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Da Lucca Comics 2012: Stefano Raffaele ed una carriera “poco ortodossa”

Creato il 06 novembre 2012 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Compresso tra due incontri particolarmente attesi e seguitissimi, nello showcase a lui dedicato, Da Lucca Comics 2012: Stefano Raffaele ed una carriera “poco ortodossa”> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="210" width="210" alt="Da Lucca Comics 2012: Stefano Raffaele ed una carriera poco ortodossa >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-59275" /> ha avuto la possibilità di raccontarsi a un pubblico, quello italiano, che nei fatti ha avuto pochissime possibilità di leggere nella nostra lingua dei fumetti da lui disegnati.
L’incontro si è tenuto a Lucca sabato 2 novembre alle ore 14 durante l’ultima Lucca Comics and Games, preceduto dall’incontro con il regista Enzo D’Alò e il disegnatore Lorenzo Mattotti, che han parlato del film di animazione e del volume della Rizzoli Lizard dedicati a Pinocchio [1] , e seguito da quello con Giorgio Cavazzano, incentrato sulla presentazione del volume Disney D’Autore.

Lo showcase è stato introdotto da Andrea Plazzi, notissimo traduttore, editore, redattore e amico de “Lo Spazio Bianco” [2] , che ha condotto l’incontro cercando di far conoscere ai presenti l’iter professionale del disegnatore meneghino.
In apertura il buon Plazzi, come per tutti gli incontri da lui moderati, ha mostrato uno schizzo di Joe Kubert, autore che ha fatto la storia del fumetto statunitense e mondiale, venuto a mancare questo agosto allungando la lista dei decessi illustri nel campo fumettistico particolarmente nutrita di questo 2012:  esposto attualmente presso il Museo WOW di Milano, si tratta di un “Tarzan” donato ad Andrea Plazzi in occasione della presenza del maestro statunitense di origini polacche alla Fiera di Lucca del 1978.

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Negli anni novanta lo stesso Stefano Raffaele aveva frequentato The Kubert School [3] per uno stage estivo a cavallo fra il secondo ed il terzo anno di corso alla Scuola Del Fumetto di Milano [4] .
Come si accennava in precedenza, la “costruzione di una carriera”, fatta attraverso le domande di Plazzi e le risposte dell’autore, è servita a presentare Stefano, molto apprezzato fra i suoi colleghi italiani, ad un pubblico che forse ne aveva perso le tracce.

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Mentre l’autore schizza con un portamine dal tratto sottile il disegno di uno zombie, racconta al pubblico gli inizi della sua carriera, che vanno ricercati a metà degli anni novanta, quando la passione per il fumetto supereroistico e un talento innato nel disegno lo spinsero ad affrontare corsi di studio specifici per poter intraprendere una carriera professionale come disegnatore di fumetti. Dopo aver realizzato il numero 4 di Lazarus Ledd della Star Comics (il “bonellide” non made in Bonelli di maggior longevità e successo in Italia) e il numero 1 di Il Potere e La Gloria (anche questo scritto da Ade Capone e fra i primi tentativi di costruire storie di supereroi italiani) il disegnatore, cercando di prendere il toro per le corna si armò di cartellina e buona volontà e decise di volare a New York per proporsi ai maggiori editori statunitensi.
Va ricordato, anche se ci fa sentire decisamente vecchi, che all’epoca i contatti con l’estero (o il lavorare dall’Italia per gli Stati Uniti) non erano così semplici come oggi; internet era più o meno agli albori e di Facebook vi era alcuna traccia neanche nei migliori sogni di Zuckerberg. Un autore italiano che lavorava per la Marvel, per esempio, doveva inviare le tavole originali con corriere in America, magari dopo aver mandato via fax gli schizzi, in una redazione dove da ogni parte del mondo arrivano quotidianamente disegni, colorazioni, lettering in tempo reale; tutt’altro impegno piuttosto che inviare come oggi la scansione con un click di computer su un server dell’editore…

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Il sogno del giovane Stefano, il cui tratto all’epoca oscillava tra l’astro nascente del Comicdom statunitense Jim Lee e l’italianissimo, buscemiamo, Claudio Castellini, era destinato ad avverarsi in breve tempo. La Valiant [5] , all’epoca casa editrice fra le prime quattro negli Stati Uniti a pubblicare fumetti di supereroi, adocchia l’artista italiano e lo mette al lavoro su Eternal Warrior e X-O-Manowar. Da lì il disegnatore inizia una fulminea carriera che lo porta a collaborare con le altre major statunitensi mettendo la matita in serie di gran successo quali X-Factor per la Marvel o realizzando un vero e proprio sogno disegnando Conan su testi del mitico Roy Thomas.

