Ho promesso uno speciale di fine stagione su Da Vinci’s Demons, e nonostante il caldo infernale che mi farebbe fuggire verso il condizionatore, sono qui a tentare di scriverlo. Solo un ventilatore mi separa dall’evaporazione, ma in forma gassosa non potrei pigiare i tasti. Quindi, apprezzate il mio impegno o che Leo vi incolli a un maiale. Troppo duro? Va beh, ragazzi e ragazze, l’estate è una stagione crudele.
Per quelli che non avessero letto le recensioni precedenti o si fossero persi l’intera serie in TV – a parte un WTF ma allora che ci fate qui? – sono annunciati spoiler a pioggia come rane egizie, mentre per tutti gli altri: sapete già tutto quanto, perciò ci limiteremo a fare un po’ di ripasso/gossip sui nostri eroi. Buona lettura.
Hell mi suggeriva tempo fa di fare un confronto tra i personaggi della serie e la loro controparte storica, ma io sul Rinascimento sono abbastanza ignorante, quindi scopriremo quella roba tutti insieme.
Partiamo dal protagonista, «Leonardo di ser Piero da Vinci (Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519)», dice la Wiki, «è stato un pittore, ingegnere e scienziato italiano. Uomo d’ingegno e talento universale del Rinascimento, incarnò in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell’arte e della conoscenza. Si occupò di architettura e scultura, fu disegnatore, trattatista, scenografo, anatomista, musicista e, in generale, progettista e inventore. È considerato uno dei più grandi geni dell’umanità».
Sappiamo poi che Leo non era odiato dal padre com’è invece nella serie, ma accolto e bene accetto in famiglia, e che la sua nascita venne registrata dal nonno, anche lui notaio come il padre: «Nacque un mio nipote, figliolo di ser Piero mio figliolo a dì 15 aprile in sabato a ore 3 di notte [attuali 22.30]. Ebbe nome Lionardo. Battizzollo prete Piero di Bartolomeo da Vinci». I suoi genitori, Piero e Caterina, non erano sposati (e per questo motivo non poterono presenziare al battesimo del figlio), la madre tuttavia non scomparve misteriosamente. Piero «possedeva […] un podere, ad Anchiano, dove la madre di Leonardo andrà ad abitare. […] Per Piero si stavano preparando ben altre nozze, mentre per Caterina fu cercato, nel 1453, un marito che accettasse di buon grado la sua situazione “compromessa”, trovando un contadino di Campo Zeppi, vicino Vinci, tale Piero del Vaccha da Vinci, detto l’Attaccabriga, forse anche mercenario come il fratello Andrea». Certo, questo Attaccabriga non sembra esattamente materiale da Figli di Mitra, ma la licenza poetica a volte è lieve come un pachiderma che ti calpesta il mignolo del piede.
In sostanza, queste sono le origini del Leo storico, poi ci sono il nostro e la nota Tartaruga Ninja. A noi però non interessa il rettile, perciò restiamo a giocare in casa. Casa però è anche Firenze, funestata dalla Congiura dei Pazzi datata 26 aprile 1478, quando Leo aveva 26 anni.
Sì, ma era davvero lì?
Beh, era a Firenze, dove tra l’altro venne veramente processato per omosessualità, ma due anni prima: «L’8 aprile 1476» quando «venne presentata una denuncia anonima agli Ufficiali di notte e de’ monasteri contro diverse persone, tra le quali Leonardo, per sodomia consumata verso il diciassettenne Jacopo Saltarelli, residente in via Vacchereccia (accanto piazza della Signoria). Anche se nella Firenze dell’epoca c’era una certa tolleranza verso l’omosessualità, la pena prevista in questi casi era severissima: l’evirazione per i sodomiti adulti e la mutilazione di un piede o della mano per i giovani. […] gli imputati furono tutti “absoluti cum conditione ut retumburentur”, “perdonati (o liberati) salvo che non vi siano altre denunce in merito”. La denuncia riporta come comunque Leonardo, a quella data, fosse ancora a bottega da Verrocchio». Quindi, a parte lo scarto storico e l’impianto processuale, questa cosa accadde davvero.
