Credo che vi tocchi sopportarmi ancora per un po’…
Cercando di non offendere chi si è astenuto nel commentare la mia richiesta di consensi, continuiamo il percorso di diffusione teorica cercando di chiarire al meglio i concetti fondamentali (riassumendo e accorciandone i contenuti).
Vi garantisco che in seguito parleremo anche di prove pratiche magari rendendo il blog maggiormente interattivo (studi in corso…)
UN CHIARIMENTO:
La meditazione è ormai un concetto abituale entrato nelle nostre coscienze e molte scuole di pensiero filosofiche ne fanno uso anche se a volte in modo improprio. Il termine infatti si presta erroneamente ad un significato anche occidentale che potrebbe voler dire: riflessione o… peggio ancora: astrazione e addirittura: concentrazione.
Niente di più lontano dal vero.
Chi conosce la PNL (Programmazione Neuro Linguistica) converrà con me sull’importanza dell’uso corretto delle parole e di come la loro superficiale e folkloristica interpretazione, ad opera di meccanismi speculativi di diffusione di massa, abbia creato oggi fin troppi casini.
Lasciando da parte per ora tutte le svariate tecniche di meditazione e presunte tali, la MT (Meditazione Trascendentale) considerata ufficialmente come la TECNICA ORIGINARIA non è una tecnica solo orientale dato che gli stessi indiani ne avevano dimenticato la pratica da secoli; va detto infatti che la MT non va confusa con altre tecniche di meditazione nè paragonata ad esse, se pur valide, dato che la sua principale caratteristica, oltre a farci sperimentare la famosa trascendenza, è quella di essere perfettamente naturale e universale come la legge di gravità ed in “linea” con il sistema nervoso umano.
Portando, infatti, “quiete” sulle anomalie del sistema centrale, procura miglioramenti nei campi in cui c’è effettiva necessità da parte dell’individuo E NON NEI CAMPI IN CUI EGLI RITIENE E DECIDE DI INTERVENIRE (la legge naturale è molto + saggia del nostro ego e qui torneremo spesso…).
NUOVE ESPERIENZE:
Abbiamo parlato di come le esperienze maturate creano nuove connessioni neuronali e su questo tema torneremo in seguito anche perché si tratta di scoperte recenti per le neuro scienze ma, ben risapute dai mistici e dagli antichi saggi di molte culture.
Dalle Americhe precolombiane ad opera dei nativi, alle isole Hawaii ad opera degli sciamani; dalle culture Accadiche a quelle Egizie fino a quelle Mesopotamiche, dai testi Proto buddisti fino ai Vangeli Cristiani e dal Tibet alla vicina India nei testi Veda (le citazioni non sono in ordine cronologico) sembra che tutti gli insegnamenti segreti ci rivelino le stesse cose anche se espresse con linguaggi diversi.
Anche noi occidentali abbiamo prodotto con la fisica quantistica nata circa alla fine degli anni ‘30 una scuola di pensiero le cui basi sono incredibilmente in sintonia con queste discipline e la grande, sconcertante scoperta è stata che questa “nuova scienza” ha dimostrato l’attendibilità delle antiche conoscenze segrete creando notevole imbarazzo nella comunità scientifica internazionale.
Pensate che a tutt’oggi non si riesce ancora ad eliminare il “FATTORE DIO” dalle equazioni… l’elemento spirituale cioè risulta ancora insostituibile se vogliamo far quadrare i conti che altrimenti mancherebbero di spiegazioni attendibili e soprattutto…
logiche.
Cioè in pratica, nonostante i notevoli mezzi di indagine subatomica oggi a disposizione, nell’approfondimento della ricerca sull’origine della materia si arriva ad un punto morto, senza possibilità di progredire ulteriormente se non inserendo, appunto, un origine Divina o comunque ultraterrena.
Conosco personalmente alcuni dei fisici e ricercatori italiani che sono diventati credenti grazie alle analisi di laboratorio; ricordate che per sondare i misteri della nostra vita occorre una grande dose di umiltà, fantasia e fede (questa è naturalmente una mia personale osservazione).
