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Da “Un’ora per voi” a “Il ponte”

Creato il 08 settembre 2010 da Nicotanzi

Da “Un’ora per voi” a “Il ponte”Al principio c’era “Un’ora per voi”. I meno giovani se li ricordano ancora, Mascia Cantoni e Corrado, in quel programma pensato per  gli immigrati italiani in Svizzera. Il giorno della prima puntata era un sabato di maggio del 1964: solo quell’anno, in redazione sarebbero arrivate qualcosa come diecimila lettere. “Cercavamo braccia, sono arrivati uomini”, scrisse Max Frisch. Erano i tempi dell’Azione nazionale di Schwarzenbach, della campagna  contro “l’inforestierimento”, delle votazioni per espellere gli stranieri. Poi l’emergenza rientrò. Grazie anche a questa trasmissione che provava a mediare fra culture radicalmente diverse, a promuovere la conoscenza reciproca.

“Un’ora per voi” sarebbe andata avanti per un quarto di secolo. Ma gli ultimi anni era cambiato tutto. Gli italiani (e i portoghesi, e gli spagnoli) si incamminavano sulla strada dell’integrazione. Nuove comunità di immigrati, non più solo dall’Europa, cominciavano a formarsi in Svizzera. Rivolgersi ad esse, per la tv, è una sfida di grandi proporzioni. Gli ostacoli sono molti: primo fra tutti, l’abitudine diffusa a guardare i programmi dei paesi d’origine.
A raccogliere la sfida, in questi anni, è “Il ponte”, programma nato su Teleticino e ora prodotto da RSI nell’ambito di un accordo di coproduzione. Va in onda su LA 1 il sabato in coda al TG delle 12.30 (e a più riprese in replica sull’emittente di Melide). Condotto da Zlatko Hodzic, “Il ponte” racconta “le problematiche, le storie e i momenti di aggregazione dell’immigrazione nel nostro paese”. Le racconta ai diretti protagonisti, e cioè le donne e gli uomini arrivati in Svizzera in cerca di lavoro, sicurezza, stabilità. Ma anche a chi in Svizzera c’è nato, e vive a volte con qualche apprensione la convivenza con culture diverse.



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