Così l’hashish partiva da Napoli e arrivava a Ladispoli passando per Roma, mentre la cocaina era destinata esclusivamente alle zone del litorale romano.
Questo il resoconto dell’inchiesta dei carabinieri, coordinata dalla Dda di Roma, che ha portato all’emissione di 24 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti componenti del clan. Solo uno al momento é ancora ricercato.
Da quanto accertato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Ostia e della compagnia di Civitavecchia, l’organizzazione riciclava il denaro attraverso la vendita di capi di abbigliamento e materiali da lavoro contraffatti, sia per l’edilizia sia per l’agricoltura, in banchi dei mercati rionali della zona di Ladispoli e Passoscuro.
All’interno dell’organizzazione nel tempo sono stati accertati anche episodi di violenza ed estorsione nel confronti degli stessi appartenenti per recuperare i crediti. «Da tempo Ladispoli e le altre località del litorale romano sono dimora di soggetti di provenienza campana e siciliana – ha detto il procuratore aggiunto della Dda di Roma, Giancarlo Capaldo, nel corso di una conferenza stampa al Comando provinciale dei carabinieri – lì hanno trovato l’habitat naturale per svolgere attivitá lecite e paralecite».
Ma niente paura, per Maurizio Mezzavilla, comandante provinciale dei carabinieri «Tutto ciò non vuole dire che Roma é sotto il controllo della camorra. Si tratta di famiglie originarie della Campania, radicate a Ladispoli, ma che hanno mantenuto i rapporti con le organizzazioni napoletane».
Nel corso delle perquisizioni di stamattina, in cui sono stati impiegati 120 carabinieri solo nel territorio romano dove sono stati eseguiti 7 dei 24 arresti(di cui due nei confronti di membri della famiglia Casamonica già in carcere per altri motivi) ed è stata sequestrata una pistola calibro 357 magnum.
Le altre manette sono scattate a Ladispoli (6) e a Napoli (-11- di cui quattro misure eseguite nei confronti di soggetti già in carcere).