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Da Tianjin verso Cancún: dove va il Protocollo di Kyoto?

Creato il 13 ottobre 2010 da Progettiambiente

Logo_cop16Sabato 9 Ottobre a Tianjin, Cina, si sono conclusi i lavori della 14° sessione dell’ AWG-KP e della 12° sessione dell’ AWG-LGA. Dietro a queste strane sigle si celano rappresentanti dei governi, tecnici e delegati partecipanti a due importanti colloqui: quello destinato a studiare e ad analizzare le modalità di attuazione di nuovi impegni di riduzione delle emissioni climalteranti (Ad Hoc Working Group on Further Commitments for Annex I Parties under the Kyoto Protocol) e  quello volto a promuovere la cooperazione a lungo termine, così come indicato inizialmente dalla Convenzione sul clima che precede il famoso Protocollo (Ad Hoc Working Group on Long-term Cooperative Action under the Convention).

Si sono esauriti quindi tutti gli appuntamenti preparatori previsti prima della COP 16 (Conference of the Parties) che si svolgerà a Cancún, in Messico dal 30 Novembre prossimo, per la quale c’è molta attesa, soprattutto per quanto riguarda la presa di decisioni definitive sugli impegni da adottare per il periodo 2012 – 2020. In poche parole l’obiettivo di entrambi i gruppi di lavoro è stato quello di definire chiaramente cosa si potrà e dovrà decidere a Cancún, in quali aree si potrà agire e quali proposte potranno essere presentate.

La segretaria esecutiva dell’Unfccc, Christiana Figueres, ha spiegato come l’obiettivo sia stato quello di “trovare le chiavi per sbloccare un nuovo livello di azione per il clima”, livello che comprende urgenti misure concrete per ridurre le emissioni future ma soprattutto per mitigare gli effetti del cambiamento climatico già in atto, simbolizzati tragicamente dalle inondazioni in Pakistan e dagli incendi verificatisi in Russia. Per raggiungere più facilmente questo obiettivo, il gruppo di lavoro sugli accordi a lungo termine ha elaborato un “balance package” di elementi da discutere ed approvare a Cancún.

Le tematiche che verranno affrontate in Messico saranno quindi:

- la ricerca di una visione a lungo termine condivisa,

- le strategie di adattamento e di mitigazione,

- gli elementi operativi chiave dei meccanismi finanziari, tecnologici e del capacity-building,

- il futuro del Protocollo di Kyoto.

Si tratta di un “pacchetto di decisioni” piuttosto generico e poco definito, non è molto chiaro infatti quale tipo di visione condivisa ci si aspetta e quale sarà il grado di impegno effettivo che i governi proporranno; tutto ciò è sintomo del fatto che i partecipanti condividono a parole la necessità di rivedere gli accordi e di migliorare il trattato, “senza un aggiornamento il Protocollo di Kyoto è morto” sostengono l’Unione Europea e i paesi emergenti compresa la Cina, tuttavia manca ancora un governo leader che abbia il coraggio di trascinare gli altri stati verso questi obiettivi ambiziosi e di dare una svolta alle negoziazioni in stallo.

Da Copenhagen, sede dell’ultima Conferenza delle Parti, le posizioni appaiono infatti pressoché identiche: gli Stati Uniti sono favorevoli ad un “alleggerimento” delle regole e degli obblighi, il che dovrebbe secondo gli americani facilitare la riduzione delle emissioni e la riconversione ecologica delle economie, l’Unione Europea, nonostante a volte fatichi a trovare la giusta coesione interna, generalmente è sempre stata favorevole ad assumere impegni ambiziosi con regole chiare e ben definite, mentre la Cina e gli altri paesi emergenti come il Brasile non accettano di equipararsi ai paesi industrializzati, essendo questi ultimi i principali responsabili del cambiamento climatico, provocato da decenni di sviluppo industriale incontrollato. Purtroppo la voce dei paesi più poveri, i cosiddetti LDC (Least Developed Countries), è sempre quella meno ascoltata, nonostante le conseguenze dei cambiamenti climatici siano più gravi e più difficilmente affrontabili proprio in quelle aree del mondo. A Tianjin, oltretutto, non è stato trovato un accordo sull’allocazione del primo fondo di partenza (30 miliardi di dollari) per aiutare i Paesi in via di sviluppo.

Se da un lato non resta che attendere l’inaugurazione della Cop 16, sperando che porti novità positive in materia, dall’altro continua ad essere importante la diffusione delle informazioni e la sensibilizzazione verso questi temi, per far si che cambiamento climatico, deforestazione, lotta all’inquinamento e difesa dell’ambiente diventino questioni importanti per tutti, in modo tale che i governi vengano stimolati dall’opinione pubblica a prendere decisioni importanti, poiché essi spesso sono purtroppo più interessati a mantenere il consenso piuttosto che a rispettare l’ambiente.

Autore: Margherita Cisani

 


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