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Da Malala a Aitzaz: un paese di eroi

Creato il 11 gennaio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Nella terra di Malala, il Pakistan, un ragazzino di 14 anni è morto in un’esplosione all’ingresso del suo liceo fermando un attentatore suicida.
Era Lunedì mattina e Aitzaz Hassan Bangash stava andando a scuola, alla Ibrahimzai School nel distretto di Hangu, ma quel giorno non ha raggiunto i suoi compagni radunati in cortile.
Quando l’attentatore vestito con un’uniforme scolastica gli ha chiesto dove fosse la scuola, Aitzaz e suo cugino, Musadiq, si sono insospettiti.
Musadiq racconta che gli altri bambini si sono allontanati, ma Aitzaz ha deciso di affrontarlo e gli è corso dietro. Durante l’inseguimento l’attentatore è andato nel panico e si è fatto esplodere, uccidendo Aitzaz assieme a lui.
Hangu è un distretto limitrofo alle zone tribali del Pakistan ed è spesso dilaniato da lotte tra sciiti e sunniti, oltre ad essere il luogo di rifugio di estremisti jihadisti. L’attentato è stato rivendicato da Lashkar-e-Jhangvi, un gruppo radicale islamico sunnita all’origine di molte stragi in Pakistan contro gli sciiti.
Aitzaz è celebrato da tutto il paese come un eroe ed è stato paragonato a Malala Yousafzai, la studentessa gravemente ferita alla testa dai talebani nell’Ottobre 2012 per aver promosso il diritto allo studio per le donne.
I social network Pakistani sono intasati da hashtag come #onemillionaitzazs o semplicemente #aitzaz per chiedere che il suo eroismo venga premiato con una medaglia al valore.
Il padre di Aitzaz, Mujahid Ali Bangash, ha detto di non provare tristezza, ma piuttosto orgoglio per la morte del figlio.
“Molte persone sono venute a farmi visita per esprimermi la loro vicinanza, ma io gli ho detto di congratularsi con me per essere il padre di un martire. Sarei ancora più felice se anche il mio secondo figlio sacrificasse la sua vita per il suo paese.”
Aitzaz ha salvato la vita a migliaia di ragazzi che, grazie al suo sacrificio, potranno continuare gli studi e trasformare il Pakistan in un paese migliore dove il diritto all’istruzione sia un diritto garantito, non un privilegio guadagnato col sangue.


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