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Da Flavio a Nervi

Creato il 27 luglio 2013 da Loredana De Michelis @loridemi
Da Flavio a Nervi
Se hai camminato sulla passeggiata chiedendoti dove finiva, beh finisce lì. Ci sono anche le lapidi sul muretto che guarda il porticciolo: non sono di gente morta, ma di gente che ha voluto lasciare un ricordo, un’opera pittorica, una poesia su ceramica. Un’iniziativa simpatica e una volta tanto non pedagogica, semplice voglia di farlo, tanto tempo fa: alcune piastrelle non sono più leggibili. Poi ci sono dieci signore anziane con i capelli bianchi e lo scamiciato scuro sedute in fila all’ombra del rampicante che contemplano i pochi tavolini di metallo protetti dal muretto e dagli ombrelloni. L’insegna di Flavio e l’arredamento del bar semplicemente dicono che che non è successo niente di importante dagli anni settanta in poi, per cui le cose dovessero essere cambiate. Da Flavio a NerviSul retro c’è un cortiletto ligure e il bagno si apre direttamente sulla cucina. I gelati stanno ancora nei contenitori cilindrici d’acciaio col coperchio pesante e questo è già un buon inizio, ma ordinando una granita alla mandorla rinuncio a credere che qui ci sia ancora il gelato migliore di Nervi e mi preparo per il mio sciroppo d’orzata nel ghiaccio. Ci rimango male quindi, quando mi ritrovo, per ben 3 euro, un bicchiere di quello che sembra senza ombra di dubbio un gelato alla nocciola.
Non dico nulla, mai protesto contro i disservizi turistici, in parte è noia, non voglio guastare la giornata bella con discussioni che finiscono comunque con l’amaro in bocca. In parte è avventura: voglio sapere cosa succederà e quindi assaggio la “granita”. In effetti il ghiaccio è tritato così finemente da avere una consistenza vellutata, soltanto più aerea e leggera del gelato, alla mandorla vera, con cui è stata mescolato. Sgranocchio fettine di mandorle tostate che trovo nella granita, più simile ad una mousse ghiacciata, e guardo il barista, immagino il Flavio, stupita e contenta. Lui non fa una piega, né di orgoglio, né di altro. La mia sensazione è che non gli risulti che la granita si faccia in nessun altro modo. Sarà anche passato uno dei tanti rappresentanti a tentare di rifilargli la macchina che gira, ma secondo me il Flavio ha pensato che costava troppo e si faceva anche senza: ora che guardo meglio noto che non ci sono sciroppi sul bancone, le granite sono fatte con gelato e una palata di neve che viene da un altro contenitore e che si grattugia da un blocco di ghiaccio la mattina. Quando finisce si rifà e questo è quanto.
©Loredana de Michelis
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