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Dal medico

Da Flavialtomonte

L’altro giorno sono andata dal medico. In sala d’attesa c’erano tre anziane prima di me che aspettavano il loro turno.

Entra la prima che termina dopo pochi minuti e con un saluto di cortesia esce di scena mentre la seconda si appresta lentamente ad entrare: impugna il bastone, e comincia a strisciare verso lo studio del medico. Si tratta di una vecchietta pacata, con lo sguardo ruvido di lacrime asciutte e labbra falsamente ridenti. In realtà soffre, più di tutti.
Dalla sala d’attesa si sentono i saluti tra lei e il medico, saluti e lamenti che si diramano gradualmente in confessioni. In quel momento il medico diventa psicologo e l’anziana paziente che al termine della seduta, esce dalla stanza con l’aria – comunque! – insoddisfatta, dalla controfigura grinzita e cadente abbastanza vittoriosa come a dire “Ecco fatto, l’ho conciato per le feste“.

Mi guardo attorno, e due donne sulla sessantina appena arrivate si raccontano storie inerenti al contesto: dolori (ovviamente!)
Seguo il triste racconto di una signora che ha avuto cinque ernie, che non riesce ancora a muovere bene le mani. La donna che ascolta dispiaciuta la storia condivide la disgrazia con mugugni di sconforto e teorie pessimistiche sulle sofferenze della vita, su Dio e sul tanto coraggio che ci vuole, a volte. Quando la prima donna sembra aver concluso il racconto, la seconda donna cercando di non entrare troppo sul personale si limita a una sola domanda.
Quanti anni ha questa povera donna?
80 anni. Si mantiene però.
In vita!” avrebbe voluto risponderle, ma si trattiene e butta giù un sospiro, senza aggiungere altro.
Sospiro anch’io.

Dal medico


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