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Dal cilindro di Bartoloni, ecco due iscrizioni filistee. Cananee per pochi

Creato il 05 febbraio 2011 da Zfrantziscu
Ci sono un paio di cose interessanti nel libro “Fenici e Cartaginesi (780-238 aC)” che il professor Piero Bartoloni ha scritto per La Nuova Sardegna che il quotidiano ha diffuso in decine di migliaia di copie. Come altri della collana, la pubblicazione è sotto forma di lunga intervista con tratti, questa almeno, più consoni ad un catechismo che ad un testo scientifico, sia pure divulgativo. Chi sa? Forse per ragioni di sintesi. E che sintesi. “A partire dal 1500 aC circa, lungo le coste della Sardegna si alternano prima i mercanti micenei, quindi, in successione, dopo la scomparsa dei regni micenei e l'invasione dei “Popoli del Mare”, a partire dai primi decenni del XII secolo aC, i naviganti vicino-orientali, dapprima i Filistei, abitanti della Palestina, quindi i Ciprioti e i popoli delle città della Siria settentrionale e, infine, i Fenici”.Valesse anche in archeologia un po' di coerenza interna (interna ad uno stesso scritto, intendo, indipendentemente dalla verità contenuta) che affidabilità assegnare al libro? Credo che non solo molti studiosi indipendenti, ma anche non pochi archeologi titolati avrebbero qualcosa da dire su questa ricostruzione dello scenario geo-politico in cui era la Sardegna antica. Ma è la coerenza che mi interessa fra la notizia dell'invasione dell'isola da parte dei Popoli del Mare e quella secondo cui all'arrivo dei fenici lo “sfruttamento delle miniere [era] ancora di proprietà delle popolazioni nuragiche”. “Ancora” vuol dire o che non l'avevano persa mai, o che i Popoli del Mare invasori prima avevano espropriato i nuragici che hanno poi reintegrato nella proprietà o che ai PdM delle miniere di rame e argento proprio non importava nulla? O che, molto più semplicemente, non ci fu alcuna invasione perché, direbbe Marcello Cabriolu, i popoli del mare c'est nous?Dicevo però di informazioni interessanti nel libro del prof Bartoloni. Riguardano il sito nuragico di Sant'Imbenia. Qui, scrive l'archeologo, sono state trovate “due brevi iscrizioni filistee, incise su frammenti di ceramica”. Non si tratta, par di capire, del sigillo nuragico con lettere fenicie secondo il dr Bernardini e incolte scopiazzature secondo il dr Rubens D'Oriano. Sono scritte filistee, di genti che, vedi lo scenario geo-politico di Bartoloni, nella frequentazione della Sardegna hanno preceduto i Ciprioti, “i popoli delle città della Siria settentrionale” (popolazioni cananee, scriverà più il là l'autore) e i Fenici.Non ci sono date, secondo le migliori tradizione di gran parte dell'archeologia sarda, salvo quella dell'arrivo dei Fenici, 780 aC. Ma, stando alla cronologia delle visite, i Filistei sarebbero arrivati prima e le “due brevi iscrizioni” di Sant'Imbenia sono dunque lì a mostrare che quella scrittura cananea ha preceduto il fenicio in Sardegna. Salvo che questo "popolo, ma non [...] entità politica", dopo aver introdotto nell'Isola "l'uso consistente e diffuso del vino, noto nel mondo nuragico forse fin dal XV secolo aC" (ce l'avevano ma non sapevano evidentemente a che cosa servisse), abbia importato oggetti di antiquariato filisteo. Un'altra popolazione cananea precedette i Fenici, proveniente dalle “città della Siria settentrionale, abitate da popolazioni cananee e aramee”. Per ora di loro iscrizioni non si segnalano tracce, ma la marcia di avvicinamento dell'archeologia ufficiale alla scrittura, diciamo, pre-fenicia in Sardegna è ai primi passi. Ci vuole pazienza.

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