da "Il capitalismo e la crisi ambientale" di Murray Bookchin

Creato il 05 novembre 2011 da Lucabilli
In una società basata sulla crescita in nome della crescita, senza costrizioni morali che la inibiscano, il mondo intero è soggetto a essere ricostruito e nel peggiore dei modi. La "prima natura", come la chiamava Cicerone (il mondo naturale che si è evoluto senza l’intervento della mano umana) e la "seconda natura" (la forma dell'evoluzione naturale guidata dal pensiero e dalle azioni umane) si trovano oggi in aspra contrapposizione al livello delle forme di vita complesse. La nostra "seconda natura" minaccia di semplificare drasticamente la "prima natura" dalla quale noi stessi come specie e tutte le altre forme di vita complesse siamo emersi. Eppure, ciò che è clamorosamente evidente è che nessuna delle due forme di natura può esistere senza l’altra. È un’idiozia dei moderni primitivisti quella secondo la quale dovremmo tornare totalmente al passato primordiale per evitare il suicidio della specie - anche se questo non è più possibile senza che si verifichi quello stesso suicidio che un tale ritorno produrrebbe. Non possiamo tornare alle caverne così come non possiamo creare il paradiso tecnocratico di Buckminster Fuller senza arrivare all’auto-annichilimento.
Ciò di cui abbiamo bisogno oggi è una trascendenza o Aufhebung di entrambe le nature, la "prima" e la "seconda", per arrivare a una fusione e a un progresso oltre queste due in una "natura libera", in cui gli elementi migliori delle due diano vita a un’età guidata dalla spontaneità della "prima natura" e dalla razionalità della "seconda". Mi riferisco a una natura pensante che può percepire la realtà attorno a sé e scegliere in modo ragionato le alternative e le improvvisazioni insite nella creazione di un’evoluzione sapiente della vita. Questa nuova natura rifiuterebbe le grandi conurbazioni che hanno preso il posto della terra coltivabile, i rifiuti che inquinano vaste aree degli oceani, i veleni letali che infestano la catena alimentare umana, i cambiamenti climatici che causano il cancro della pelle e dei polmoni - eccetera.
Lasciatemi spiegare che questa nuova natura tenterà di armonizzarsi combinando le caratteristiche migliori e più razionali della prima e della seconda natura. Combinerà ciò che è strettamente umano, come ad esempio le macchine, con ciò che è strettamente non-umano, come la fotosintesi, in un sistema orientato in senso antropo-ecologico di ecologia sociale. Sarà allo stesso tempo restaurativo e creativo, facendoci ritornare a un tempo in cui l’umanità si trovava ancora sulla soglia tra la biologia e l’antropologia. Sarà una cultura creata in modo cosciente e costruita in modo spontaneo. E sarà una cultura che combina il gioco libero della "prima natura" con il progetto ragionato della "seconda", che risponde ai bisogni dell’istinto e della mente, dello spirito e del pensiero, del riconoscimento di una necessità e della conoscenza dell’universo aperto dell’incognito e delle contraddizioni.
E inoltre, formerebbe un unico tessuto della conoscenza appena distinguibile di un mondo remoto e del ricco discernimento di un mondo che è ancora in divenire. Come la filosofia, sarebbe la conoscenza di ciò che è stato assieme a ciò che è in via di realizzazione. L’umanità è sempre stata su questa soglia, ed è proprio questo che ha reso la nostra specie tanto particolare e creativa. La parola ecologia è essenzialmente un modo naturalistico per dire dialettica - un continuum in cui ciò che era, ciò che è e ciò che sarà è una presenza pulsante in mezzo a una realtà vera che è sempre un continuum. Proprio come la parola sociale in ecologia sociale è un altro modo per dire socialismo, così la parola ecologia è un altro modo per dire sviluppo dialettico e continuo .

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