Guardando la città di Pesaro dal punto di vista della ristorazione mi viene in mente subito la lunga fila di ristoranti dislocati sul lungomare. Si mangia prevalentemente pesce, e l’offerta di ristorantini o locali di medio livello si è ampliata negli ultimi dieci anni anche grazie agli universitari che frequentano la sede di Pesaro e che si trova proprio sul lungomare.
Un ristorante che mi è rimasto in mente è situato sottoterra, prettamente turistico ma di discreta qualità, in cui si mangia di tutto dalla pizza, alla carne, al pesce; in genere non mi piace frequentare posti che non si caratterizzano per nessuna specialità ma tentano di accontentare qualsiasi palato, però in quel caso ho avuto modo di ricredermi.
Per la prima (e forse ultima) volta ho provato a quei tempi, sempre a Pesaro, anche il ristorante macrobiotico a causa di una convenzione che avevamo in quanto studenti universitari: effettivamente alla fine ci si sente bene, sazi, si ha l’impressione di mangiare in modo sano, e il fatto che negli alimenti non ci sia il sale non è solo una diceria! Poi il gusto in questo caso va lasciato un po’ da parte a favore della ricerca della purificazione, cercando di convincersi che tutto quello che è buono non fa bene! Mi ricordo di una specie di brodino come antipasto, seguito poi da legumi e verdure (devo dire che le porzioni non erano nemmeno scarse); alla fine si aveva la possibilità di scegliere anche tra dei dolci naturalmente biologici o fatti con farine integrali. Interessante era anche il piccolo shop presente vicino alla cassa, con marmellate e vini.
Circa due anni fa invece mi è capitato di cenare in un ristorante, nel lungomare di Pesaro, in occasione forse della notte bianca o comunque di un evento per cui la zona era piuttosto affollata, e ricordo di un mio amico che per non far brutta figura col cameriere ancor prima di assaggiare il vino aveva detto che era buono.
Sui colli di Pesaro, e anche lungo la strada panoramica ci sono ristoranti con viste mozzafiato.
Pesaro risente ovviamente delle influenze della cucina romagnola, e a tal proposito ha cittadinanza pesarese la piada che con l’aggiunta di strutto si trasforma nella variante della crescia urbinate (alta e morbida). D’ascendenza contadina, la cucina pesarese è incentrata sulle minestre e sulle zuppe a base di legumi. Con un robusto sugo di fagioli si condiscono ad esempio le tagliatelle e la polenta. Fra i secondi piatti merita di essere citato il coniglio in porchetta, meglio se accompagnato da pomodori e melanzane in graticola. Nettamente pesaresi sono i granetti al mosto cotto e le cresc’taiat (quadrettoni di farina di grano e mais) che si trovano facilmente anche nei menù delle sagre paesane.