I segreti insegnamenti citati da tutte le civiltà fin dall’alba dei tempi sono da considerarsi come patrimonio dell’umanità intera; un antico originario e archetipico retaggio umano che dimostra di come, nonostante ci sforziamo di accentuare le differenze sociali, etniche, soprattutto religiose e genetiche tra gli esseri… le conoscenze segrete ci accomunano tutti almeno al livello subatomico e particellare.
La parola subatomico non deve stupire se pensiamo che sulle tavolette dei Sumeri (4.000 A.C.) appare evidente l’incisione del DNA umano e di interventi di innesti chirurgici (ma questo….. nei prossimi cap.)
Tornando alle nuove esperienze, appare quasi incredibile osservare di come i neuroni si adattino alle situazioni che risultano inconsuete, creando dei nuovi “allacci” con altri neuroni attraverso dei filamenti detti ”ramificazioni” e questo avviene in ogni possibile condizione di partenza del percepiente; in sostanza, con tempi diversi, ad una determinata esperienza nuova, sia essa fisica o mentale, nascono nuove connessioni e le possibilità sono praticamente infinite.
N.B.
Si è calcolato che nella corteccia cerebrale risiedono circa 100 miliardi di neuroni; ogni neurone possiede migliaia di ramificazioni (fino a 10.000) che si allacciano con le terminazioni sinaptiche ad altrettanti neuroni.
Le combinazioni possibili di “allacci” sono state calcolate in un numero talmente esteso da risultare MAGGIORE AL NUMERO DI ATOMI PRESENTI IN TUTTO L’UNIVERSO…
Per darvi un’idea pensate che ogni volta che espiriamo, emettiamo un numero di atomi pari da un numero seguito da circa 23 zeri e questo avviene per ognuno di noi…..
Quindi è come se al nostro cervello fosse stata data una capacità praticamente infinita di possibilità latenti di memorizzare e catalogare miliardi di informazioni e di tenerle attive una volta create.
PATTINI A ROTELLE:
la cosa entusiasmante però è questa: le connessioni nuove si creano anche per situazioni o esperienze immaginate o immaginarie; vi ricorda la legge d’attrazione?… La cosa che vorrei chiarire è che questi nuovi allacci non avvengono all’istante ma solo dopo che l’esperienza è stata maturata e metabolizzata nella nostra essenza.
Per capirci è come se provassimo ad indossare un paio di pattini in linea per la prima volta in vita nostra.
La nostra andatura assomiglierebbe a quella di un cartone animato e naturalmente avremo bisogno di un po’ di tempo per acquisire la naturale padronanza dei pattini (eccezione dei soliti fenomeni a parte).
Se potessimo osservare i neuroni preposti a questa nuova esperienza, noteremmo che alcune migliaia di filamenti si ergerebbero verso la rete di altri neuroni MA LA COSA NON AVVERREBBE ALL’ISTANTE proprio perché l’esperienza ci risulterebbe inusuale e ancora da capire.
Solo quando avremo raggiunto la padronanza del pattinare allora la connessione sarà saldata e qui alcuni studi affermano che addirittura l’acquisizione di maggiore abilità determina un “allaccio” ancora più fitto ma… non perdiamoci in dettagli.
La cosa importante è che una volta creato questo nuovo file cerebrale, esso risulterà sempre attivo anche se non indosseremo più i pattini per anni (come imparare ad andare in bicicletta), il tempo di allaccio varia da soggetto a soggetto come varia infatti il tempo per acquisire equilibrio e padronanza.
Ciò che più ci interessa sapere però è che…. LE CONNESSIONI NEURALI AVVENGONO ANCHE SE L’ESPERIENZA È FINTA, SOLO IMMAGINATA O PURAMENTE VISUALIZZATA purché sia abbastanza profonda e pregnante emotivamente da risultare convincente per il nostro cervello tanto
da dare vita al nuovo file e qui….. casca l’asino.
Se insegniamo al nostro ego l’umiltà necessaria sotto forma di tempo per imparare a pattinare, allo stesso modo dovremmo concederci il tempo necessario ad acquisire la nuova esperienza immaginativa e senza permetterci distrazioni ma qui si incappa nell’asino di cui sopra e cioè nelle nostre limitanti e ferree credenze.