Invece il suo coinvolgimento nei fatti rocamboleschi della Congiura, e delle politiche signorili, sono pura fiction. D’altra parte, chiunque abbia visto la colomba robot che svolazzava nel primo episodio (come Bubo in Scontro di Titani, 1981), avrà capito che qui si fa intrattenimento fantastico, non storia. DV’sD è dichiaratamente un fantasy storico – con FANTASY tutto in maiuscolo e storico in minuscolo – ed è ben chiaro per chiunque assista almeno a un episodio.
Di Lucrezia Donati (Firenze, … pre 1465 – Firenze, 1501) ho trovato pochissimo. Il suo alter ego storico era una gentildonna fiorentina amata da Lorenzo fin dall’età di sedici anni, ma «di un amore platonico assai in voga a quel tempo» dice la solita Wiki – che non sa nulla del sesso selvaggio a cavallina – aggiungendo che «venne ricordata nel Corinto, un poemetto scritto da Lorenzo de’ Medici». In seguito «Lucrezia sposò poi il mercante fiorentino condannato all’esilio Niccolò Ardighelli, morto nel 1496» e questo è quanto. Un personaggio secondario quindi, su cui gli sceneggiatori hanno montato un’imprevedibile supercazzola da soap-opera e spionaggio, facendone addirittura una coprotagonista dell’intera faccenda. Tanto di cappello per la creatività, quindi, ma nonostante gli sforzi per metterla continuamente in primo piano – pure nuda come natura la fece – non è riuscita a risultarmi simpatica, né personaggio particolarmente gradito in generale. C’era molto di meglio in giro, come vedremo in seguito.
Girolamo Riario (Savona, 1443 – Forlì, 14 aprile 1488) fu realmente parte artefice nella Congiura dei Pazzi, il cui scopo finale non era però quello di sostenere la famiglia fiorentina fedele al Papa, ma di eliminare i Medici per installarsi lui al posto loro. Non vorrei rovinarvi tutto con spoiler storici, ma Girolamo divenne Signore di Imola nel 1473, e poi, in seguito al matrimonio con Caterina Sforza (1477) e ai favori dello zio, Papa Sisto IV, anche di Forlì nel 1480, dove tentò «di guadagnarsi il favore popolare con una politica di costruzione di opere pubbliche ed abolendo parecchie tasse». È quindi possibile – urrà! – che lo vedremo ancora per un po’. Comunque, se volete saperne di più, vi invito a consultare la famigerata Wiki. Del Riario in DV’sD posso dire che è uno dei personaggi che apprezzo di più, oscuro quanto basta ma con una sua affascinante dignità e un senso dell’onore piuttosto deviato. Ancora mi domando se sia un legale malvagio o un caotico buono, sarà comunque interessante vedere l’evolversi del personaggio nella prossima stagione. Come accennato negli ultimi commenti, vorrei vederlo rincorrere i Tre Caballeros verso Machu Picchu (ignorando che Caterina se ne sta nella campagna toscana con Piero l’Attaccabriga), con tanto di avventure alla Corsaro Nero Vs. Indiana Da Vinci. Io Riario ce lo vedo benissimo come pirata vendicativo, o comunque come infaticabile inseguitore della sua nemesi. Vai, Girolamo!
Ehi, ma lo sapevate che Il Magnifico si chiamava Lorenzo di Piero de’ Medici? Un sacco di Pieri in Toscana, a quel tempo! Comunque, non vorrei spoilerarvi troppo con la data di nascita, ma suvvia… era prevedibile che Leo lo salvasse, infatti «Lorenzo il Magnifico (Firenze, 1º gennaio 1449 – Firenze, 9 aprile 1492), è stato un politico, scrittore, mecenate e umanista italiano, signore di Firenze dal 1469 alla morte, appartenente alla dinastia dei Medici. Lorenzo fu uno degli uomini politici e degli intellettuali più rilevanti del Rinascimento, poeta, statista e membro dell’Accademia neoplatonica». Sbirciando la sua pagina scopro anche qualcosa su nonno Cosimo, che non era noto come Il Mago – così chiamato nella serie – ma Il Vecchio. Di nuovo, licenza poetica. Di poesia poi si torna ad accennare a proposito di Lucrezia Donati, che risulta essere la sua musa di poeta ma non l’amante. D’altra parte Lorenzo doveva avere parecchia attività di camera con Clarice Orsini, che sposò a scatola chiusa per ragioni dinastiche e dalla quale ebbe otto figli – cinque femmine e tre maschi – alcuni dei quali destinati a entrare nella storia di Firenze e del Rinascimento.