Paradossalmente il sogno è destinato a trasformarsi quasi in un incubo: quello che è sempre stato il fumetto preferito di Stefano offre al disegnatore lavoro senza soluzione di continuità. A un ritmo di oltre 20 tavole al mese, dopo circa cinque anni,

Da Lucca Comics 2012: Stefano Raffaele ed una carriera “poco ortodossa”> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="330" width="246" alt="Da Lucca Comics 2012: Stefano Raffaele ed una carriera poco ortodossa >> LoSpazioBianco" class="alignright size-medium wp-image-59270" />Stefano si ferma, stanco di disegnare supereroi (anche se non di leggerne le gesta) e di non aver tempo per sperimentare nuovi percorsi artistici.
L’autore racconta che per un anno decise di non accettare alcuna commissione lavorativa, soprattutto se supereroistiche. Durante questo periodo Stefano cambia vita; sempre sollecitato dalle domande di un incuriosito Plazzi, sorride ricordando come amici e colleghi vedevano nella sua scelta gli estremi della follia. Trasferitosi in Sardegna si dedica ad uno studio del bianco e nero e del genere horror o thriller, soprattutto attraverso film di genere quali quelli di Hitchcock piuttosto che di Truffault, e cerca di svuotare la sua testa e la sua mano dai segni che mi hanno caratterizzato lo stile nella prima parte della sua carriera professionale. Stefano Raffaele due punto zero è un uomo nuovo che disegna in modo assolutamente differente dallo Stefano Raffaele precedente.
Il frutto di questo anno sabbatico, durante il quale gode dell’amicizia e degli insegnamento dello sceneggiatore Lorenzo Calza [6] , è Fragile. Stefano scrive, sceneggia, disegna, lettera… stampa questo fumetto dalla tematica oggi particolarmente di successo, gli zombie.
Nelle intenzioni dell’autore, Fragile non è una banale storia di zombie vista dagli occhi di chi deve liberarsene. Piuttosto è un racconto dal punto di vista degli stessi zombie: i protagonisti sono consci del loro status e in questo caso particolare cercano di rallentare il disfacimento fisico post mortem per prolungare la loro “sopravvivenza” e tenere in vita il sentimento di amore sbocciato in queste incredibili circostanze.
Da Lucca Comics 2012: Stefano Raffaele ed una carriera “poco ortodossa”> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="300" width="229" alt="Da Lucca Comics 2012: Stefano Raffaele ed una carriera poco ortodossa >> LoSpazioBianco" class="size-medium wp-image-59277 alignleft" />Fa girare l’albo fra editori e amici; raccoglie consensi ma la storia non è di facile collocazione sul mercato. Viene serializzata sulla nuova Metal Hurlant (sia edizione americana che francese), poi raccolto in volume unico tramite etichetta DC Comics/Humanoids e poi anche in tre volumi per la Francia.

Il nuovo Stefano Raffaele raccoglie però a stretto giro i frutti della sua rinascita artistica: l’albo viene visto negli uffici della Dark Horse, piace a Mike Mignola e viene contattato per disegnare Hellboy: Weird Tales #1, oltre alla miniserie The Blackburne Covenant [7] , scritta da Fabian Nicieza. Con le prime commissioni extra-supereroistiche il nome di Stefano torna a rimbalzare sui tavoli degli editori, soprattutto, quindi, per lavori che per tematiche e ambientazioni sono nelle corde del nuovo “Raffaele”.

Dopo i primi lavori 2.0, grazie ai suoi disegni, alla ormai matura costruzione della tavola e una sempre presente attenzione per le inquadrature di effetto (forse unica eredità del passato supereroistico), Stefano viene contattato per i primi incarichi importanti in Francia, arrivando a realizzare serie (tutte scritte dall’autore Christophe Bec), quali Pandemonium, Sarah, Under, Prométhée [8] .