Ecco perché insisto sempre sul consigliarvi di cercare e sperimentare un buon metodo o tecnica che vi aiuti a “sentire” cosa accade dentro di voi e questo va fatto con la stessa costanza e convinzione come quella che utilizzeremmo andando a pattinare per la prima volta cercando di imparare…
Apparirò ingenuo ma voglio confessarvi il mio stupore, che provo ormai da molti anni, nel vedere di come ci si impegni con costanza e sacrificio per ottenere una giusta forma fisica in palestra o di quanta determinazione utilizziamo nella carriera lavorativa o ancora meglio di come siamo preparati mentalmente ad accettare il fatto che per un singolo esame universitario occorre prepararsi per mesi, per non parlare di quanti sacrifici e… sudore siamo disposti ad accettare per raggiungere traguardi notevoli nello sport agonistico ma, chissà perché, sul cambiare le nostre credenze e applicarci nella ricerca interiore per avere una vita in pienezza….. vogliamo tutto e subito magari solo leggendo qualche libro oppure… qualche post in rete (purché non sia troppo lungo…..) altrimenti non crediamo veramente a “queste cose” e le accantoniamo con il classico: “bello da credere” o: magari fosse vero”.
Badate bene che ad ogni rinuncia o scoraggiamento, si allontanano di parecchio le possibilità di nuovi “allacci” e questo vale per tutte le nuove esperienze della nostra vita, sia quelle materiali che quelle spirituali o metafisiche se preferite; le nostre abitudini limitanti difficilmente concedono molte possibilità.
SECONDO VOI ABBIAMO IN DOTAZIONE UN CERVELLO QUANTISTICO CON TRILIONI DI POSSIBILITA’ DI NUOVE CONNESSIONI NEURALI….. COSI’, GIUSTO PER IMMAGINE?
Ci sono 2 segreti da sapere e metabolizzare;
Il primo sta nell’allenamento.
Così come dovremo cadere più volte sul fondoschiena per padroneggiare l’arte del pattinare, allo stesso modo dovremo tentare di “sentire” o sperimentare le profondità di noi stessi, il silenzio della mente ampliando lo spazio tra un pensiero e l’altro. Questo serve a prendere coscienza della consapevolezza pura; sentiremo il non manifesto da cui tutto ha origine e grazie al quale tutto ci viene donato. Magari con un po’ di pratica riuscire anche a toccare con mano la famosa trascendenza (ripeto che con la giusta tecnica è possibile ottenerlo fin da subito).
Il secondo segreto è dato dall’ormai inflazionato “credere” nell’esperienza.
A tal proposito un valido aiuto ci viene dai sentimenti che l’esperienza stessa ci evoca (sentimenti come veicolo di esperienza sarà oggetto di uno dei prossimi capitoli poiché la cosa è abbastanza contorta).
ATTENZIONE: vi regalo una chicca ma che resti tra noi; i due segreti sono entrambi validi per manifestare cambiamenti, potrete scegliere cioè se sviluppare il primo o il secondo in base alla vs. tendenza (o magari entrambi come qualcuno…). Il primo segreto è più facile da sperimentare mentre per il secondo occorre maggiore pazienza e lavoro MA, RIUSCIRE A SPERIMENTARE LO SPAZIO TRA I PENSIERI O CREDERE CON TUTTO IL NOSTRO ESSERE per una volta o due, non è sufficiente a produrre alcun cambiamento. Questo nessuno ve lo dice (forse perché in pochi hanno fatto anni di gavetta). Occorre tempo, dedizione e
volontà affinché i nuovi concetti prendano il posto dei vecchi paradigmi; il tempo necessario è più breve di quello che pensate ma è comunque proporzionato allo “spessore” delle vostre credenze.
Se, ad esempio avete la tendenza al pessimismo e non siete molto inclini a credere nelle realtà spirituali (non mi riferisco alla religione) e avete un’età intorno ai 30 anni, non potete certo pretendere di cambiare la vostra vita in 15 giorni… (vi ho deluso?)
Non penserete mica che vada io a pattinare al posto vostro?…
Ora direte: come si fa a credere con tutto il nostro essere in una esperienza solo immaginata e ancora non reale per noi?…
Posso solo darvi una risposta “mistica” per ora e cioè:…..
Scusate; stavo per dilungarmi troppo….. ne riparliamo nel prossimo capitolo.
ROBO