Hassan Ramou e El Mahfoud Asmahri, due eminenti ricercatori dell’Istituto Reale per la Cultura Amazigh (IRCAM) non potevano immaginare che il loro lavoro di ricerca sui granai collettivi berberi li avrebbe condotti in una prigione libica ! All’inizio di dicembre 2010 si recarono nel sud della Tunisia, nel villaggio berbero di Tataouine, dietro invito di una associazione amazigh. Il 14 dicembre attraversarono la frontiera libica per raggiungere il villaggio di Nalut, nel massiccio di Nefoussa, celebre per i suoi imponenti granai collettivi. Il 19 dicembre, dopo aver studiato e fotografato la zona, al momento della partenza verso la Tunisia, sono stati arrestati dalle autorità libiche. Interrogati sull’oggetto delle loro ricerche, i due professori sono stati imprigionati nelle galere libiche sino al 6 gennaio scorso, quando vennero scarcerati grazie all’intervento della diplomazia di Rabat. Per Belkacem Lounes, presidente del Congresso Mondiale Amazigh (CMA), questo arresto deve essere denunciato e fatto conoscere in tutto il mondo. “Questi ricercatori lavorano per un istituto pubblico creato dal Palazzo Reale e sono dipendenti di questa struttura. Questo arresto è fuori da ogni logica legale; Tripoli ha attentato alla sovranità del Marocco”. Al ministero degli Affari stranieri, si è optato per la fermezza senza muovere troppo le acque. ”I due uomini sono partiti senza richiedere autorizzazioni specifiche e senza chiedere l’aiuto del ministero, sapendo di lavorare su di un soggetto estramemente sensibile. Se ci avessero contatto, gli avremo consigliato la massima prudenza”, precisa un responsabile del ministero. Il regime libico è conosciuto per la sua ostilità a riguardo della cultura e del popolo amazigh. Le associazioni, i festivals o le riunioni pubbliche che ruotano attorno a questo soggetto sono fermamente proibite e i lavori di ricerca sui berberi sono impossibili da intraprendere in terra libica. Due fratelli libici, Mazigh e Madghis Bouzakhar, insieme al cantante amazigh Abdallh Ashini, sono stati arrestati, nel primo caso per essersi interessati alle questioni berbere, nel secondo caso perchè il cantante ha partecipato ad un festival berbero. Per il tiranno Mohammed Gheddafi, gli Amazigh e la loro cultura millenaria non ricoprono nessuna realtà. Le autorità libiche reprimono con ogni mezzo tutte le forme di espressione che provengono da questa cultura e ricordiamo che già nel 2009 il marocchino Khaled Zerari, vice-presidente del CMA, venne esplulso dal territorio libico senza mezzi termini e senza tenere in conto che si trovava in Libia per partecipare ad un funerale di un amico. Ancora una volta il terrorista Gheddafi scopre e rinnova le sue già ben note carte e noi italiani lo accogliamo in Italia con tutti gli onori del caso, parate di cavalli e amazzoni comprese.
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