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Dal No Tav al No Treno

Creato il 01 marzo 2012 da Albertocapece

Dal No Tav al No TrenoLicia Satirico per il Simplicissimus

Si può essere favorevoli o contrari alla costruzione di una tratta ferroviaria o alle magnifiche sorti e progressive delle nostre infrastrutture. Si può discettare di ponti interrogativi, di linee superflue e di linee fantasma, di proteste legittime o perniciose. Ciò che però colpisce delle vicende di questi giorni è il tono delle polemiche sui fatti della Val Susa: un tono da anni di piombo con attimi trasversali di pura imbecillità. Il Giornale definisce “un Cretinetti” Luca Abbà, ancora sospeso tra la vita e la morte dopo un volo forse insensato, ma certamente disperato. Un manifestante provoca un carabiniere immobile dandogli dell’ovino e la scena, lungi dal suscitare anacronistica tenerezza e qualche riserva per essersi svolta sin dall’inizio davanti alle telecamere, provoca trasversali reazioni sdegnate. La rappresentazione mediatica degli scontri semplifica brutalmente il quadro, cercando di individuare buoni e cattivi. Qualcuno si diverte a inventare nuovi eroi effimeri della resistenza. Tra qualche giorno rischieremo il plastico televisivo della valle, dei tralicci e degli schieramenti. Sfugge, in questo momento, il destino della discussa opera pubblica, in un frangente drammatico della nostra vita istituzionale.

La guerra dei no-Tav è l’immagine simbolica di un paese che non riesce più a dialogare con se stesso, dove il confronto è sopraffatto dalla contrapposizione. Non mancano i soliti confusi: Bersani è l’unico a dichiarare che il confronto va fatto “non sui se ma sui come”, un po’ – ci pare di capire – come per l’articolo 18. È sempre il treno a dividere: una linea ferroviaria ritenuta da molti inutile, dannosa e finanche più costosa del leggendario ponte sullo Stretto (altra lucrosa chimera manipolata con destrezza da tante forze politiche). Solo che il ponte andrebbe a unire due regioni ad alto rischio sismico quasi prive di infrastrutture, mentre la Tav si inserirebbe in un territorio già ricco di treni, riducendo di appena sessanta minuti la percorrenza della stessa tratta.

E ancora una volta emerge un paradosso inaccettabile: mentre l’Italia si divide sui No Tav, il Sud rimane No Treno. In sessanta minuti un siculo aspetta mediamente il suo convoglio in perenne ritardo, leggendo – nei momenti di masochismo – la deliziosa brochure di Trenitalia: i treni notte sono “un modo intelligente di viaggiare sulle lunghe distanze. Si viaggia comodamente nelle cabine letto o cuccetta e si arriva riposati a destinazione”. È un modo così intelligente di viaggiare da essere stato quasi eliminato. Beh, in verità la Calabria ha la sua rete ferroviaria privata: si tratta di Ferrovie della Calabria s.r.l., società nata dallo scorporo di una parte delle Ferrovie Calabro Lucane e costituita da alcune linee a scartamento ridotto. L’unica in servizio è la Cosenza-Catanzaro Lido, “unico esempio attivo rimasto in Italia di cremagliera del tipo Strub” con limite di velocità di venti chilometri orari.

La Sicilia non ha nemmeno le linee a scartamento ridotto: per arrivare in treno da qui a Lione bisogna pianificare la pensione e salutare i parenti come se si emigrasse. I cuccettisti licenziati a dicembre stanno protestando invano: Trenitalia non ha alcuna intenzione di riassumerli. Nel frattempo l’azienda perde pezzi, letteralmente: ieri un Frecciargento lanciato a 250 km/h ha perso una porta, sfiorando la tragedia.

Dai No Tav ai No Treno c’è una differenza di più di un migliaio di chilometri e un’indignazione comune: lo sviluppo e il sottosviluppo passano sopra le nostre teste, come le riforme e i sacrifici per restare in Europa. Ogni spazio di dialogo è annientato, ogni ribelle è deriso. Sarebbe bello pensare a una Val Susa libera da treni non graditi e a una Sicilia percorsa da treni necessari. Sarebbe bello che il Giornale facesse esercizio di contrizione e chiedesse scusa ad Abbà e a noi tutti, magari pubblicando per un paio di settimane solo fiori e gattini. Sarebbe bello pensare che la pecorella è un animale innocuo e grazioso, prima di essere uno dei principali fautori delle leggi ad personam. Ma questa è un’altra storia.


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