Ma non erano stati fatti degli accordi con Gheddafi? Qualcuno non gli aveva persino fatto il baciamano? Mah! Resto perplesso. Ieri ti abbracciavo, oggi ti bombardo. Perché? Perché te l'ha detto mamma ONU? Perché ti hanno fatto calare le brache minacciando una sculacciata sul tuo flaccido popò? Okay allora, ingoiamo il rospo e appoggiamo il bombardamento in Libia, tanto non ci crederà nessuno. Noi italiani non possiamo scendere in guerra. Lo dice la nostra costituzione. L'Italia non è un paese dotato di una sana e robusta costituzione per cui ripudia la guerra non solo per principio ma proprio perché non idonea fisicamente. Se siamo in Libia è perché a noi piace imbucarci alle feste, essere sempre nel mezzo, poter dire “io c'ero” anche quando sarebbe più opportuno stare zitti e metterci alla ricerca di una dignità qualsiasi. Ma che importa? Tanto il mondo ci conosce proprio per la nostra coerenza, per il modo con cui ripudiamo la guerra ma ci andiamo lo stesso. Perché tanto, se ci dicono qualcosa, gliela daremo a bere sciorinando le solite vacue frasi, le solite logore giustificazioni, che insomma trattasi dell'ennesima missione di pace, di ricognizione o supporto logistico. Se non ci credono, amen: mostriamo il numero esiguo di Tornado messi a disposizione e ogni dubbio verrà fugato. Noi non siamo in guerra ma anche sì! L'ordine del ministro La Russa, a tal proposito, è stato chiaro, chiarissimo: “Se ci sparano spariamo.” E che importa se intendeva voce del verbo sparare o sparire, i soldati eseguiranno secondo coscienza o munizioni. E i pacifisti? Dove sono andati a finire? Le bandiere arcobaleno appese ai balconi, quelle che circolavano nelle piazze gremite all'indomani della guerra in Iraq. Possibile che appartenessero tutte ai futuri elettori del PD? Possibile che le uniche frasi forti contro l'intervento militare in Libia siano state espresse dai partiti della sinistra extra-parlamentare? Nessun corteo, nessun sit-in da parte dei partiti presenti in parlamento. Cambierà pure il valore politico di una guerra (in questo caso, a mio avviso, di poco) ma non i morti che produce, il terrore che diffonde. La dittatura di Gheddafi (da condannare, sia chiarissimo) ha fatto da pretesto per l'ennesima guerra made in USA innescata da questioni di approvvigionamento energetico. Una vecchia storia finita pure nella trama di un film epocale come “Ritorno al futuro”. Proviamo a ricordare a chi venne rubato il plutonio utile per far viaggiare nel tempo la favolosa De Lorean guidata da Marty McFly...
“Basta, non possiamo perdere le elezioni per il nucleare. E’ finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese.” (dichiarazione fuori onda del 17 marzo 2011 tra la Prestigiacomo e Tremonti)