E’ più estremo decidere di partecipare alla LA-NY Footrace 2011 oppure pensare di andare a lavorare ogni mattina in fonderia per 35 anni? Non rivolgete questa domanda ad Alex Bellini anche perché è stato lui a farla a chi gli chiedeva il perché stesse per ‘imbarcarsi’, lui che non è neppure un runner, nella più dura corsa al mondo: 5.000 chilometri da Los Angeles, California, fino a New York da percorrere in 70 tappe, per 70 giorni e 70 di media al giorno.
Del resto l’estremo, per questo valtellinese 33enne, è pane quotidiano da quando nel 2004 decise che per lui, nato all’Aprica tra le montagne, era arrivato il momento di affrontare il mare, anzi gli oceani. Non è che ci sia riuscito subito. Prima di diventare il primo uomo ad attraversare in solitaria a remi il mar Mediterraneo e l’oceano Atlantico è naufragato due volte: la prima appena uscito dal porto di Genova, la seconda a Formentera e lì ha rischiato la vita. «Ma non mi sono fermato. E’ difficile spiegarlo ma in quel momento ho capito che ero più vicino all’obiettivo», ha raccontato Bellini che poi ha anche attraversato il Pacifico restando 294 giorni da solo in mare aperto.
Adesso l’obiettivo di Alex è molto più estremo. Alla corsa, organizzata da Serge Girard, potevano iscriversi in trenta. Lo hanno fatto in ventidue e sette si sono già ritirati. «Pensiamo che almeno il 20-30% dei partecipanti gettino la spugna nei primi giorni di gara», confessa Simone Bortolotti, il preparatore atletico del team guidato da Max Damioli che lo sta seguendo nell’impresa di cui fanno parte un nutrizionista, un health coach, un fisioterapista, un esperto di scienza antropometrica e Beppe Vercelli, lo psicologo dello sport che ha seguito gli sciatori azzurri.
Quest’impresa di Alex Bellini, al contrario della prima, avrà tanti sponsor a partire dal marchio Jeep e verrà raccontata, come la prima, attraverso il web nel sito www.jeep-people.com (che sarà attivo, tanto per restare in tema, a 70 ore dalla partenza) e nel sito dello stesso Alex giorno per giorno. «Vivo e corro da mesi per vedere cosa c’è tra una costa e l’altra degli States. Voglio coniugare l’aspetto sportivo alla dimensione del viaggio. Voglio perdermi e ritrovarmi», ha spiegato puntando addosso alla gente i suoi occhi azzurri intenso.
L’unico rimpianto è che la sua Francesca che avrebbe dovuto partire con lui dovrà restare in Italia perché fra poco renderà padre Alex per la seconda volta. Il dubbio di Alex, già risolto, è stato quello di non poter vedere nascere la sua seconda figlia, Margherita, che verrà alla luce intorno al 20 agosto visto che Alex partirà il 19 giugno per arrivare (forse) a destinazione il 25 agosto. «Non sarò il migliore dei padri ma voglio che le mie figlie (la prima ha 18 mesi e si chiama Sofia, ndr) sappiano che tutti devono essere pronti a realizzare i propri sogni».