Un governo incapace, composto da persone incapaci, non perde occasione per dare dimostrazione dei propri limiti.
Avevamo già parlato dell’aumento del costo carburante per compensare le mancate entrate dell’IMU ma è notizia di questi giorni che entrerà in vigore una nuova normativa destinata ad aumentare le tasse su smartphone e tablet.
Si parla di equo compenso, ma è già stato ampiamente dimostrato che in Italia la parola “equo” è stata violentata e calpestata, in qualunque ambito venga utilizzata.
Equo compenso, dunque. Un decreto che serve per andare a risanare la SIAE (Società Italiana degli Autori e degli Editori) per i mancati introiti derivanti dalle copie private di canzoni, film e qualsiasi cosa coperta da diritto d’autore. Perché, dal momento che nei dispositivi in grado di immagazzinare file digitale possono essere caricati film, canzoni e libri, diventa naturale applicare una tassa.
Ma soprattutto – e qui si potrebbe aprire un romanzo – l’idea è che tutti quelli che acquistano smartphone e tablet ma anche chiavette USB, hard-disk, computer, dvd, cd, memory card siano dei pirati. Pirati che non acquistano legalmente la canzone o il film ma lo scaricano dai vari server stranieri che offrono l’opportunità di farlo.
Chi acquista musica o film da iTunes, GooglePlay, Amazon nel prezzo è compreso il diritto d’autore. Quindi, acquistando un supporto di memorizzazione dati o un lettore oppure, appunto, uno smartphone, il diritto d’autore si paga una seconda volta. Non riuscendo ad arginare il fenomeno della pirateria, la soluzione è far pagare tutti, indistintamente.
Naturalmente non si tratta di un provvedimento condiviso in tutto il continente anzi, in altri paesi con una classe politica mentalmente un pochino più avanzata della nostra, l’equo compenso non esiste e nemmeno se ne parla. Noi riusciamo sempre a distinguerci dando l’esempio peggiore e sempre a discapito delle solite 50 milioni di persone che abbassano la testa e sperano che il padrone sbagli la bastonata.
Lo Stato che incassava circa 80 milioni di euro all’anno grazie al decreto Bondi che aveva introdotto la tassa, ora incasserà più di 200 milioni di euro con un aumento che sfiora il 300%. Nello specifico, la tassa per un tablet passa da 1,90 euro a 5,20 euro. Quella per un computer passa da 1,90 euro a 6 euro, quella degli smartphone invece da 90 centesimi a 5,20 euro.
Tutti ladri, tranne quelli che infilano le mani nelle nostre tasche.