Sta girando sui social un articolo molto interessante. Non voglio far pubblicità al sito, quindi eviterò di linkarlo, ma è abbastanza diffuso. L’autore dell’articolo è un italiano emigrato all’estero e dal suo sito si capisce che è un fervente sostenitore della Paleodieta, un regime alimentare di cui ancora non ho parlato ma che intendo affrontare nel prossimo futuro. In due parole, la filosofia della dieta vuole un ritorno alle origini, detta regole che rimandano all’alimentazione primitiva perché dovrebbe essere quella più naturale. Si tratta di favorire carne, pesce, frutta e verdura e di eliminare cereali, legumi, latte e prodotti industriali.
L’articolo che sta circolando ci racconta una storia: l’autore ha passato quindici anni della sua vita da vegetariano, di cui cinque da vegano, per poi cambiare totalmente e passare a un’alimentazione praticamente opposta. Il cambiamento è avvenuto a causa dei suoi problemi fisici: la dieta che seguiva – almeno secondo il suo punto di vista – lo stava facendo ammalare, lo stava facendo vivere in maniera pessima. Ci viene raccontato un travaglio lungo quindici anni, con disturbi più o meno gravi: si parla di dolori addominali, forfora, sinusiti, e anche possibile diabete. Tutto scomparso cambiando regime alimentare. Secondo l’autore, la Paleodieta ha operato il miracolo: è stata capace di rimetterlo in sesto e di farlo vivere come mai era riuscito.
Sono sinceramente contento per lui, se ha risolto i suoi problemi fisici e se ha trovato un modo per vivere che lo soddisfa da ogni punto di vista. Non voglio nemmeno mettere in dubbio le sue parole, non ho bisogno di pensare che siano false, che si stia inventando qualcosa: la storia, reale o immaginata che sia, è del tutto plausibile, e questo è l’importante. Stupiti? Nel mio articolo sulla dieta vegetariana affermo che è salutare e può essere seguita quasi da chiunque. Perché quindi dico che la storia è plausibile?
Beh, fondamentalmente perché quello che leggo nelle parole dell’autore è ignoranza profonda delle regole. Si parla di eccesso di pane e pasta, di zuccheri, dolci e prodotti raffinati in abbondanza, di inosservanza fondamentale delle regole della sana alimentazione. Nonostante quello che dice, l’autore non stava seguendo una dieta vegetariana ma stava seguendo una dieta scriteriata. Nonostante la sequela di professionisti che il nostro ha incontrato per guarire, è evidente che manca all’appello l’unico che avrebbe potuto davvero aiutarlo: un nutrizionista. Quando è passato dalla sua dieta scriteriata alla Paleo ha trovato regole, ha trovato sane condotte da seguire e indicazioni precise, che evidentemente gli mancavano in precedenza. Non è stata la Paleodieta a migliorare la sua salute, almeno non perché fosse la Paleodieta, ma piuttosto è stato l’evitamento dei prodotti raffinati, dei prodotti industriali, l’aumento del consumo di verdure e di frutta, un ritorno a una cucina più genuina e meno commerciale. Queste cose avrebbe potuto farle anche con una dieta vegetariana, senza bisogno di eliminare cereali e legumi, ma solo di razionalizzarli, di capire quale fosse il suo fabbisogno, di rivolgersi a prodotti più sani. Quello che gli è mancato è stato il consulto nutrizionale, è questo ad averlo fatto vivere male per quindici anni.
Il fai-da-te è male, sempre.
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