Mattina di sabato un po’ così, che non sa di nulla, con un tempo indeciso, anche lui, su cosa fare da grande.
Entro nel solito bar, solito cappuccino, solita pasta, solito tavolino, solito quotidiano locale.
Sfoglicchio distrattamente un giornale che non mi è mai piaciuto, ma nei bar locali solo quello si trova, e mi vanno di traverso, nell’ordine, il cappuccino, la pasta e la bile.
Ieri Renzo Bossi, meglio noto al mondo come il Trota, annuncia dal quartiere più rosso di Bologna, il Navile, che, se proposto, accettarà di candidarsi a sindaco di Bologna.
Questa città ne ha passate tante, i bombardamenti, i carri armati sotto le due torri, l’omicidio di Lorusso, la bomba alla stazione, siamo sopravvissuti a tutto.
Ora è una città stanca, che non sa più cosa vuole essere, con giunte che si sono andate sfiancando e sfilacciando di anno in anno fino al commissariamento, pertanto non credo che potremmo digerire anche soltanto l’idea di un candidato del genere, figuriamoci averlo come sindaco.
Ho capito che per la nostra irriducibile caparbietà ad essere dei rossi, un po’ stinti, dobbiamo essere severamente puniti, ma qui la pena mi pare sproporzionata al delitto.
Ma lo dico anche per la lega; se vuole sfondare in Emilia è un errore che non deve commettere perchè se, per malaugurata sorte, dovesse vincere il figlio del senatur dopo qualche mese lo troverebbero murato nel palazzo come il mitico re Enzo; i bolognesi andrebbero a cercare Bossi senior fin in capo al mondo per riempirlo di botte, che, nonostante tutto, siamo ancora troppo abituati ad essere amministrati da qualcuno che, almeno, sappia fare le quattro operazioni, sappia, non dico parlare con favella ornata, ma almeno parlare e sappia di esistere.
Da Renzo Imbeni a Renzo Bossi, non ce la possiamo proprio fare.
P.S. già sto pensando seriamente di andare a vivere in un’altra città, aver per sindaco il Trota sarebbe la spinta finale.