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Da immigranti a saggi digitali

Da Maestrarosalba

L'articolo apparso ieri su Medialog, del prof. C. Rivoltella ha offerto l'occasione ad un piccolo gruppo su feisbuk di riflettere  sulla divisione di Prensky tra nativi digitali (gli alunni) e immigranti digitali(noi) che appare in buona sostanza superata dai fatti. Lo stesso Prensky propone una nuova classificazione, presupponendo il passaggio per molti di noi alla natività digitale, di fatto una cittadinanza acquisita con l'uso piuttosto intensivo. Non voglio ripetere tutta la questione, che tanto è scritta lì dove ho messo il link, vorrei esplicitare qui una riflessione che ho fatto ieri rimuginando sulla questione. La suddivisione è questa (riporto da Medialog):

a) quello del saggio digitale (digital wisdom). Si tratta di un utente, giovane o anziano che sia, capace di un uso critico e responsabile delle tecnolgoie digitali;b) quello dello smanettone digitale (digital skilness). E' colui che possiede le competenze tecniche già attribuite al nativo: rapido, esperto, dotato di grande dimestichezza rispetto ai diversi supporti;c) quello dello stupido digitale (digital stupidity). E' colui che delle tecnologie fa usi impropri, dannosi, trasgressivi; o anche colui che rifiuta a priori di avvicinarsi ad esse ritenendole fonte di tutti i mali.


Secondo me vi è anche un passaggio più sostanziale dalla quantità alla qualità. La prima suddivisione si basa sulla capacità di utilizzo, in termini pratici nella quantità di operazioni che il nativo riesce a compiere, praticamente tutte a fronte di un immigrante che utilizza ma senza senza avere quella scioltezza di chi con il mezzo ci è nato. D'altronde chi non si è riconosciuto in questo? E a scuola quante volte abbiamo detto che gli studenti ne sanno più di noi?
Qantità vs qualità La nuova suddivisione pone invece l'accento sulla qualità. In fin dei conti dopo vent'anni di utilizzo come si fa a non dare la cittadinanza digitale? Certamente permangono tutte le fumature circa l'utilizzo appropriato dello strumento che una classificazione su tre punti non può contenere. Il saggio, lo smanettone e lo stupido digitale compiono operazioni differenti in merito alla qualità dell'utilizzo. Addirittura lo stupido digitale è colui che si rifiuta di utilizzare il mezzo, e qui tornano alla mente i tanti docenti che ritengono dannose le tecnologie digitali. L'asse è profondamente spostato: non è detto che chi con le tecnologie ci è nato, ne faccia un buon uso. Ma neppure chi ci è arrivato tradivamente. Nella questione entra l'individuo e la sua capacità di scelta, prima contava l'opportunità, l'esposizione al mezzo. Ora conta che l'uso che se ne fa. Potremo dire che questa suddivisione è più politicamente corretta? Un po' si a dire il vero. Da Immigranti a Saggi Digitali: Quantità Verso Qualità

 


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