Risulta anche un legame col nostro Leo: «Alcuni fogli dei codici vinciani mostrano poi studi per consulenze militari e ingegneristiche, richieste probabilmente da Lorenzo. Il 29 dicembre 1479 Leonardo ritrasse il cadavere impiccato di uno dei responsabili della congiura dei Pazzi, Bernardo di Bandino Baroncelli (l’assassino di Giuliano de’ Medici), confermando un legame con la Casa Medici», e qui vi ho regalato un altro spoiler, ma dai che tanto lo sapevamo.
Il Lorenzo televisivo non assomiglia per niente – nei tratti fisici, tanto per cominciare – a quello storico, e pare anche poco riflessivo nel suo agire, impulsivo e iracondo. Viene lasciato quasi sullo sfondo, tanto per fare colore e dare palcoscenico libero a Leo. Peccato, perché un grosso calibro del genere poteva essere impiegato e gestito meglio, alla fine – dopo averci detto e mostrato che Giuliano era quello sbruffone e ingenuo – sembra quasi che il fratello meno sveglio sia proprio il Magnifico, e non il compianto fratello minore. Lorenzo si lascia infinocchiare da Lucrezia “Mata Hari” Donati, non capisce che Leo ha un flirt con lei, che ha ucciso la spia sbagliata e più in generale che gli passa tutto sotto il naso senza che ciò gli provochi il minimo sternuto. Deve vedere l’anello di lei appeso al collo di lui per convincersi d’essere becco. Non ci fa una bella figura, per niente. Ma dopotutto questo è Da Vinci’s Demons, non De’ Medici’s Demons.
Vi ho già detto che Clarice Orsini (Monterotondo, 1453 circa – Firenze, 30 luglio 1488) diede a Lorenzo otto figli, ora aggiungo che uno di loro fu Papa Leone X, tièh! Ma lei chi era? Una nobildonna della potentissima famiglia degli Orsini, patrizia romana e – a quanto pare – fertile come un criceto. E il matrimonio, come avvenne? Nel modo più romantico: «La madre di Lorenzo de’ Medici, Lucrezia Tornabuoni, si occupò personalmente di combinare un matrimonio prestigioso per il primogenito, recandosi di persona a Roma per sondare le nobili famiglie locali. Il suo intento era quello della scalata sociale, legando il nome dei Medici a quello di un’altra famiglia nobile, nel processo così frequente in epoca medievale e moderna della ricchezza che cercava il blasone e viceversa. Fu così che Lucrezia riuscì a fare breccia nelle corti papaline grazie alla sua cultura e alla sua classe, sondando le varie fanciulle in età da matrimonio e scegliendo proprio Clarice come la più adatta. In una serie di lettere scritte al marito Piero, la descrive come se si trattasse di una merce da acquistare: graziosa nell’aspetto, di carnagione chiara, pia, di buona statura, eccetera. I patti matrimoniali vennero perfezionati, stabilendo una dote di 6.000 fiorini, e si procedette con il matrimonio prima per procura a Roma (27 dicembre 1468) poi di persona a Firenze (il 4 giugno del 1469)». Come un pezzo di carne, insomma.
Risulta anche che fu poco amata dai fiorentini, perché di carattere religioso e mentalità ristretta, poco o per nulla umanista com’era invece il marito, che continuava a preferirle la Donati, pur avendo figli solo da lei. Chissà che spasso.
