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Dal crollo della produzione industriale all’aumento dell’inflazione. Le cifre del disastro Monti
Da RoxioniI numeri e le statistiche dicono che gli effetti della manovra salva-Italia del governo Monti si stanno rivelando a dir poco disastrosi per l’economia reale..
Vero, da un mese e mezzo lo spread è calato e pare in fase discendente, almeno per il momento. Forse il clima mutato, l’improvvisa assenza dei contestatori di piazza ad oltranza, la fine della politica del tutti contro tutti, dell’odio e dell’antiberlusconismo senza se e senza ma sta giovando alla coesione di un governo di conseguenza ritenuto più affidabile e “forte” dai mercati. Gli organi di informazione dovrebbero anche evitare di omettere che l’attuale calo dello spread è determinato in primis da un sensibile rialzo dei tassi di rendimento sui bund tedeschi, mentre i rendimenti sui titoli decennali italiani in queste ultime settimane sono in lieve calo se non stabili, e restano comunque alti (intorno al 5%, attualmente al 4,83% i titoli decennali).
Dalla stampa italiana e da gran parte dei tg non si può pretendere granché, ma al di là dello spread i numeri che dovrebbero preoccupare sono altri.
Lo scorso 28 gennaio proprio qui su Qelsi abbiamo pubblicato dati piuttosto allarmanti sul danno alle casse statali causato dall’aumento dei prezzi di benzina e gasolio: un crollo dei consumi che ha determinato un netto calo delle entrate, ossia proprio il contrario di ciò che sarebbe l’obiettivo dell’esecutivo dei tecnici, intenti a cercare soldi a destra e manca per riempire le casse statali.
Ma c’è di peggio.
I dati sull’economia reale, molto più importante della finanza di carta per determinare lo stato di salute di un Paese e di chi lo abita, a partire dall’inizio del 2012 sono tutti negativi. Gli impatti del governo Monti, in carica da novembre 2011, e della manovra salva-italia, licenziata dal parlamento a dicembre, non sono stati dei migliori.
Ecco i veri risultati della politica “sviluppo-salva-italia” del governo Monti:
- Immatricolazioni Automobili (Gen-Feb. 2012 – a/a): -17,8% (UNRAE)
- Movimenti aerei passeg. e cargo (Gen. 2012 – a/a): -6,5% (ASSOAEROPORTI)
- Richieste Mutui (Gen. 2012 – a/a): -44,0% (EURISC)
- Inflazione (Feb. 2012 – a/a): +3,3% (ISTAT)
- Prezzi alla produzione dei prodotti industriali (Gen. 2012 – a/a): +3,3% (ISTAT)
- Prezzi beni energetici (Feb. 2012 – a/a): +15,6% (ISTAT)
- Consumi petroliferi (Gen-Feb. 2012 – a/a): -8,3% (Destag. -10,0%) (M.SV.EC.)
- Consumi gas (Gen. 2012 – a/a): -4,3% (MIN. SVIL. ECON.)
- Consumi En. Elettrica (Gen-Feb. 2012 – a/a): -0,2% (Destag. -2,0%) (TERNA)
- Produzione Industriale (Gen. 2012 – a/a): -2,1% (Destag. -5,0%) (ISTAT)
- Fatturato industriale (Gen. 2012 – a/a): -1,4% (Destag. -4,4%) (ISTAT)
- Ordinativi dell’industria (Gen. 2012 – a/a): -5,6% (ISTAT)
I dati si riferiscono tutti al rapporto anno su anno (a/a), ossia il raffronto tra il periodo analizzato nel 2012 (generalmente gennaio, oppure il bimestre gennaio-febbraio) e il medesimo periodo dell’anno precedente.
Tra parentesi è citata la fonte (Istat, Terna, Ministero dello Sviluppo Economico, Assoaeroporti, Eurisc e Unrae, fonti attendibili e verificabili). ”Destag” invece sta per “destagionalizzato”, dal verbo “destagionalizzare” che in statistica significa “Non tenere conto, nell’analisi del mercato o di fenomeni di lungo periodo, dei dati evidentemente condizionati dall’influenza economica di un preciso periodo dell’anno”.
In sintesi: crolli di immatricolazioni auto, movimenti dei passeggeri su aerei e cargo, richieste mutui (tracollo clamoroso, -44%), consumi petroliferi, consumi di gas ed energia elettrica, produzione e fatturato industriale e ordinativi dell’industria; aumenti dell’ inflazione e dei prezzi dei prodotti industriali e dei beni energetici.
Si possono aggiungere anche altri dati:
-L’aumento delle ore di cassa integrazione (Feb. 2012 – a/a) + 16,8% (UIL)
-L’aumento della pressione fiscale, prevista al 45,2% nel 2012 dalla manovra Monti, mentre era al 42,7% nel 2011.
Infine, il calo del potere d’acquisto: le retribuzioni orarie contrattuali da dicembre 2011 a dicembre 2012 sono aumentare solo del dell’1,4% (fonte ISTAT), mentre i prezzi dei beni di prima necessità e acquistati con più frequenza sono saliti del 4,5% (fonte sempre ISTAT). C’è una differenza del 3%.
Insomma, forse l’Italia guidata da Monti-Napolitano-Merkel, dall’Ue e dai potentati finanziari, si salverà. Ma gli italiani?
Tratto da: Dal crollo della produzione industriale all’aumento dell’inflazione. Le cifre del disastro Monti | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/05/15/dal-crollo-della-produzione-industriale-allaumento-dellinflazione-le-cifre-del-disastro-monti/#ixzz1uvj1xACH
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