Rispondendo alle ultime domande di Andrea Plazzi, si passa ad accennare qualcosa sul come attualmente realizzi i suoi fumetti. Grazie all’aiuto di molte illustrazioni che scorrono in video scopriamo che Stefano disegna a matita le tavole in maniera praticamente definitiva. Una sua tavola a matita è in pratica la definitiva solo un po’ più chiara;  basta pertanto effettuare una ripresa con lo scanner e, utilizzando Photoshop, scurire i grigi, contrastare il tutto e rendere pieni i neri… e consegnare la tavola al colorista (come se fosse stata chinata). In video vediamo anche come le colorazioni d’effetto realizzate sui suoi volumi francesi esaltino particolarmente lo stile quasi fotografico di Stefano.
Uno stile che però è realizzato ancora nella vecchia tradizione del disegnatore chino su un foglio di carta con una matita in mano. Nello scorrere delle immagini spunta una tavola e una vignetta dal tratto decisamente più grossolano e meno preciso, con linee non chiuse e grazie alla quale Stefano accenna a quello che potrebbe essere il suo prossimo step artistico.

Da Lucca Comics 2012: Stefano Raffaele ed una carriera “poco ortodossa”> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="314" width="576" alt="Da Lucca Comics 2012: Stefano Raffaele ed una carriera poco ortodossa >> LoSpazioBianco" class="ngg-singlepic ngg-center aligncenter" />L’autore milanese confessa di voler provare a realizzare disegni con una minore perfezione, puntando ad un maggiore impatto emotivo.
Mi è sempre piaciuto disegnare d’istinto, schizzare più che definire. C’è più anima, nei disegni“, ci raccontava, in tempi lontani e non sospetti, qui.

Quello che è già apprezzabile nel Raffaele moderno, ovvero le inquadrature mozzafiato, la correttezza inappuntabile, quasi fotografica di ambientazioni e anatomia e l’innegabile capacità di rendere le espressioni dei volti, dovrebbe essere quindi traghettando da un segno meno pulito, sicuramente non perfettamente chiuso, più spesso, più grossolano, realizzato con un pennarello su matita grezza fatta solo per delineare gli ingombri, l’anatomia e le posizioni dei personaggi.

Da Lucca Comics 2012: Stefano Raffaele ed una carriera “poco ortodossa”> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="600" width="457" alt="Da Lucca Comics 2012: Stefano Raffaele ed una carriera poco ortodossa >> LoSpazioBianco" class="aligncenter size-full wp-image-59269" />Senza apparentemente preoccuparsi di chi voglia pubblicare i suoi lavori realizzati con questa uova tecnica, il camaleontico Raffaele rende pubblica quindi la sua volontà (o il suo sogno) di cambiare ancora. Il fumetto supereroistico, con le sue scadenze, i suoi tempi ristretti e tutto sommato la ripetitività dei personaggi e delle ambientazioni erano diventati una gabbia dalla quale aveva deciso di uscire con la stessa e determinazione con la quale vi era entrato.
E se il fumetto francese, con il suo tratto pulito e la gran frequenza di vignette, dovesse diventare per il “poco ortodosso” Raffaele una nuova gabbia, sappiamo già che con quella che sembra una enorme serenità l’autore meneghino non esiterà a rimettersi nuovamente in gioco, anche rischiando di azzerare gli apprezzamenti che ora ha presso i maggiori editori del fumetto internazionale.

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Il sito dell’autore
La biografia dell’autore sul sito di Lucca Comics and Games

Note:

  1. rizzoli.rcslibri.corriere.it/libro/5564_pinocchio_d_alo_mattotti.html [↩]
  2. qui il suo blog [↩]
  3. La scuola – http://www.kubertschool.edu/ – fondata e diretta per decenni da Jope Kubert; ne abbiamo parlato qui [↩]
  4. il sito ufficiale [↩]
  5. casa editrice attualmente ripartita con un restyling e riedizione dei suoi personaggi più famosi [↩]
  6. con cui aveva realizzato la saga Arkhain per la Panini Comics [↩]
  7. edita in Italia dalla Comma 22 [↩]
  8. alcune parzialmente edite in Italia sempre da Comma22 [↩]

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