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Dacci oggi la nostra randellata mediatica quotidiana

Creato il 19 marzo 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

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Me ne sto in silenzio per un po’ e tutti si danno alla pazza gioia, la famiglia “ini” non ha perso tempo: Minzolini ha provveduto a dar manforte a una polemica inesistente, cioè quella sulla citazione fatta da Roberto Saviano riguardo un episodio della vita di Benedetto Croce. La citazione fatta nel monologo del programma TV “Vieni via con me” (e riportata nell’omonimo libro) si riferiva ad un articolo pubblicato all’epoca del terremoto che colpì la terra di Croce, nel quale un giovane Croce riferì al giornalista che suo padre prima di spirare gli disse la frase incriminata:

“Offri 100.000 Lire a chi ti salva”

Tale frase non fu mai smentita da Croce, nonostante non appaia nei testi in cui lo scrittore racconta di quei fatti della sua vita. Saviano, dopo il primo servizio del TG1, preso preso pari-pari dai giornali del Padrone, durante l’intervista di domenica 13 marzo a TG La7 con Enrico Mentana ha elencato le sue fonti e mostrato una copia di quell’articolo. Operazione inutile, visto il servizio mandato la sera successiva (qui sopra), che ho casualmente registrato col PC e caricato sul canale di Oblio su Youtube, ha accusato Saviano di non conoscere le opere di Croce e ha evitato accuratamente di riportare le parole dette a TG La7. Lo scrittore di Gomorra si è visto costretto la sera successiva da Otto e Mezzo con Lilly Gruber (La 7), a ripetere le stesse cose e a controbattere che una delle colonne portanti della sua formazione letteraria sono appunto le opere di Benedetto Croce. Anche questa ulteriore spiegazione è stata vana, infatti il TG1 la sera successiva ha già dimenticato la vicenda, assicurando l’impossibilità di replica. Resta abbastanza sconfortante, come ha affermato Saviano, che un’erede di Croce si sia prestata a un tale teatrino, infatti se la citazione avesse davvero danneggiato l’immagine dell’autore anche perché falsa, sarebbe bastata una querela, ma ciò non è avvenuto.

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Il secondo elemento della famiglia “ini” è Alfonso Signorini, che si è dedicato ad Ambra Angiolini, un tempo simbolo del mondo effimero (allora ancora abbastanza innocente) mediasettiano, una ragazza di “Non è la Rai”, che ha impiegato anni che per costruirsi un’immagine più seria. Quali sono le su colpe? Aver lavorato con Crozza, ma il peccato capitale è stato quello di andare ad Annozero e lamentarsi (legittimamente) della “mignottocrazia”. Una defaillance, un momento di debolezza di una donna sposata (con Francesco Renga, noto berlusconiano) è bastata al mastino rosa per farci una cover e diverse pagine. D’altronde a loro basta poco, se necessario per salvare il padrone, un contrabbandiere miliardario di sigarette e una persona che ne fuma una sono la stessa cosa.

Ambra, sapendo di essere stata paparazzata, ha chiesto aiuto a Signorini, visti i precedenti di Marrazzo e del video imbarazzante della compagna di Piersilvio, tale Silvia Toffanin, entrambi risparmiati alla prima pagina. La mossa della Angiolini si è rivelata controproducente, infatti il dialogo è stato riportato nella “rivista”:

Ho fatto una cazzata. Aiutami!

Risposta negativa:

Un servizio acquistato è un servizio pubblicato.

Un tempio di coerenza, come potete vedere. Qui sotto le foto, che secondo me dovrebbero preoccupare più Francesco Renga che sua moglie, Ambra Angiolini, in molti sensi.

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