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Da involtino ad arrosto farcito

Da Silva Avanzi Rigobello

Uno dei miei film preferiti è Frankenstein Junior di Mel Brooks.
Vi ricordate quando Gene Wilder, in preda all’eccitazione urla: “Si… può… fare!”? Ebbene io ho fatto lo stesso!
Sviluppando l’idea de Gli involtini della domenica (post del 25 marzo), confermo che si può fare un eccellente arrosto ripieno di prosciutto cotto e fontina.

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Facile: occorre procurarsi 8-900 gr di fesa di vitello in una sola fetta ben battuta.
Si appoggia sul piano di lavoro, si sala appena, si spargono alcune foglioline di salvia tritate, si copre con 200 gr di prosciutto cotto tagliato a fette spesse e si sistemano sopra, una accanto all’altra 150 gr di fette di formaggio fontina (ma anche di Asiago, a me decisamente più vicino).
Si avvolge la carne tenendo bene all’interno il ripieno, si avvolge in sottili fette di pancetta (quella denominata Piacentina è la migliore) e si lega come al solito con alcuni giri di spago.
Si fa rosolare in un tegame con olio e burro, salvia, rosmarino, timo, alloro e aglio e quando è dorato si sfuma con 1 bicchiere di vino bianco.
Si lascia evaporare, si aggiunge un mestolo di brodo e si porta a cottura a tegame coperto aggiustando di sale e pepe.
Alla fine si toglie l’arrosto dal tegame e si tiene in caldo avvolto in due fogli di alluminio.
Si fa restringere il sugo a fuoco vivace, si filtra e si versa in salsiera.
Si elimina lo spago, si affetta non troppo sottile il nostro grosso involtino e si irrora di salsa.

È un altro arrosto squisito, delicato ma contemporaneamente appetitoso perché tutti gli odori che ho aggiunto gli danno carattere e sapore.
Chi volesse comunque un ripieno ancora più gustoso, potrà pensare di sostituire il prosciutto cotto con la mortadella di Bologna.


Archiviato in:Secondi piatti Tagged: alloro, brodo, Fesa di vitello, Fontina (oppure Asiago), pancetta Piacentina, prosciutto cotto (oppure mortadella di Bologna), rosmarino, salvia, spicchi d'aglio, timo, vino bianco

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