | @micheleazzu


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