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Da milosevic alla candidatura: il cammino della serbia verso l'ue

Creato il 02 marzo 2012 da Pasudest
Il Consiglio europeo ha conferito alla Serbia lo status ufficiale di Paese candidato all'adesione all'Unione europea. Non è ancora un passo epocale, come ha detto il presidente Boris Tadic, ma un riconoscimento importante indubbiamente sì. Un passo decisivo lungo il cammino dell'integrazione europea di Belgrado, che segna un punto di svolta cruciale rispetto agli anni della dittatura di Slobodan Milosevic, delle guerre, della disgregazione insanguinata della Jugoslavia.
Con l'ausilio di un utile sommario dall'agenzia TMNews, qui di seguito i principali momenti del cammino di integrazione della Serbia, dal Consiglio europeo di Salonicco ad oggi, in attesa che venga ora fissata la data di inizio dei negoziati di adesione.
2003
giugno - Il Consiglio europeo di Salonicco indica formalmente la prospettiva dell'integrazione europea per tutti i Balcani occidentali.
2005
ottobre - Bruxelles e Belgrado avviano i negoziati per la sigla dell'Accordo di stabilizzazione e associazione (Asa), passaggio obbligato della fase di pre-adesione. I negoziati vengono congelati un anno dopo a causa della scarsa cooperazione con il Tribunale internazionale, e riprendono a giugno del 2007.
2008
aprile - Belgrado e Bruxelles firmano l'Asa, che include l'Accordo interinale, relativo ai rapporti commerciali. Per entrare in vigore l'Asa dovrà essere ratificato dai 27 Stati membri oltre che dall'Europarlamento.
luglio - L'ex leader serbo bosniaco Radovan Karadzic viene arrestato dopo 13 anni di latitanza ed estradato all'Aia. Rimangono latitanti l'ex leader serbo-croato, Goran Hadzic, e, soprattutto, l'ex generale serbo-bosniaco Ratko Mladic, accusato del genocidio di Srebrenica e di altri crimini di guerra.
2009
dicembre -. L'Ue abolisce il regime di visti di ingresso per i cittadini serbi e sblocca l'Accordo interinale. Belgrado deposita ufficialmente la sua richiesta di candidatura all'adesione.
2010
giugno - Parte il processo di ratifica dell'Asa, l'Italia, da sempre sostenitrice dell'integrazione europea della Serbia (nonostante la partecipazione alla guerra nel 1999 e al riconoscimento del Kosovo nel 2008) è tra i primi.
2011
marzo - Dopo oltre tre anni di gelo, riparte il dialogo tra Belgrado e Pristina con la mediazione dell'Ue, relativo a sole questioni “tecniche”: quelle politiche, legate allo status internazionale di Pristina, per comune accordo vengono lasciate da parte.
maggio - Dopo 16 anni di latitanza Ratko Mladic viene arrestato nel nord della Serbia e consegnato al Tribunale internazionale.
giugno – Arrestato anche Goran Hadzic: Belgrado chiude il conto in sospeso con la giustizia internazionale.
luglio - Scoppia la crisi nel nord del Kosovo, territorio a maggioranza serba che non riconosce l'indipendenza. Incidenti e violenze si succedono nei mesi successivi lungo il confine (o linea di demarcazione amministrativa, secondo i punti di vista). Il dialogo tra Belgrado e Pristina viene interrotto.
dicembre - L'Ue non accoglie la richiesta di candidatura serba, rimandando la decisione al Consiglio europeo di marzo 2012 e condizionandola a “significativi progressi nel dialogo con Pristina”.
2012
febbraio - Belgrado e Pristina chiudono due importanti accordi per la gestione congiunta dei passaggi di confine e affinché il Kosovo sia ammesso ai forum regionali, pur nel rispetto del rifiuto serbo di non riconoscerne l'indipendenza. Qualche giorno dopo i ministri degli Esteri dell'Ue raccomandano la concessione della candidatura alla Serbia.
marzo - I 27 leader europei conferiscono alla Serbia lo status ufficiale di Paese candidato all'Ue.
Per quanto riguarda gli altri Paesi dell'ex Jugoslavia
La Slovenia, primo Paese della ex Jugoslavia, ha aderito all'Ue nel 2004 e all'Eurozona nel 2007.
La Croazia entrerà nell'Ue a luglio 2013 (dopo la firma del trattato di adesione a dicembre 2011, attualmente sono in corso la ratifiche da parte dei Parlamenti dei 27. L'Italia, quarta in ordine di tempio ha ratificato alla fine di febbraio).
La Macedonia è candidata dal 2005 ma l'apertura dei negoziati è attualmente ancora bloccata dal veto greco sulla questione del nome ufficiale dell'ex repubblica jugoslava.
Il Montenegro ha ottenuto lo status di candidato nel 2010.
La Bosnia non ha ancora nemmeno depositato la richiesta di candidatura, ma a dicembre 2010 ha ottenuto l'abolizione dei visti di ingresso in Ue, insieme all'Albania.
Il Kosovo ha ottenuto l'avvio dello studio di fattibilità dell'Accordo di stabilizzazione e associazione all'Ue. I cittadini kosovari restano i soli nei Balcani occidentali a non godere della libera circolazione nell'Ue.

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