Ecco, la Clarice storica mi fa un po’ pena, noia e tristezza, mentre quella televisiva è una tosta, interessante, affascinante, intrigante e in generale che meritava di essere vista molto, molto di più. Un personaggio ben concepito – e con licenze poetiche a strafottere – che è stato purtroppo relegato in seconda fila, a discapito della miagolante gatta morta Donati. Per la prossima stagione, più Clarice e meno Lucrezia, vi prego! No, eh? Va beh, ci ho provato.
«Giuliano di Piero de’ Medici (Firenze, 28 ottobre 1453 – Firenze, 26 aprile 1478) è stato un politico italiano», poi gli hanno aperto uno spiffero in pancia ed è morto. R.I.P. Giuliano, ti volevo bene!
Lanciato come personaggio insopportabile, scemo come una gallina e irritante come una verruca, è diventato – episodio dopo episodio – più simpatico e sveglio degli altri, pure di Leo. Ma il vero Giuliano com’era? «Giuliano era appassionato delle arti e della cultura. Partecipò al torneo in piazza Santa Croce cantato da Agnolo Poliziano nelle Stanze per la giostra, dove i contendenti si disputavano un ritratto della bellissima Simonetta Vespucci, che fu vinto proprio da Giuliano. Simonetta, una delle donne più belle del Rinascimento, musa di Botticelli e Piero di Cosimo, morì prima di lui, a soli ventidue anni, e pare che tra i due ci fu una storia di amore cortese. Da Fioretta Gorini invece, figlia del corazzaio Antonio Gorini, ebbe un figlio illegittimo (1478), Giulio de’ Medici, nato un mese dopo la morte del padre e dichiarato legittimo per matrimonio clandestino dal nipote di Giuliano, Papa Leone X (nel 1513). Anche Giulio divenne a sua volta cardinale e papa, con il nome di Clemente VII».
La storia con Vanessa e il suo bambino potrebbe essere ispirata a quella con la Gorini? E chi lo sa! Probabilmente no, visto che notiamo non poche discrepanze tra la storia e la trama. Qualcosa infatti non torna se il nipote, Leone X, diventa papa e riconosce la legittimità di Giulio nel 1513, visto che Lorenzo e Clarice – allo stato attuale della storia – non hanno ancora figli maschi. Beh, licenze poetiche o timeline alternativa, non ho idea di cosa accadrà del figlio di Vanessa, né se sia questo Giulio, comunque avremo tutta una stagione per vedere come si evolverà la soap-opera, anche se Giuliano ci mancherà un bel po’.
«Sisto IV, nato Francesco della Rovere (Pecorile, 21 luglio 1414 – Roma, 12 agosto 1484), fu il 212º papa della Chiesa cattolica dal 1471 alla morte. Apparteneva all’ordine francescano dei Frati Minori. È il Sisto da cui prende il nome la Cappella Sistina che in seguito, durante il papato del nipote Giulio II, sarà affrescata da Michelangelo. Porta il medesimo nome una seconda cappella, adiacente alla cattedrale di Savona, sepolcro dei suoi genitori».
Non so voi, ma in ogni caso, a me il Sisto IV – o Darth Sixtus – di DV’sD piace un bel po’, è il classico legale malvagio che controlla tutti quanti, che cerca di corrompere Leo e trama per estendere l’ombra dell’Impe– di Roma sulla ribelle Firenze. Fico. Il vero Sisto IV – come quello televisivo – fu un gran nepotista, e di nipoti ne aveva parecchi visto che ne nominò sei come cardinali, mentre agli altri che vollero muoversi in politica procurò cariche e signorie (come il già accennato caso di Riario, con Imola e Forlì). Per quanto riguarda la politica estera, ci fu un fallito assedio a Smirne in Turchia (ecco forse dove hanno pescato il livore per gli odiati turchi) e un altrettanto fallito tentativo di accorpamento con la Chiesa Ortodossa, oltre a qualche battibecco – diciamo così – con Luigi XI di Francia su politica e religione, oltre all’emanazione di una bolla con la quale acconsentì all’Inquisizione Spagnola nominando un inquisitore a Siviglia. Un simpaticone, insomma. Sulla faccenda con Firenze non voglio dire troppo, ma non la prese bene e possiamo aspettarci tuoni e fulmini, zolfo e lapilli, per la prossima stagione.
