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Da Geocities ai servizi a pagamento

Da Gabbianoj

Me lo ricordo ancora, quando Geocities offrì per la prima volta dello spazio gratuito su Internet.
Sembrava incredibile, perché allora (era il 1995 o giù di lì) ben pochi servizi sulla rete erano gratuiti (forse nessuno?), e infatti quella mossa attirò l’attenzione di tutto il mondo, e le pagine ospitate crebbero di giorno in giorno, fino a diventare milioni.

Geocities era un sito nato proprio con quello scopo, offrire uno spazio a tutti, gratis,  per pubblicare i propri contenuti.Poche utilità per creare le pagine, all’inizio in realtà nessuna; un primo concetto di aggregazione, con lo spazio del sito suddiviso in una sorta di zone, come, che so, Wallstreet per chi, in teoria, era più interessato all’economia o alla finanza (ma in realtà potevi pubblicare quello che volevi in qualunque zona tu risiedessi)

Un successo strepitoso, nuovi utenti e visitatori ogni giorno.

Poi il passaggio sotto Yahoo nel boom delle dotcom, poi la chiusura.

I tempi cambiano, il web cambia e a volte cambia molto rapidamente.

Oggi credo che la maggior parte delle persone si aspetti di fruire gratuitamente della maggior parte dei servizi su Internet, al contrario di quanto non fosse in passato.

Nuovi modelli di business, grazie anche a una quantità di utenti cresciuta esponenzialmente, consentono di guadagnare pur nella completa gratuità (apparente), ad esempio grazie alla pubblicità, facile da aggiungere ai propri contenuti grazie a gestori globali come lo stesso Google.

Ci pensavo perché pensavo al mio template wordpress, che globalmente mi soddisfa, ma non così tanto per i font e per i titoli, che vorrei avessero maggior risalto.

Ho l’impressione che l’unico modo per avere un template che mi piaccia completamente sia pagare per modificare uno di quelli offerti.
Considerato l’uso saltuario che faccio del blog, non mi è finora parso opportuno.
Inoltre, credo che a quel punto sarebbe più saggio pagare per un servizio di hosting esterno a wordpress.com, usando sempre wordpress come piattaforma che gestisce il blog. Perché in quel modo puoi modificare tutto quello che vuoi.
Sorgerebbe però la necessità di aggiornare da solo la piattaforma a ogni rilascio fornito da wordpress.org, perché nel software non sono presenti solo nuove funzionalità, ma anche aggiornamenti per la sicurezza, oggi molto importanti.
Ci sarebbe in effetti una via di mezzo, pagare un hosting wordpress esterno, che si occupasse lui di installare e aggiornare il software, ma consentisse ogni possibile modifica, invece di pagare, che so, per inserire contenuti multimediali, o per modificare il template come qui su wordpress.com. Il primo sito che ho trovato che offre un servizio del genere è Hostgator, con l’offerta per wordpress a circa 4 dollari al mese: http://www.hostgator.com/apps/wordpress-hosting.shtml. Non esattamente pochissimo, pare però sia affidabile e professionale.

Per un uso hobbistico direi tutto sommato che wordpress.com è ottimo.
Mi dà un po’ fastidio il fatto che il blog, e tutti i link, siano però legati al dominio wordpress.com, perché questo significa che nel momento in cui decidessi di staccarmi da esso, perderei il posizionamento sui motori di ricerca e tutti gli eventuali collegamenti dall’esterno non funzionerebbero più. A meno di non pagare per il servizio di reindirizzamento fornito da wordpress.com.
Una soluzione che non scomoderebbe trasferimenti e risolverebbe questo problema sarebbe pagare wordpress.com per avere un proprio dominio rimanendo in hosting su di esso. In caso di trasferimento, tutti i link punterebbero al dominio “acquistato” che ci si potrà portare appresso, e non sorgerebbero problemi nello sganciarsi.

Secondo me per certi servizi può valer la pena pagare, e trovo che a volte ci sia un fattore psicologico che ci fa percepire certi costi come maggiori rispetto a ciò che sono. Penso più che altro che a volte spendiamo cifre superiori per beni che magari usiamo molto meno di certi servizi, ma la questione è che se il servizio non è così importante per te, non ti sentirai certo spinto a pagare per usufruirne, considerato che alla fine non ti rimarrà in mano niente di concreto.



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