Principesse bizantine e sante iconiche alla corte dei re, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, per la collezione del prossimo autunno/inverno 2013. Un mosaico sartoriale. Ancora una volta un inno all'artigianalità e alla sicilianità. Un misto fritto collaudato tra sacro e profano che trae diretta ispirazione dal Duomo di Monreale e Sant'Agata. Quando pensi che Dolce&Gabbana hanno già sperimentato tutti gli stilemi dell' Isola, loro riescono sempre a tirar qualcosa di nuovo dal Vulcano, una volta fucina di Efesto. Ora, sembra però che l'Etna sia diventata lo studio artistico degli stilisti. Così si spiega la fiammata rossa con la quale si è conclusa la sfilata. Un' ondata di lava improvvisa. Un'eruzione che ha concluso il defilé dopo un fluire di oro su abiti dalle linee pure e nette; dopo il fiorire di gemme, swarovsky e pietre dure su mini dress ad A e shorts.
Ma l'opulenza delle moderne donne bizantine, adornate di corone e maxi orecchini, si sposa bene anche con i cappotti e i vestiti austeri in tweed. Perché la donna può essere sofisticata anche con la semplice aggiunta di accessori, quelli importanti: borse squadrate, in filigrana, collane con crocifissi in madreperle e scarpe intarsiate.
Non manca il pizzo, ormai marchio di fabbrica della maison. E il classico nero per il prossimo inverno cede il passo a quello rosso lava. Per donne che amano le tradizioni e se ne cospargono non solo il capo ma tutto il corpo. Orgogliosamente mediterranee dalla testa ai piedi.