Giuseppe Ducrot, Veronica
E pensare che a Giuseppe Ducrot la scultura proprio non interessava: cominciò con il ritrarre a pastello i suoi compagni durante il servizio militare, puntando a cogliere il lato psicologico. Continuò poi con il disegno in bianco e nero e la pittura a tempera fino a quando, negli anni '90, dopo molte sperimentazioni, si appassionò allo spazio. E in breve passò dalla pittura alla scultura. A parlare del successo e della grandezza di questa scelta una mostra al Macro Testaccio di Roma fino al 10 maggio, Giuseppe Ducrot scultore, una galleria di statue, dai grandi modelli in resina ai bozzetti in ceramica, dalle invenzioni in terracotta invetriata alle scenografiche forme neobarocche. Il percorso si articola in quattro sezioni, Genius Loci, Committenza, Materia, Vanitas. Genius loci esprime il rapporto indissolubile di Ducrot con la su città, Roma. Committenza è un riepilogo delle opere che l'artista ha realizzato su commissione: dalle opere per Santa Maria degli Angeli alla Basilica di San Pietro. Materia svela invece l'abilità di scolpire e modellare le sostanze più varie, mentre Vanitas rimanda al rifarsi di Ducrot alla grande arte barocca del passato, arricchita dalle inquietudini dell'uomo contemporaneo.Per tutte le info sulla mostra: www.macro.orgFonti: www.repubblica.it