dal bruco alla farfalla: quando una passione diventa professione.

Da Leucosia

 

con questo post partecipo al candy kitchen di Simona – a casa di Simo.

dunque, la blogger simona ha rivolto a tutti coloro che partecipano al suo candy kitchen un post dedicato ai nostri hobbies preferiti: quali e quanti, soprattutto  quanta passione vi abbiamo dedicato e fino a che punto ci siamo sentiti trascinati fino a tramutarlo in un lavoro vero e proprio. bene…questo è pane per i miei denti, ovvero raccontare spero brevemente di come ho unito la mia passione per l’arte antica al procacciamento del pane quotidiano per vivere, o sopravvivere, a seconda dei punti di vista.

allora, da dove inizio? dagli albori…è ovvio. perchè da quando ero una bambinetta avevo uno spiccato senso artistico per le belle arti in generale: se c’era un foglio immacolato io ero subito pronta a imbrattarlo con colori più disparati, se c’era un quadro da studiare a scuola, mi mettevo d’impegno e sfornavo una ricerchina da far rabbrividire persino il prof di educazione artistica. e se si proponeva una gita scolastisca io spingevo invariabilmente per un museo o uno scavo archeologico. già la parola magica un bel giorno divenne realtà: l’archeologia divenne non più un mondo separato dalla mia realtà giornaliera, ma una certezza. conquistata sì a suon di esami, di scavi e di ore e ore di immagazzinamento cocci, spesso e volentieri senza alcuna retribuzione, anzi leviamo pure lo spesso e volentieri e dichiariamo invece chiaramente che era un lavoro da serva della gleba, senza nemmeno un buono pasto assicurato. ma che potevo farci all’epoca? questo passava il governo, questa era la gavetta universitaria. senza se e senza ma. nessun Indiana Jones all’orizzonte, ma solo polvere, fango, mani e unghie distrutte dal  troppo caldo o dal freddo eccessivo, e una continua e costante preparazione. tipo che il fine settimana in genere lo passavo sui libri o in biblioteca. ma ero finita nel fuoco sacro dell’archeologia, dove ogni reperto, anche il coccio più insignificante, aveva per me un valore inestimabile. soprattutto perchè quel coccio io l’avevo recuperato dal terreno, l’avevo lavato e catalogato, con somma cura e attenzione. insomma gli anni universitari trascorsero così…poi dopo la laurea, il vuoto. non so se è mai successo a qualcuno di voi, di interrompere un percorso e di ritrovarsi senza paracadute. beh a me il post lauream è stato così: allo sbando, senza una guida. mi buttavo a capofitto in ogni master o dottorato in circolazione, tentando di ottenere il posto da ricercatrice con borsa di studio. non avevo fatto i conti con il baronaggio dei professori universitari, e dei loro pupilli. io ero una outsider, e ne pagai lo scotto.

però un bel giorno dell’inizio di giugno di quasi dieci anni fa, davanti al museo archeologico della mia città mi imbattei in una manifestazione di archeologi precari, che dimostravano apertamente le loro ragioni e i loro risentimenti contro il governo di allora. tra un volantino e l’altro conobbi la mia futura datrice di lavoro; tempo una settimana ed ero sullo scavo, a immagazzinare materiale. a quei tempi dire che toccavo il cielo con dito era la giusta metafora!  

ringrazio ancora oggi quella manifestazione, e quella coincidenza senza la quale non sarei diventata un’archeologa professionista, con tanto di pedigree! e di esperienza sul campo!

certo poi gli avvenimenti della mia vita, con i suoi vari e molteplici risvolti mi hanno allontanata da quella strada che avevo intrapreso con così tanto spirito di sacrificio e totale dedizione! oggi come oggi sono un’archeologa a riposo, diciamo così…però non demordo, ah questo no! i miei hobbies restano sempre legati a quel mondo, anche se legati da un filo sottile. un filo fatto di ricordi soprattutto e di parole…perchè mediante la parola scritta, e tramite questo blog che è un piccolo magazzino archeologico anch’esso, ritorno con la mente a quel tempo che fu, impiegando tutte le risorse a mia disposizione per avvicinare all’archeologia internauti che hanno il desiderio di seguire un mio strambo racconto archeologico, oppure leggere una seria ricerca su siti antichi e prestigiosi. infatti poco alla volta sto pubblicando tutto il materiale da me prodotto negli anni di studio e lavoro…e da quello che indicano le statistiche del blog, le pagine più visitate sono proprio quelle riguardanti la mia tesi nel cassetto



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