Lavorava a Dublino da 3 anni e più, nel settore finanziario in Google, lavoro cool, ben pagato e divertente, che gli offriva l'opportunità di viaggiare anche per il mondo, con abbastanza frequenza; Francois, ragazzo belga originario di un paesino a un'oretta da Bruxelles, flatmate della mia ragazza in Irlanda, era sempre un tipo simpatico ai party ed aveva un sogno, quello di partire e iniziare un'avventura nuova, una sfida personale e appassionante. Così l'ottobre scorso Francois lascia tutto, lascia Google, lascia Dublino, compra un biglietto di sola andata per Sidney e decide di tornare a Bruxelles ma senza prendere nessun volo: utilizzerà navi, treni, auto, bici, piedi, ma nessun volo, attraverso un percorso che toccherà 22 paesi, dall'Oceania all'Asia, fino all'Europa ed il ritorno a casa.
E' arrivato qualche settimana fa, dopo 273 giorni di viaggio in solitaria, lui e la sua reflex, riuscendo ad arrivare in Asia dall'Australia grazie ad una nave cargo, attraversando Singapore, Indonesia, Malaysia e Thailandia, scoprendo i contrasti della Cambogia, meditando nel Laos, cantando Hotel California in Vietnam, impressionandosi per la socievolezza delle persone in Tibet per poi perdersi nell'immensa e scontrosa Cina e sorridere di nuovo in Kyrgyzstan, raccontarci disastri ambientali umani come quello del Mare Aral, rivedere finalmente di nuovo guide turistiche in Uzbekistan per poi lasciare l'Asia centrale ed osservare come lo sfarzo di Baku, in Azerbaijan, sembri quasi innaturale ed in contrasto con l'intorno, conseguenza del mercato del petrolio e delle ricchezze ben manifeste. Fino ad arrivare in treno, non dopo essersi innamorato della Georgia, in un tragitto abbastanza differente da quello progettato in principio ma sicuramente non meno entusiasmante e costruttivo.
Durante il suo diario di viaggio, Francois racconta perché mai abbia scelto di intraprendere un'avventura del genere e parla di stimoli quotidiani che andavano affievolendosi, di aver percepito che quelle 8 ore giornaliere davanti ad un monitor avevano bisogno di una scossa che lo facesse sentire vivo e che gli donasse un'esperienza di vita per scoprire il mondo e riscoprire se stesso. Il lavoro, la città, gli amici ed altre relazioni, tutto poteva aspettare, era il momento di partire per un qualcosa che lo avrebbe cambiato inevitabilmente.
Se avete qualche minuto da perdere, consiglio davvero di dare un'occhiata alle foto di Francois scattate durante il suo lungo viaggio, alcune sono davvero spettacolari e magari perché no, attraverso qualche immagine potremmo condividere se pur in minima parte alcune delle visioni mozzafiato del percorrere tre continenti senza volare.
foto: flickr