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Dal compagno Giletti la zia di Francesca Pascale smentisce Berlusconi, mentre lo stenografo dell’Assemblea Regionale Siciliana diventa un mito. E di altre “perle” incredibili e imperdibili da L’Arena.

Creato il 09 marzo 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

copdi Rina Brundu. Nelle parole della grande giallista inglese Agatha Christie, mi prudono i polpastrelli e non so da dove cominciare. Ma immagino sia pure perché ho finalmente trovato un indirizzo diverso di carriera, mai considerato prima. Di fatto, dopo l’odierna puntata de L’Arena, il programma di approfondimento similpolitico condotto la domenica pomeriggio, su RAI1, da Massimo Giletti, ho deciso: voglio fare lo stenografo (leggasi ste-no-gra-fo e, no!, non siamo in una candid-camera di Back to the Future!), per l’Assemblea Regionale Siciliana: stipendio lordo dopo trent’anni di lavoro, più di 12000 Euro, netto, più di 6000 Euro, quattordicesima, quindicesima, sedicesima (???) e tutto questo per… saper scrivere a macchina nell’era digitale!

Straordinario! Che poi uno dice ma questo succede nella remota Sicilia, terra di “onorata” attività, in Alto Adige è tutto un altro paio di maniche. Verissimo! È questa infatti la terra dove sono state appena pubblicate le liste dei vitalizi dovuti ai consiglieri regionali, per un totale di 90 milioni (leggasi no-van-ta!) di Euro da spartirsi tra 130 fortunatissimi. E dove un singolo individuo, dopo vent’anni di “onorata” (com’è piccolo il mondo!!) attività, potrà portarsi a casa, a tempo debito, più di un milione e trecentomila euro. Da non dimenticare la perla: tra i beneficiati da tanta italica munificenza vi sono anche le pasionarie dell’indipendentismo dalla “terronia” che inizierebbe subito a sud di un ideale confine da impero austro-ungarico.  E dalle spese pazze su e giù per l’Italia alle vere e proprie truffe romane: la diaria (cioè il rimborso spese per vitto, alloggio, spostamenti) ai parlamentari residenti a Roma!

Uno status-quo da terzo mondo corrotto oltre il possibile e l’immaginabile che è una vera e propria manna per il Giletti stella nascente del giornalismo italiano, che infatti ne profitta e butta sul grande calderone fumante – finalmente quasi-scoperchiato – tutto ciò che passa il convento. Ma proprio tutto. Lo spettatore catarticamente incollato viene quindi divertito con le battute più ispirate del Crozza-pensiero in materia di Politica con la P maiuscola; erudito con una concisa intervista ad uno “degli uomini più importanti del MoVimento a 5 stelle”, Vito Crimi, il quale giura e spergiura che nel suo partito il dissenso non è cagione di scomunica; annoiato con la solita marchetta elettorale a vantaggio del futuro candidato sindaco-di-Firenze, di origine campana; e letteralmente folgorato sulla via di Damasco con la “perla” (questa sì!) dell’intervista alla zia di Francesca Pascale che smentisce Berlusconi: “Io sapevo che quei due si dovevano sposare!”. Lapidaria! Mitica!

Davvero troppo per le capacità pseudo-intellettive di chiunque: sicuramente per le mie! Tuttavia, in un raro momento di lucidità critica che sono riuscita a conservare ho finalmente capito quale era il minimo comune denominatore che metteva insieme e ad un tempo spiegava quel variegato potpourri informazionale: Giletti è finalmente salito sul carro del vincitore mani e pied… pardon, Giletti è diventato renzista. Convinto! Non a caso il conduttore cita il Premier dovunque e comunque e ormai sembrerebbe viaggiare con una copia di “Stil novo. La rivoluzione della bellezza tra Dante e Twitter” (Rizzoli, 2013) nella tasca destra e una di “Oltre la rottamazione. Nessun giorno è sbagliato per provare a cambiare” (Mondadori, 2014), in quella sinistra, che non si sa mai ed è sempre meglio abbondare.

Abbondandis in abbondandum, diceva l’immenso Totò che pure sosteneva goliardicamente di avere traversato l’Alto Adige (per altri motivi però!). Il Giletti di questi tempi invece quel motto lo mette in pratica, come nessuno! E io pag… uhm, e io scrivo!

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