Nico, Zoroastro, Vanessa, il Turco & Co. sono, per quanto ne so io, personaggi del tutto inventati. Qualcuno, non ricordo chi, mi disse che Nico è in realtà un giovane Niccolò Machiavelli, ma sinceramente ne dubito o comunque mi sembra strano. Tuttavia non escludo nulla, qui la follia dilaga e magari si scopre che Zoro – io lo chiamo affettuosamente così, come lo spadaccino di One Piece – è il Sultano Turco in persona, che viaggia avventuroso in cerca di mille avventure pappappéro. Vallo a sapere.
Caso vuole che di tutti questi, Zoro sia proprio quello che mi sta più simpatico (ha anche questo giochino simpatico sulla pagina ufficiale in cui ti legge i Tarocchi). Sfotte tutti quanti – Leo soprattutto – come vorrei fare io, perciò lo ritengo quasi un emissario della mia voglia di mandarli a girare di quando in quando. Nico mi è quasi indifferente, se non di quando in quando, nei suoi rari momenti ispirati. Mi è invece simpatica Vanessa, ex suora ora gaudente e portatrice di una filosofia serena, anche se serena ultimamente lo è stata poco per via del giulianicidio di cui è stata testimone e quasi-vedova.
Sul Turco, cosa dire?
Lui, l’Abissino, l’Ebreo e anche Cosimo, son lì a far mistero, come la Sfinge.
«Qual è il suo potere?»
«Beh, è terribilmente misterioso».
«Tutto qui? È questo il suo potere? È misterioso?»
«TERRIBILMENTE misterioso!»
– Mystery Men, 1999.
Non so cosa pensare dei Figli di Mitra, sono una di quelle cose che stanno lì a far colore come la scenografia e non si scoprono più di tanto, anzi quasi per niente. Così come il padre di Lucrezia e fratello del Papa, una roba da Maschera di Ferro che ricorda i Moschettieri di Dumas. Staremo a vedere.
Sì, è vestito, accontentatevi.
La vera rivelazione però – per motivi che adesso vi dirò – è stato Federico da Montefeltro, Duca di Urbino. Ricordate la puntata in cui Lorenzo, Piero Da Vinci e lui parlavano in una sauna, e il gran batacchio Ducale stava in bellavista? Beh, parecchia gente se la ricorda, infatti siamo stati invasi da chiavi di ricerca che miravano al Ducal Banano. Ora, con buona pace dei fan di Montefeltro, sappiate che esiste solo quella scena. Il Duca di Urbino è riapparso solo vestito di tutto punto, quindi arrendetevi. Potete forse sperare in una prossima stagione, ma dubito che Federico vi farà la lap-dance o lo spogliarello, comunque sono servizievole e vi informo – anche se vi bastava una capatina su IMDb – che l’attore si chiama Vincent Riotta e quindi potete rivolgervi direttamente, per così dire, “alla fonte” nella speranza di altre pose artistiche (oppure potete cercare online tutti gli screen-shot che vi pare, ma dovete rimuovere Safe Search dalle impostazioni, altrimenti Google non vi mostra le cosacce). Federico da Montefeltro è quindi campione d’incassi per la prima stagione di Da Vinci’s Demons, di lui però – essendo personaggio più che secondario – non vi faccio la scheda, ma potete curiosarvelo nell’apposita pagina della malvagia Wiki.
Per concludere vorrei invitarvi a votare nei commenti la coppia – non necessariamente accoppiata – più bella della stagione, una sorta di Re e Reginetta del Ballo, il personaggio maschile e femminile che avete apprezzato di più. Io voto per Giuliano e Clarice, ma fate voi. Fate lo stesso per il personaggio che avreste voluto vedere di più, o che pensate non abbia avuto abbastanza spazio. Votate chi vi pare, io tifo Clarice Orsini.
Con questo è tutto, via al voto e ai commenti, e a rileggerci alla prossima stagione! Grazie per aver seguito queste recensioni e ci leggiamo presto con altre, dovrei infatti partire a breve con quelle sulla sesta stagione di True Blood. Cari blogspettatori e blogspettatrici, è stato un piacere. Ciao!