“Vuoi una borsa del ghiaccio? Anzi, un sacchetto di piselli surgelati?”
“No, grazie. A James Bond non piacciono i piselli.”
“Da quando non ci sei” è arrivato improvvisamente alla mia porta grazie a Harlequin Mondadori che me lo ha omaggiato. Anouska Knight, inglese doc, prende la classica seconda chance, e la trasforma in un chick-lit a tratti dolcissimo, a tratti irritante, che di certo incanta da una parte e lascia un po’ interdetti dall’altra. Una storia non particolarmente interessante… se non fosse per il kilt di un certo protagonista *smirk*
Holly lavora in una pasticceria, chi meglio di lei potrebbe sapere che la vita è fatta a strati, proprio come una ricca torta? Ma a quanto pare non lo sa, e dopo la morte del marito si è rifugiata in una serena e pacata quotidianità, dedicandosi solo alla sorella e ai dolci. Finché un giorno, consegnando una torta, incontra l'enigmatico Ciaran Argyll. Le loro vite sono agli antipodi, ma l'attrazione non bada a certi dettagli. Lui le commissiona i dolci per una festa elegante che darà a casa propria, e Holly e il suo socio sono invitati, per poter incontrare un'altra cliente, interessata a ingaggiarli. Ciaran e Holly a quanto pare non riescono a stare lontani, nonostante i tabloid e un passato ingombrante per entrambi. Ma in fondo si può stare bene insieme anche se si è diversi come la panna e il cioccolato.
Sono tutta per storie d’amore sdolcinate, perché in fondo, lo sono anche io, nella vita e negli affetti. Diciamo anche che usare cuochi e pasticceri ormai è una moda, e quando si parla di cake design si finisce per pensare in grande, a quel Buddy Valastro che ha fatto la sua fortuna in quel di Hooboken e ha aperto le strade a tutti coloro che si cimentano con la scultura con la pasta di zucchero. Ma non si può neanche dire che la storia della Knight sia solo questo. È una via di fuga, la capacità di superare la morte e la chiusura al mondo. Ma è anche una storia molto statica, in cui succede poco e che utilizza quell’ormai obsoleto cliché del bello, impossibile, ricco e playboy. Certo, con le scusanti del caso. Certo con l’espediente dell’equivoco, certo con la spensieratezza di una rinascita emotiva. Ma che in definitiva non è abbastanza.
È Holly che racconta la sua storia in prima persona, faticando a mettere un piede davanti all’altra, bloccata dalla perdita del marito. Un’andatura strascicata, in una casa non finita, un lavoro soddisfacente, ma che di certo non riesce a riempirle la vita. Holly è rassegnata, come solo chi ha subito un lutto atroce e senza apparente spiegazioni può esserlo. Lavora, consegna torte con il suo furgone tutto sgangherato, cena da sola, accudisce il suo cane Dave, ma in definitiva in quella vita scandita da orari sempre uguali non succede nulla. Fino a quando una ricca signora entra nel negozio e le commissiona la torta più strana che dovrà mai fare, che le permette di incontrare Ciaran Argyll. Holly non ne vuole sapere, pur essendone attratta rifugge qualsiasi contatto. La caratterizzazione è stata efficace, ma di certo gli incontri/scontri con Ciaran un po’ ripetitivi. L’uomo è il sogno per qualsiasi donna. Affascinante, dai muscoli scolpiti, i capelli scompigliati e castani, lo spirito generoso, e un comportamento che farebbe presumere solo un certo tipo di interesse, quello monetario, da parte sua. Sempre circondato da una cerchia di donne adoranti, un uomo che trasuda fascino sia in jeans che in un completo elegante, ma che davvero lascia senza fiato con il suo kilt, dal prominente accento scozzese, Ciaran infondo è un uomo incompreso, che ha reagito nel peggiore dei modi di fronte al tradimento di una donna. E’ lui il personaggio più affascinante di tutto il libro, quello che davvero emerge dalla narrazione, con fraintendimenti ed errori, che cadono anche sulle spalle di Holly, intimorita dai sentimenti che prova per l’uomo d’affari. I comprimari, inutili e macchiettistici, sono a tratti divertenti, a tratti irritanti. Martha la sorella di Holly l’ho odiata dal primo momento, con quell’atteggiamento supponente, anche se finalizzato all’aiuto della sorella minore. Jesse, l’aiutante di Holly, frizzante e divertente, Mary la domestica di Ciaran che di certo lo salva in parecchie situazioni. Ma soprattutto Fergal, il padre, che con le sue mosse azzardate, e il suo atteggiamento menefreghista causa non pochi problemi.
L’ambientazione, in questa Inghilterra di periferia è assolutamente meravigliosa e azzeccatissima. Il cottage di Holly un piccolo scampolo di paradiso, nella foresta che la circonda. La villa degli Argyll un ammasso di lusso sfrenato e imperfezione. Il negozio di Holly quella distrazione necessaria alla storia.
Il particolare da non dimenticare? Un paio di scarpe Dior…
Un chick-lit interessante, anche se con qualche difetto, capace di far trascorrere alcune ore piacevoli, con due protagonisti ben assortiti e il richiamo di cupcake e fette di torta che non guasta mai. E come dimenticare il tocco di Scozia che porta Ciaran?